A Papa Francesco, un saluto dal poeta Silvio Sgamma
un Papa,
un Santo
Chiamato al voto venne in obbedienza
un uomo da un paese assai lontano,
lasciò sospeso l’oneroso intento,
elegger si doveva il Santo Padre.
Non c’era il favorito nella scelta,
il compito chiedeva il Pio consiglio,
la decisione mosse a meraviglia:
era Bergoglio Mario il nuovo Papa.
Da origine italiana discendente
ai più non era noto, era straniero,
Francesco si chiamò per devozione
verso l’amato povero di Assisi.
Con animo sereno in emozione
la folla salutò dall’alto scranno,
un attimo bastò per conquistare
l’anima impreparata dei fedeli.
Si adoperò ben presto a dar soccorso
ai poveri reietti della terra:
… e visitò paesi sconosciuti,
l’opera che condusse fu speciale.
La pace fu la meta seguitata
da quell’ illustre Padre della Chiesa,
si adoperò nel segno della Croce
a stringere le mani universali.
Adesso non è più fra noi terreni,
siede fra i Santi suoi predecessori:
lo sguardo non distoglie dalla terra
dove le Spoglie sue…
sepolte stanno.
Silvio Sgamma