Gallazzi, danno erariale: interviene il sindacato
7 Giugno 2024 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Aziende, Bianca, Cronaca, Economia, Lavoro, Locale, Politica, Sanitaria, Sindacale, Sociale |
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IL CASO – “Escluso il recupero a danno delle lavoratrici. L’errore è dei tecnici e di chi non ha vigilato”
ARESE – Dal 1° luglio la gestione della rsa Gallazzi Vismara passerà in capo all’azienda speciale Sercop, il consorzio partecipato da diversi comuni del rhodense, fra cui Arese. Si tratta di una decisione che viene avanti dalle giunte di centrosinistra a guida prima di Michela Palestra e ora di Luca Nuvoli. Ma da mesi, tale decisione è fortemente contrastata da tutta l’opposizione di centrodestra.
Nell’avvicinarsi della fatidica data, Comune e Sercop hanno sottoscritto il 24 maggio 2024 il contratto di servizio. Tuttavia sull’effettivo passaggio, pende la spada di Damocle della sospensiva, che il Tar potrebbe pronunciare nella prima udienza del 12 giugno prossimo, a seguito della trasposizione voluta dalla giunta Nuvoli del ricorso presentato dal centrodestra al Presidente della Repubblica.
Nell’attesa, la tensione politica è alle stelle e non mancano i colpi di scena. L’ultimo è quello scoppiato a fine maggio in consiglio comunale allorquando il sindaco Nuvoli, rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata formulata dalla minoranza, ha spiegato che a seguito di una verifica sarebbe emerso un errore di calcolo sul salario accessorio di nove dipendenti (ora otto, una è andata in pensione) della rsa Gallazzi Vismara per somme da queste percepite per anni oltre i limiti di legge consentiti. Somme che ora dovranno essere recuperate, pena il danno erariale. Intanto nella trattativa per il passaggio dei dipendenti, le parti sociali non hanno firmato l’accordo sindacale. Su tutta la questione abbiamo quindi interpellato Mauro Palma, il funzionario Cgil della Camera del Lavoro di Milano incaricato di seguire le lavoratrici di Gallazzi Vismara.
In merito al passaggio della gestione della rsa sotto Sercop, Palma e centrodestra, a differenza dell’Amministrazione aresina, insistono a parlare di “cessione di ramo d’azienda”.
“Nei documenti ufficiali che loro hanno scritto – motiva Palma – si richiamano gli articoli 2112 del Codice Civile, l’articolo 31 della legge 165 e l’articolo 47 della legge 428, tutti riferiti a “trasferimento di ramo d’azienda”. Per cui dal 1° luglio di quest’anno la rsa viene gestita da Sercop chiavi in mano, le farmacie da Asa (azienda sociale aresina), mi dica cosa resta da gestire a Gallazzi Vismara? Infatti al tavolo della trattativa non ci hanno dato il distacco funzionale del personale, perché ci è stato detto che la Gallazzi Vismara non esiste più”. Per distacco funzionale si intenderebbe che i dipendenti della rsa che andassero a lavorare da Sercop, prenderebbero lo stipendio dalla Gallazzi Vismara e da Sercop solo le disposizioni di servizio .
“Noi abbiamo fatto il confronto – continua Palma – perché il trasferimento di ramo d’azienda è materia di confronto e non di contrattazione. Stando alla normativa citata, o si trova un accordo od ognuna delle due parti è libera di procedere come crede. Per la Cgil la questione economica è dirimente e prioritaria e riguarda Gallazzi Vismara e non Sercop. L’azienda speciale ha chiamato dei consulenti esperti e ha fatto controllare il Fondo di produttività, ossia il salario accessorio che è oggetto di contrattazione di secondo livello. L’ammontare economico del fondo lo determina la parte datoriale come recita il Ccnl. Gli esperti hanno stabilito che il fondo è sbagliato fino dalla sua costituzione. Cgil sostiene che non sia vero, perché i consulenti esperti si rifanno articolo 1, secondo comma del Dlgs 165/2001 che riguarda gli enti locali, ma le aziende speciali non sono enti locali e quindi oltre a non essere tenute al rispetto di quella normativa non sono tenute nemmeno al rispetto dell’articolo 23 del Dlgs 75/2017, che parla di tetto di spesa che gli enti locali non devono superare”.
Insomma siccome le aziende speciali come Gallazzi Vismara non sarebbero tenute al rispetto dei due articolo citati da Palma, l’errore contabile in realtà non ci sarebbe. “Pertanto – dice – se il 10 giugno quando torneremo al tavolo del confronto la delegazione trattante della Gallazzi Vismara dovesse chiedere alle lavoratrici delle somme indietro, andremo diritti dal Giudice del lavoro”.
Ma il sindacato è pronto al confronto anche nell’ipotesi che l’errore contabile ci sia e chiede: “Poniamo che la Gallazzi Vismara abbia costituito il fondo sbagliato. Chi materialmente ha provveduto a stabilire la quantità economica? Dov’erano gli organismi di controllo che per conto del Comune dovevano procedere al controllo analogo così come previsto nello statuto della Gallazzi Vismara e così come avviene per i proprio uffici e servizi? Io non faccio l’elenco delle persone. Ma degli uffici. E la soluzione che trovano è chiedere i soldi ai lavoratori?”.
Palma parla esplicitamente di responsabilità dei direttori generali nell’errore materiale, dei tecnici che dovevano accorgersene e degli assessori alle partecipate che avrebbero dovuto vigilare. Intanto il confronto va avanti. Sulle cifra pretesa da restituire non ci sarebbe nulla di certo, ma in via informale trapela qualcosa come 40mila euro da recuperare. Che sarebbero 5mila euro per ognuna delle otto lavoratrici. Impensabile per la Cgil.
Ombretta T. Rinieri
Articolo pubblica su “Il Notiziario” del 7 giugno 2024 a pag. 58
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