Intervista a Monica e Paola di Pepperkids a capo di una delle maggiori agenzie d’Italia del settore
MILANO – Lavorare con bambini e adolescenti nel mondo della moda, della pubblicità e del cinema richiede intuito, empatia, simpatia, tatto, capacità di farsi ascoltare, sincerità nel non illudere nessuno e abilità nel relazionarsi con gli adulti di riferimento.
Tutte queste qualità si ritrovano nell’agenzia milanese di comunicazione e pubblicità Pepperkids, fondata oltre dieci anni fa da due amiche: Monica Oliveri di Castillo e Paola Zampieri.
Sono Monica e Paola oggi, a raccontare come siano diventate imprenditrici
“Siamo partite da un’intuizione, unendo le nostre esperienze – ci dicono subito – e cosi ci siamo dette: Dai,
facciamo qualcosa di nostro. Siamo partite subito bene, grazie anche al pacchetto clienti che Monica aveva consolidato nei suoi anni di esperienza nel settore. Poi, col tempo, sempre più persone hanno imparato a conoscerci entrambe.”
Pepperkids è un’agenzia di moda, pubblicità e cinema che rappresenta bambini e ragazzi da 0 a 17 anni circa . Ma il team gestisce anche un certo numero di ragazzi e ragazze maggiorenni in risposta alle numerose richieste che arrivano frequentemente anche per fascia d’età dei più grandi, soprattutto per le serie TV.
Quando le aziende devono realizzare uno spot, contattano l’agenzia fornendo a Monica e Paola le caratteristiche del profilo ricercato: “Lavoriamo con tutti i principali brand della moda, per spot pubblicitari, cinema , serie Tv e doppiaggi”, spiegano.
Le candidature iniziali vengono raccolte attraverso un form online, disponibile sul sito di Pepperkids. Generalmente è il genitore che compila il modulo e invia, via mail, quattro foto del figlio o della figlia.
“La prima volta – raccontano – è preferibile conoscere i bimbi di persona. Alla prima candidatura li invitiamo in agenzia: li osserviamo, li conosciamo, e capiamo fin da subito se rientrano nei canoni richiesti e se, caratterialmente, sono portati per lavorare negli spot e nel cinema. In quell’occasione facciamo già qualche foto e un video di presentazione. Ci piace anche avere un incontro iniziale con i genitori per poterci presentare a quattr’occhi e instaurare con loro sin da subito un rapporto che possa essere il più’ possibile di fiducia e collaborativo per accompagnarli in quello che dev’essere per loro una bella e nuova avventura da vivere con i propri bambini. Abbiamo sposato il progetto Pepperkids con l’entusiasmo di chi affronta un bellissimo viaggio , con l’intenzione di diventare un faro per ogni genitore con la disponibilità e l’empatia che ci contraddistingue” .
Quanto conta essere spigliati per girare uno spot?
“Per la pubblicità, essere spigliati aiuta, – rispondono Paola e Monica – tuttavia, abbiamo l’esempio di un bambino che oggi è molto richiesto, ma che all’inizio era timidissimo. Facevamo fatica perfino a registrargli il video di presentazione. Poi, una volta sul set, si trasformava completamente. Conoscendolo, non lo avremmo mai detto. All’inizio avevamo pensato: È molto bello, ma forse più adatto alla moda che alla pubblicità. Invece, mano a mano che ha preso confidenza con l’ambiente, ci ha davvero sorprese.”
Come vengono proposti i bambini
l tradizionale book fotografico ormai non esiste più: oggi è tutto online. Tuttavia, foto e video vengono aggiornati regolarmente, insieme alle misure (altezza, taglia, numero di scarpe, ecc.), soprattutto nel caso dei neonati, che cambiano rapidamente già a cinque o sei mesi.
Quando un’azienda ha in mente uno spot, può rivolgersi a più agenzie per trovare il volto giusto. Spesso gli spot prevedono una “famiglia”: mamma, papà, bambini, a volte anche un cane. Per questo motivo, oltre alle agenzie specializzate in bambini, entrano in gioco anche quelle che rappresentano attori adulti, perché la famiglia va “costruita”.
“Questo per quanto riguarda la pubblicità, – spiegano le due socie di Pepperkids – ma dipende sempre da ciò che il cliente cerca. A volte, il protagonista è solo il bambino. Il nostro lavoro consiste nell’orientare il cliente verso la scelta più adatta. Una volta selezionati i bambini, si stipula un contratto e si procede con l’inserimento all’Ispettorato del Lavoro per i Minori. La busta paga viene intestata direttamente al bambino, e il genitore incassa il compenso per poi metterlo da parte.”
I bambini e i ragazzi vengono scelti anche per ruoli cinematografici. In passato, il centro della produzione era Roma, ma oggi le richieste arrivano anche su Milano.
I bambini studiano recitazione?
“Sì – rispondono Monica e Paola – ma non tutti arrivano da una scuola di teatro. Alcuni hanno semplicemente ‘quel qualcosa dentro’. Può succedere che il regista scelga un bambino e che poi lui impari a recitare direttamente sul set. In ogni caso, per un bambino, tutto dev’essere vissuto come un gioco. Un’esperienza bella e leggera. Poi, crescendo, decideranno da soli se continuare o meno. C’è chi prosegue, e chi invece fa un’esperienza e poi cambia strada.”
Ombretta T. Rinieri