MILANO – L'assessore ai trasporti di Milano Marco Granelli ha rilasciato a Michele Cazzaniga del giornale di Zona 9 un'intervista sugli investimenti del capoluogo lombardo nel trasporto pubblico locale: progetti, costi e realizzazioni. Interessante lettura.
Gli investimenti di Milano nel trasporto pubblico locale
4 Aprile 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Territorio, Trasporti |
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Metrotranvie, Arese resta al palo
3 Aprile 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, Cittadini, Cronaca, ex Alfa Romeo, Infrastrutture, Locale, Politica, Territorio, Trasporti, Viabillità |
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Sul territorio scorreranno le linee Comasina-Limbiate e Maciachini/Bovisa/Certosa
ARESE – La metrotramvia Comasina-Limbiate ospedale è al progetto definitivo con interscambio M3 in Comasina. E’ invece in fase di progetto preliminare quella Maciachini/ Bovisa Fnm-Certosa Fs. Quindici fermate fra cui Quarto Oggiaro Est e Quarto Oggiaro Ovest, che avvicinano Bollate a Milano via metrò (l’interscambio con la M3 sarà in Maciachini).
E Arese? Arese resta al palo nonostante di metro tranvia se ne parli da anni.
Il primo ad accennarne fu nella campagna elettorale del 2009 il candidato sindaco per il Pdl Gianluigi Fornaro, che a giugno promise: “‘Vogliamo portare a casa la stazione di metrotranvia leggera nell’ex Ancifap da collegare con un servizio di car e byke shering e una navetta a impatto zero. E per questo lavoreremo”.
Appena qualche giorno prima, il 28 maggio 2009, il comitato per l’accordo di programma sull’ex Alfa Romeo, formato da Arese (sindaco Gino Perferi, udc), Rho (sindaco Roberto Zucchetti, pdl), Lainate (sindaco Mario Bussini, centrosinistra), Provincia di Milano (presidente Filippo Penati, pd), Regione Lombardia (presidente Roberto Formigoni, pdl) e da Abp, Aglar e Fiat Attività Immobiliari aveva approvato, all’insaputa della cittadinanza, le linee guida della variante urbanistica che trasformavano parte dell’area da industriale a commerciale, residenziale e terziario, preludio per l’arrivo sul territorio del centro commerciale.
Garbagnate se ne era tirata fuori all’ultimo momento, seppure il 25 marzo e il 26 maggio 2009 avesse approvato il contenuto del masterplan in sede di segreteria tecnica.
L’accordo, rimasto silente fino a dopo le elezioni, disegnava, fra l’altro, nuove strade sgradite alla cittadinanza, così in autunno, dopo la rivelazione da parte dell’aresina Sara Belluzzo, nacque un comitato che si diede un gran da fare per impedirne la realizzazione. Intanto Fornaro, ormai sindaco e investito dal caos che si era nel frattempo ingenerato, mentre assicurava gli aresini di non aver saputo nulla dell’accordo fino alla sua elezione, passava gli inizi della sua investitura a sedare gli animi dei cittadini che gli si accalcavano alla porta.
In vista di Expo, a sua volta firmava con il neo eletto sindaco di Lainate Alberto Landonio (della lista civica Lainate nel cuore) e con il ricomparso sindaco di Garbagnate Marone (pdl) un protocollo d’intesa denominato “Piano Alfa 2015”, e in consiglio comunale tornava a citare una metro tranvia o una filovia che si sarebbero potute realizzare grazie ai finanziamenti derivanti dall’esposizione internazionale.
Nel patto Garbagnate accettava residenze, terziario e mega centro commerciale, mettendo teoricamente fine a mesi di contenzioso nel quadro di una ritrovata unità dei comuni di procedere sull’area con un progetto organico. Marone, che sperava di veder passare il suo progetto Archtrade con alberghi, case e uffici, in conferenza stampa affermava di non essere sceso nei dettagli del “Patto”, soddisfatto che i sindaci di Arese, Lainate e Rho avessero riconosciuto come Garbagnate vivesse “uno stato di sofferenza a causa del carico sociale importante non proporzionale al ritorno avuto”.
Ma torniamo alla metro tranvia, della cui fattiva realizzazione aveva cominciato ad avere qualche dubbio nel novembre 2009 l’attuale vice sindaco Enrico Ioli, allora consigliere di minoranza che come Pd era entrato nel gruppo misto nato in comune sull’ex Alfa. “Gli enti pubblici – disse nella prima assemblea pubblica del comitato Difendiamo Arese – si limitano a fare un’azione di notariato. Abbiamo poi scoperto che la tangenzialina, voluta da Arese, è un troncone della circonvallazione legata alla variante della Varesina, per la quale però non vi sono più i finanziamenti. Probabilmente salterà anche la metro tranvia”.
Sulla stessa linea il compagno di partito e attuale assessore alle partecipate e al commercio Giuseppe Augurusa: “Con una minore entrata di oneri urbanizzazione – disse annunciando di aver firmato la petizione del comitato – Arese sta correndo dietro agli interessi dei proprietari dei terreni e ciò significa fare dell’Alfa una gigantesca cassa. La metrotranvia, l’unica soluzione che poteva ridurre il traffico, è completamente scomparsa dal progetto. Inoltre il flusso aumenterà, perché il casello rimarrà e per evitare il pedaggio le macchine defluiranno sulla viabilità locale, quindi sulla tangenzialina” .
La vittoria di Rho
Nel 2010 il referente principale del Comitato Difendiamo Arese diventa il comune di Rho. Nella sua battaglia Sara Belluzzo è supportata da Luigi Forloni, esponente di Legambiente, divenuto nel 2011 assessore nelle giunte di centrosinistra del sindaco Pietro Romano. Ma nel 2010 c’è ancora il centrodestra. Belluzzo consegna al sindaco Zucchetti le 3700 firme raccolte fra gli aresini per lo stralcio dall’adp della tangenzialina disegnata sul territorio di Rho ma a ridosso delle case di Arese, lo spostamento del parcheggio d’appoggio Expo dal Parco delle Groane e con la richiesta della metrotranvia.
Per Rho è una vittoria. Andando incontro al comitato, ottiene di mantenere libero il suo territorio da infrastrutture richieste da altri comuni, quali la tangenzialina e il tracciato per la metro tranvia. E getta l’amo per la sua definitiva pietra tombale avanzando in alternativa l’ipotesi di un filobus in quanto la prima soluzione di trasporto pubblico “troppo costosa”.
Febbraio diventa un mese cruciale : entro la prima decade la giunta regionale deve approvare l’adp per arrivare all’assenso dei sindaci di Arese, Lainate, Rho e Garbagnate e la conseguente sua approvazione nei rispettivi consigli comunali.
A documento approvato, è ancora Fornaro che ne illustra i dettagli: un polo universitario al posto dell’incubatore di imprese e una linea di trasporto pubblico Rho-Fiera/Arese “tipo metrotranvia” per la quale Invitalia (ex Sviluppo Italia), collegata al ministero dei trasporti, stanziava 53,3 milioni di euro.
L’ipotesi filovia però, perdeva consistenza e la viabilità, oggetto di una sfilza di osservazioni, viene stralciata dalla variante. Solo in caso l’Adp andasse in porto il sistema infrastrutturale e viabilistico potrà essere rivisto.
A Rho intanto il centrodestra si spezzava . A differenza del sindaco Zucchetti, l’assessore Marco Tizzoni, titolare di un grande negozio di elettrodomestici, è nettamente contrario all’arrivo di un centro commerciale su Arese e perciò da una parte appoggia la lotta del comitato Difendiamo Arese e dall’altra si mette di traverso sull’approvazione dell’adp nei consigli comunali. Arese, retta dal centrodestra, non può rimanere indifferente a quanto capita ai suoi vicini di casa. Nasce quindi l’idea di una mozione congiunta di maggioranza e minoranza che fissi tre punti fermi: metro tranvia, barriere acustiche e parcheggio Expo fuori dai vincoli del Parco delle Groane.
Il 12 ottobre 2010 la variante urbanistica dell’adp arriva in contemporanea nei consigli comunale di Arese e Rho . Ad Arese passa con la maggioranza. A Rho no. Tizzoni della Lega Nord e un consigliere di An votano contro insieme al centrosinistra.
Ad Arese, durante l’infuocata discussione Fornaro sottolinea alla minoranza come l’adp sia nato in Regione nel 2007 per volere trasversale con le firme di Formigoni e Penati. “Non per dire è colpa tua. E’ colpa sua. E’ colpa dell’uno o dell’altro – disse – E’ per dire che per interventi di questa portata è necessario il coinvolgimento di tutti gli appartenenti della politica. A prescindere dalle barriere”.
Una trasversalità oltre che politica anche economica. “Quando io vedo nella compagine di Euromilano – continuò – la società che provvederà alla ristrutturazione di Cascina Merlata nell’ambito dell’Expo 2015, Banca Intesa, Acli, Cooperative e compagnie d’assicurazione che fanno capo a Unipol mi sono già dato una spiegazione… E mi dà sempre più la convinzione che in un’area così vasta nel 2007 le due maggioranze di Provincia (sinistra) e Regione (destra) hanno portato avanti un progetto, che giustamente deve essere un progetto condiviso e che deve avere i suoi spazi per tutti”.
In quell’occasione Fornaro ricordò pure che il tutor dei progettisti era lo Studio Boeri che lavorava al progetto da tempo. “Mesi fa era con me – disse – e rappresentava in Regione Lombardia il perché sì di un accordo di programma. Mentre io facevo la registrazione all’interno, lui era in studio dove c’era Salvini della Lega Nord e gli altri grossi esponenti dello staff di Stefano Boeri e quando c’era Zucchi, altro grandissimo professionista con studio a Milano, collegato in qualche modo a Legambiente nel senso progettuale del discorso….”.
“E’ fuori di dubbio – concluse Fornaro – che il centro commerciale sia importante per riqualificare quell’opera, perché altrimenti gli operatori non ci verrebbero”, facendo intendere già allora che l’Iper non fosse altro che la pre condizione per sviluppi successivi in grado di soddisfare un business trasversale.
Peraltro, sul coinvolgimento trasversale all’adp, si espresse pure l’ex sindaco e capogruppo Udc Gino Perferi , fra i grandi protagonisti dell’accordo stesso secondo cui l’approvazione della variante urbanistica non avrebbe inficiato la viabilità che, stralciata dall’adp, restava nelle indicazioni dei progetti, che sarebbero stati successivamente presentati, discussi, integrati e, migliorati.
“Le infrastrutture viarie – disse convinto – sono strettamente connesse alla concessione dell’autorizzazione commerciale se è portata a compimento. A ciò si aggiunge l’impegno della Provincia per la Variante alla Statale Varesina, che in questo adp è condizionante a tutto il resto. La tangenziale è a carico dell’operatore ed è altrettanto indispensabile per poter modificare il traffico verso Milano. Mentre Invitalia ha assunto un impegno preciso sulla disponibilità dei 53,5 milioni di euro, che sono accantonati, necessari a per una mobilità eco compatibile”.
Ossia la metro tranvia, che però, nel consiglio comunale del 27 ottobre si scoprì in fase di approvazione delle controdeduzioni di Regione Lombardia alle osservazioni sull’adp che pur essendo stata presa come previsione non ne era mai stato sviluppato un progetto e che per una sua eventuale realizzazione era necessaria “l’attivazione di specifici accordi tra gli Enti competenti” per definirne tracciato e caratteristiche. Amen.
A togliere ogni speranza ci pensarono Fabio Altitonante e Alessandro Pasquarelli . Il primo, assessore provinciale ai trasporti e candidato alle regionali per Pdl-Lega Nord nel 2013, disse che da un punto di vista economico i 40 milioni per la metro tranvia erano andati persi nel 2010 con la bocciatura dell’adp da parte di Rho. Pasquarelli, di Euromilamo, in un’intervista rilasciatami asserì che la metrotranvia fosse una “soluzione inidonea per la città” in quanto necessitasse di “investimenti pubblici di grandi dimensioni” e di “un’infrastruttura fissa che se poi non funziona pagano tutti i cittadini”.
L’alternativa?
“Lavorare sul piano del traffico di Arese, realizzare delle corsie protette, allargare le rotonde e far circolare dei mezzi su gomma ecologici alfabetizzando infine le persone, ossia dicendo loro: da domani vai in metropolitana e fai questo percorso”. Pasquarelli scartava anche l’allacciamento della ferrovia interna all’Alfa Romeo alle Nord di Garbagnate per carenza di flussi del pendolarismo.
“La maggior parte dei cittadini si dirige verso la metropolitana, perché ha più stazioni ed è più veloce. Quindi il tema è creare un sistema di trasporti vicino ad Arese che colleghi al metrò. Inoltre la metropolitana ha una dorsale che le consente in due stazioni di intercettare tutte le altre linee, mentre le Nord hanno solo Cadorna. Prendendo l’M1 a Rho si ha passante, Ferrovie dello Stato, linea gialla, verde e la 5. Il metrò ha inoltre una frequenza temporale molto più veloce dei treni della Ferrovia. Per i trasporti pubblici nei prossimi tre anni noi metteremo a disposizione tre milioni di euro. Arese potrebbe fare la messa a punto di non so quante rotonde di viabilità per sveltire i mezzi”.
Come prefigurava Pasquarelli, ad Arese si sono realizzate le corsie privilegiate, le rotonde e il collegamento su gomma a Rho Fiera.
Ombretta T. Rinieri
Disabili, la fatica di andare in ospedale
31 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Infrastrutture, Sanitaria, Sociale |
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GARBAGNATE – Guardiani per un giorno. E’ quello che abbiamo fatto fuori dall’ospedale Salvini mercoledì scorso. Avevamo ricevuto una serie di segnalazioni da pazienti disabili che quotidianamente si devono recare al nosocomio per sottoporsi a diagnosi, cure e terapie scontando oltre alla propria malattia anche tutta una serie di disagi semplicemente per accedere all’ingresso. I problemi infatti iniziano fuori con il parcheggio e noi abbiamo voluto in prima persona vederci chiaro e così abbiamo scoperto risvolti impensabili, che in realtà coinvolgono anche altre tipologie di pazienti e utenti.
Iniziamo con l’illustrare la situazione di partenza. Tre sono i tipi di parcheggi esistenti nelle immediate vicinanze della nuova sede dell’ospedale. Due esterni e uno interrato. A quelli esterni si accede attraverso delle sbarre. Il primo è subito visibile all’imbocco del viale arrivando dalla rotonda. Per accedervi, il disabile che ha diritto al posteggio gratuitamente, deve comunque prelevare il ticket recarsi allo sportello per farlo vidimare in modo da poter uscire successivamente. Se sei disabile i posti non sono molti e comunque non è che posteggi ed entri. Devi percorrere un viale. Se fatichi a camminare, hai le stampelle o sei in carrozzina la distanza all’ingresso aumenta in proporzione alla difficoltà che fai per raggiungerlo.
Il secondo parcheggio, situato in prossimità della rampa di quello del pronto soccorso, cui i disabili fino a qualche mese fa potevano accedere liberamente, non è più per loro usufruibile perché la sosta selvaggia impediva agli autobus di linea, che lì hanno la fermata d'entrata e uscita dal parcheggio. Ora un sensore posizionato su un palo all’altezza dell’autista del bus aziona automaticamente le barre all’arrivo del mezzo. L’espediente, però, blocca l’ingresso ai pulmini del trasporto collettivo dei disabili, di quelli penitenziari e alle macchine di servizio quali quelle dei carabinieri. Tutti devono scendere dal mezzo, sollevare la paletta all’altezza del sensore per far alzare le barre.
Il parcheggio interrato ha la conchiglia della discesa talmente stretta che nello scendere si rischia di strisciare l’auto lungo il muro. E se la difficoltà è tale per i dipendenti che hanno i posteggi assegnati ai piani -2 e -3, figurarsi per i disabili che vi si avventurano al -1 (il piano per l’utenza) quando non trovano posto all’esterno.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 31 marzo 2017 – pag. 74)
(continua)
A Garbagnate il m5s dice No all’atto integrativo sull’ ex-Alfa Romeo
27 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Ambiente, Area Metropolitana, Commercio, Cronaca, ex Alfa Romeo, Infrastrutture, Inquinamento, Locale, Politica, Territorio, Trasporti, Viabillità |
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GARBAGNATE – ARESE – “Non s’ha da fare”, così titola un suo comunicato stampa il m5s di Garbagnate milanese per dire di no alla nuova variante sull’ex Alfa Romeo in discussione in Regione Lombardia all’interno della quale è rientrato il comune per iniziativa del sindaco Pier Mauro Pioli.
“Pioli – asserisce il movimento – ha sottoscritto il documento senza aver il “mandato politico” per farlo, considerando che nel suo programma elettorale l’area doveva avere una vocazione produttiva con prevalenza manifatturiera di qualità e con un mix di funzioni volte a premiare occupazione, lavoro e lavori. Non si spiega quindi in base a quale criterio oggi sull’area in questione dovrebbero nascere una pista da sci indoor ed una grande struttura di vendita.
I penta stellati di Garbagnate paventano il rischio che la città si svuoti progressivamente diventando un’appendice dell’area ludico-commerciale con un colpo di grazia al commercio di vicinato, indispensabile agli anziani.
L’inquinamento atmosferico determinato dal traffico che si genererebbe ulteriormente e il derivante caos viabilistico le preoccupazioni principali.
“L’area milanese ha superato lo scorso febbraio la franchigia dei 35 giorni di sforamento dei 50 microgrammi per metro cubo di Pm10 presente nell’aria consentiti dalla legge” e Garbagnate il 3 marzo ha raggiunto il ventottesimo giorno di superamento del valore stabilito dalla legge” – dicono – e aggiungere attività commerciali e d’intrattenimento nella stessa area porterà necessariamente a un aumento sensibile del numero di mezzi in circolazione”. Inoltre, “Qualsiasi lavoro di sottopasso o sovrappasso previsto sulle dorsali (via Luraghi in primis) metteranno per lungo tempo in ginocchio la mobilità dei nostri comuni, come ci ha insegnato il sottopasso della Varesina completato da qualche anno”.
Nelle stesse ore anche il m5s di Arese è uscito con un suo comunicato stampa in cui oltre a contestare in sé l’accordo di programma per gli stessi motivi dei compagni garbagnatesi, denuncia una sostanziale mancanza di trasparenza da parte della giunta Palestra su tutta la questione.
O.T.R.
Decolla lo sportello di Mediazione civile
24 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Giudiziaria, Locale, Politica |
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ARESE – Decolla ad Arese lo sportello di mediazione civile. Dopo un avvio poco soddisfacente la svolta è arrivata con i mediatori Giorgio Cestaro e Mario Marchese della Icaf che dal marzo dello scorso anno reggono in Comune l’ufficio preposto. In particolare Cestaro, 57 anni, geometra, da ancora prima regge lo sportello anche a Garbagnate Milanese.
Nello strumento, che ha riformato il processo civile con l’obiettivo di far smaltire l’arretrato nelle aule di tribunale, ci hanno scommesso fin dal loro insediamento in comune il sindaco Michela Palestra e l’assessore Eleonora Gonnella, quest’ultima titolare delle deleghe al personale, trasparenza e partecipazione, semplificazione amministrativa, innovazione e fund raising.
“Come giunta, siamo partiti dalla considerazione dell’avvenuta decadenza del difensore civico – spiega il sindaco Palestra – una figura che invece noi abbiamo sempre ritenuto utile in quanto portavoce dei cittadini in caso di contenziosi. La mediazione civile ci è sembrata una valida alternativa. Inizialmente ci siamo appoggiati a un avvocato che ci ha offerto una prima panoramica sullo strumento. In seguito abbiamo fatto partire un bando cui hanno partecipato due istituti di mediazione. Il vincitore, che inizialmente ha retto lo sportello, non è stato all’altezza delle nostre aspettative. Così abbiamo reciso il contratto e siamo passati a Icaf, che era arrivato secondo”.
“La differenza tra il difensore civico e la mediazione – precisa Gonnella – è che il primo si interfacciava e aveva relazioni anche con l’amministrazione, mentre la mediazione è possibile solo tra soggetti privati. Il servizio ci è sembrato comunque utile e lo volevamo all’interno dell’ente. In sostanza volevamo un punto fisico sul territorio per un’attività, un servizio, che va incontro alle esigenze dei cittadini, dei professionisti, che invece di andare che Rho, a Milano o in altri comuni se lo ritrovano in “casa”. Al comune non costa nulla perché noi non riconosciamo nulla all’organismo, ma anzi, in caso di conclusione dell’accordo riceve un piccolo riconoscimento perché mette a disposizione lo spazio”.
Il primo passaggio allo sportello di mediazione del comune è informativo, d’indirizzo. Ed è gratuito. “Ciò evita i primi costi per un onorario – specifica il sindaco – che il cittadino avrebbe da subito se si rivolgesse a un professionista. Secondo la statistica le contestazioni sono spesso di piccolo calibro e la mediazione consente una soluzione rapida, economica ed efficace rispetto a una causa civile. Posto che le parti ovviamente la ritengano efficace al proprio caso”.
“Nel primo approccio – interviene il mediatore Giorgio Cestaro – noi verifichiamo se il contenzioso è materia di mediazione oppure no. Se è materia e se vi è la volontà di ricorrere alla mediazione parte una vera e propria istanza e a quel punto vi sono dei costi da sostenere, minimi, ma vi sono. La mediazione può coinvolgere l’ente pubblico, ma come soggetto di parte e con modalità differenti rispetto al privato. Laddove vi è un accordo economico da sottoscrivere la decisione deve passare per il consiglio comunale. Per il resto, a differenza della sentenza emessa da un giudice, nella mediazione non vi è un vincitore e un perdente. Vi sono due vincitori e un accordo. Le parti infatti possono parlare con i mediatori, mentre davanti al giudice sono gli avvocati (e quasi mai le parti) chiamati a esporre le loro problematiche. Noi qui invece cosa facciamo? Cerchiamo intorno a un tavolo di capire quali sono gli effettivi bisogni delle parti. L’accordo non sempre è di tipo economico. Può essere anche di fantasia. Davanti al mediatore le parti sono assistite sì dai loro avvocati, ma per omologare l’accordo. Ma sono le parti che trovano l’accordo, perché tante volte l’accordo non si trova perché le parti non si parlano”.
L’atteggiamento di responsabilità o meno conta. "A questo proposito – dice Cesaro – abbiamo provato a portare anche degli enti come le società elettriche e quelle del gas e le banche per problemi di anatocismo o titoli fuffa. Sono venuti e hanno mediato. Quelle che non vengono mai sono le assicurazioni, che vanno avanti in causa fino al terzo grado di giudizio”.
Ombretta T. Rinieri
(pezzo completo dell'articolo pubblicato su Il Notiziario del 24 marzo 2017 a pag. 74)
Lo sportello di mediazione di Arese da ottobre a dicembre 2016
24 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Giudiziaria |
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Contratto privato 3
Locazione 2
Divisione immobili 2
Condominio 12
Clonazione carta di credito 1
Legale 1
Familiare 1
Amministrativo 1
Confini 1
Contratto di servizi (energia elettrica) 1
Come funziona la mediazione civile
24 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Giudiziaria, Locale, Politica |
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ARESE – La mediazione civile (dlgs 28/2010 e successive modifiche e integrazioni) è gestita da organismi iscritti in un registro apposito del Ministero della Giustizia. Il mediatore è un terzo imparziale rispetto alle parti, le assiste e cerca con loro di giungere a un accordo che ponga fine a una controversia. Può essere un avvocato (tutti i legali lo sono di default) o un professionista abilitato (devono essere iscritti a un ordine) con competenze in tecniche di negoziazione e mediazione e con conoscenze specifiche nella materia oggetto di controversia. Si concentra sui bisogni e le necessità delle parti, lasciando le questioni di diritto ai margini del procedimento.
Il mediatore facilita un accordo, ma non può rendere giudizi o decisioni vincolanti. Se le parti non trovano l’accordo, possono sempre ricorrere al giudice. Posto che per talune materie obbligatorie la mediazione è vincolante e pertanto deve essere tentata prima di avviare una causa civile.
Le materie obbligatorie sono: condominio; diritti reali; divisioni patrimoniali; successioni ereditarie; patti di famiglia; locazione; comodato; affitto di aziende; risarcimento del danno per responsabilità medica e sanitaria; risarcimento del danno per diffamazione a mezzo stampa o con altro mezzo di pubblicità; contratti assicurativi, bancari, finanziari; contratti e convenzioni contenenti clausole di mediazione; statuti e atti con clausole di mediazione.
La mediazione è possibile anche per talune materie facoltative, quali: parte disponibile del diritto del lavoro; recupero crediti commerciali, fra privati, condominiali (solo se attinente la detrerminazione delle modalità di rientro del debito); risarcimento danni; controversie aziendali e societarie; rapporti con le amministrazioni pubbliche e gli enti locali (nell’area dei diritti disponibili); appallto; prestazioni d’opera intellettuale e manuale; mandato; contratti di agenzia; altro diritto civile (da specificarsi).
La mediazione civile parte con un incontro preliminare informativo e gratuito, che si deve tenere entro trenta giorni dal deposito della domanda presso la segreteria dell'organismo e, da quella data, deve concludersi entro tre mesi. Durante l'incontro, il mediatore verifica l'esistenza dei presupposti per ricorrere alla mediazione e, qualora esistessero, parte la mediazione vera e propria, che può avvenire in sessione congiunta e o separata. Il mediatore infatti è tenuto alla riservatezza, che può essere fatta valere anche davanti a un giudice. Il mediatore redige il verbale della seduta che deve essere condiviso e sottoscritto dalle parti dopodichè verbali e accordo allegato saranno consegnati dal mediatore alla Segreteria dell'Organismo (per Arese, Icaf).
L’atteggiamento non collaborativo di una parte o la mancata presentazione in mediazione di una parte convocata potrebbe essere pregiudiziale per la stessa, perchè il giudice potrebbe ritenere di sanzionare amministrativamente la parte che non ha aderito alla mediazione o che ha rifiutato di partecipare in quanto l'eventuale causa rappresenta un costo per lo stato. Lo s tesso vale per le materie non obbligatorie. La parte che tenta la mediazione e non ha successo può dire: < Abbiamo fatto un’ipotesi di proposta, l’abbiamo sottoposta, ma l’altra parte non ci ha nemmeno risposto> e il giudice può tenerne conto.
Costi per le materie obbligatorie. Per le controversie fino a mille euro 43,33 euro; da mille a 5mila 86,67; da 5001 a 10mila 160; da 10.001 a 25mila 240; da 25.001 a 50mila 400; da 50.001 a 250mila 666,67; da 250.001 a 500mila mille euro; da 500.001 a 2.500.000 1900; da 2.500.001 a 5 milioni 2.600 e da oltre 5milioni 4.600 euro.
Da segnalare che i costi della mediazione sono fiscalmente detraibili.
Ombretta T. Rinieri
(pezzo completo dell'articolo pubblicato su "Il Notiziario del 24 marzo 2017 – pag. 74)
Le donne, acqua nel deserto…Come le mimose
15 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Associazioni, Cronaca, Cultura, Eventi, Letteratura, Personaggi, Sociale |
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BARANZATE – Domenica 12 marzo Ketty Carraffa, giornalista freelance, blogger, fotoreporter, scrittrice, documentarista, regista, autrice e conduttrice per Lombardia tv di “Sguardi al femminile”, docente di cinema e fotografia ha presentato a Baranzate il suo libro: “Le donne, acqua nel deserto…Come le mimose”, edito da La Serigrafia. Una raccolta di quattro racconti autobiografici di vittime di violenza, che continua il lavoro iniziato nel 2013 con il primo libro della collana “Come le mimose” che incentrato sulla discriminazione di sette donne sul lavoro ha aperto la “sequel” dedicata alla condizione femminile.
Alla presenza del sindaco Luca Elia e dell’assessore alle politiche sociali Rosanna Cervellera e dopo un’introduzione di Lorenza Mannino, presidente dell’associazione Divers’età, Ketty ha spiegato del suo impegno nel combattere ogni forma di violenza e come la cultura di genere dovrebbe unire senza distinzioni donne e uomini.
L’incontro è stato aperto dalla proiezione del videoclip “Io come gli Angeli”, da lei stessa diretto e prodotto nel 2014, dove Sara Sauta non è solo la cantante solista dei Polymenes autori del testo, ma soprattutto una delle protagoniste del libro di Ketty, che uscita da un tunnel di sofferenze ha trovato un riscatto nel suo lavoro d’artista.
“Racconto le donne come fonte di vita e rinascita, di tutte le società – afferma Ketty nell’introduzione del suo ultimo lavoro – Sono sempre vivi i ricordi delle donne che ho conosciuto durante i miei reportage nei villaggi del deserto del sahara, che vivono sole in attesa del ritorno dei mariti in guerra o in ricerca di fortuna in altri paesi: le donne sono la vita, la cultura, l’educazione e la ricerca continua della sopravvivenza per il futuro dei loro bambini e dei loro villaggi”. Acqua nel deserto, appunto.
“Come le mimose – continua – simbolo di movimento, colore e positività per tutti i giorni dell’anno…”, quindi “Mimose” non solo nelle ricorrenze del 14 febbraio (contro la violenza), dell’8 marzo (Giornata internazionale della donna) o del 25 novembre (Giornata mondiale contro la violenza sulle donne), ma per trecentosessantacinque giorni all’anno “…. Affinché, in special modo le ragazze, comprendano che la libertà e il rispetto delle donne, ereditati dalle “vecchie generazioni”, dalla civiltà e dalla democrazia del nostro Paese, siano valori da difendere e rispettare, sempre e per sempre”.
Seppure nel nuovo saggio, che si avvale di una prefazione della deputata Eleonora Cimbro e dei contributi di esperti che lavorano nell’ambito della giustizia, della comunicazione e dell’informazione, della sociologia e dell’integrazione sociale, le storie di violenza fisica e psicologica hanno avuto o cercano un esito positivo, sullo sfondo resta la percezione delle vittime le cui vite invece sono rimaste spezzate.
“Le donne – scrive Ketty – da sempre subiscono, giustificano, “tollerano” e denunciano (ancora poco), soprusi e violenze da parte degli uomini, conosciuti o sconosciuti che siano".
“Se tu mi fai male ferisci anche te…. – canta Sara- Ho ritrovato dentro me la forza di volare via perché una donna come me, sa di pretendere di più. Qualunque scelta io farò, il dolore si trasformerà in un’emozione grande che stavolta non mi ruberai. Io come gli angeli”.
Ombretta T. Rinieri
Il sogno della metropolitana
12 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Area Metropolitana, ex Alfa Romeo, Infrastrutture, Inquinamento, Territorio, Trasporti, Viabillità |
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ARESE – E’ un dato di fatto. A quasi un anno dall’inaugurazione del centro commerciale la grande area di vendita registra un crescente gradimento di pubblico, entrata com’è, a far parte dello shopping abituale dei cittadini metropolitani. Fra le note di colore, piace molto agli aresini, soprattutto alle signore, passare del tempo in compagnia al caffè della Mondadori. Per il resto le mamme ci portano i bambini a giocare, i giovani si danno appuntamento dentro e fuori la galleria mentre sempre più famiglie fanno la spesa all’Iper. I signori di solito sbuffano un po’, però si lasciano trascinare da figli e consorti in quello che è un grande luna park commerciale. Se non altro fanno volentieri la fila alle pompe di benzina dove il carburante ha prezzi eccezionali.
Il successo del centro commerciale crea però, quale rovescio della medaglia e come era nelle previsioni, una notevole massa critica in termini di traffico e viabilità in tutto il circondario. Con conseguenti picchi di inquinamento atmosferico. E non sono ancora arrivati Ikea, Skidome, albergo, nuova struttura di vendita e allargamento del “Centro”. Perciò, seppure il centro piace certo non si può morire soffocati da traffico e smog.
La soluzione non può che essere in un servizio di trasporto pubblico efficiente, ossia nella metropolitana il cui capolinea a Rho Fiera è a un tiro di schioppo da Arese. Ci sperano in tanti e qualcuno ha pure fatto partire una raccolta firme via internet. Fra i vantaggi del prolungamento della MM1 da sottolineare pure l’aumento del valore delle case di Arese, Bollate e Garbagnate.
Il progetto, tuttavia, non è previsto nel piano trasporti regionale per cui nei tavoli sovra territoriali del Collegio di Vigilanza e della Segreteria Tecnica su cui si sta discutendo la definizione della riqualificazione dell’ex Alfa Romeo, l’ipotesi è esclusa dalla trattativa. Verrebbe avanti invece lo studio di un trenino di superficie (metro tranvia) il cui tracciato, partendo dal centro commerciale, sfiorerebbe la frazione di Valera percorrendo un tratto di via Valera superando poi l’autostrada o con una sopraelevata o in trincea per poi deviare verso Mazzo di Rho, intercettandone la via De Gasperi (ma come non è chiaro) per terminare la corsa al capolinea della MM1 di Rho Fiera.
L’ipotesi non è dunque di portare l’attuale capolinea della metropolitana da Rho fiera al centro commerciale, ma di realizzare un binario a se stante. Un po’ come il tram della Comasina.
Ombretta T. Rinieri
Duro scontro sui disabili in consiglio comunale
10 Marzo 2017 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Cronaca, Locale, Politica, Sociale |
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Il video della discordia – Lega ed F.I. chiedono le dimissioni di Ioli, la maggioranza non ci sta

Sergio Cattaneo e Andrea Miragoli mentre si alzano dalle loro sedute dietro il bancone della minoranza. Sedute ooggetto di contestazione in quanto barriere architettoniche per i disabili
Tutto risale al consiglio comunale tenutosi il 21 dicembre 2016 nel nuovo Centro Civico di via Monviso. Bettinardi aveva fatto notare come, nonostante l’ingente spesa sostenuta, le postazioni assegnate ai consiglieri non fossero accessibili alle persone con disabilità motorie.
In quell’occasione il vice sindaco spiegò che il livello dell’emiciclo era accessibile attraverso una rampa a norma, anche se, ammetteva: “È chiaro che qui dentro una carrozzella non può stare e che in caso di elezione dovrà sedersi negli scranni saltando dalla carrozzina alla sedia normale”.
Si era alla vigilia di Natale e la questione finì lì. Fu successivamente ripresa ai primi di gennaio di quest’anno da Arese al Centro con un comunicato in cui la lista civica denunciava “la quotidiana violazione dei diritti e delle libertà che i cittadini diversamente abili subivano anche ad Arese” e chiedeva all’Amministrazione la realizzazione di una “postazione idonea” , affinché nessun cittadino debba sentirsi emarginato. “Siamo pronti a promuovere una mozione – concludeva – per adottare adeguate misure alla risoluzione del caso”.
Nei giorni seguenti compariva sui social un filmato in cui Ioli, simulandosi un disabile in carrozzina, partendo dal parcheggio del Centro Civico, mostrava i percorsi d’accesso dei disabili all’interno della biblioteca e da questa negli altri spazi fino ad arrivare alla sala polivalente dove tenta di sedersi in uno degli scranni consiliari. Il seggiolino è a ribalta, per cui con una mano deve tenere il seggiolino e con l’altro il bracciolo della sedia per riuscire a darsi la forza necessaria a passare dalla sedia a rotelle a quella della postazione. La simulazione ha creato nella minoranza indignazione e sconcerto e si è arrivati alla mozione e alla richiesta di dimissioni.
La mozione, votata all’unanimità con l’inserimento di due emendamenti, impegna l’amministrazione a “individuare soluzioni progettuali, strutturali e impiantistiche atte a garantire l’acceso a idonee postazioni da assegnare ai cittadini con problemi di disabilità eletti al ruolo di consigliere comunale”.
Ioli ha presentato le sue scuse, ma a Lega e Fi non sono bastate. Durissimo l’intervento di Sergio Cattaneo: “La segnalazione di Bettinardi è stata fatta con uno spirito collaborativo. La questione si sarebbe potuta risolvere facilmente ammettendo una carenza del progetto e predisponendo una postazione ad hoc all’esterno o all’interno dell’esistente bancone. Ma non contento, il vice sindaco perseverando con il suo arrogante atteggiamento, ha personalmente girato un video, pubblicato sui social network , nel quale fingendosi disabile ha voluto dimostrare a tutti i costi la sua tesi. Il video, agli occhi di tutti, è stato una vergognosa pantomima, irrispettosa nei confronti delle persone che tutti i giorni devono affrontare i problemi legati alla loro disabilità. L’unica cosa che ci auguriamo che è che tale iniziativa sia stata elaborata senza la conoscenza e l’adesione della giunta e dei consiglieri di maggioranza. Questo video per chi l’ha visto, e sono tanti, non ha fatto altro che creare imbarazzo. Le sue scuse sono tardive. Ne chiediamo le dimissioni in quanto incapace di svolgere una mansione che richiede buon senso e obiettività. In caso contrario la Lega di Arese si asterrà a propria discrezione da consigli comunali o commissioni fino a chiarimento esaustivo”.
“Mi associo a quanto detto dal consigliere della Lega Nord – ha fatto seguito Andrea Miragoli – trovo assurdo che arrivino delle scuse solo dopo numerosissime lamentele e soprattutto dopo la presentazione di una mozione. Mi viene da pensare che forse le scuse arrivino per obbligo e non per spontanea volontà del vice sindaco. Fingersi disabile per confronto politico è inaccettabile. Essere disabili non è un gioco. E’ ancora più assurdo pensare che un assessore prenda con astio delle osservazioni. Per questo in rappresentanza del mio partito chiedo le dimissioni di Ioli”.
Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 10 marzo 2017 – pag.74)