INTERVISTA – Società di mutuo soccorso fra i lavoratori dell’Alfa Romeo, nata nel 1945 per volontà dei partigiani del Portello, ha per missione il sostegno ai malati e ai più bisognosi dei suoi tesserati
ARESE – Fra le conquiste dei dipendenti dell’Alfa Romeo, vi è la Fondazione 25 Aprile, società di mutuo soccorso fra i suoi lavoratori. Di fatto, fu fondata nel 1945 allorquando i partigiani del Portello fermarono e sequestrarono due autocarri. Li vendettero e con il ricavato crearono la ‘cassa di resistenza’.
Ufficialmente, invece, nacque il 6 agosto 1947 con l’iscrizione presso un notaio di Milano. All’inizio il cda era formato dai sindacalisti dell’epoca, da una commissione interna e da rappresentanti dell’azienda.
L’azienda staccava una dipendente, non iscritta al sindacato, non militante in politica, per svolgere la funzione di segretaria della Fondazione. Grazie all’azienda, nel 1948 fu acquistata ad Albenga ‘Villa Patrizia’ con l’obiettivo di mandare in convalescenza i lavoratori dell’Alfa Romeo che tornavano patiti dai campi di concentramento.
“L’Alfa Romeo – dice Ornella Micheloni, presidente da tanti anni della Fondazione 25 Aprile – era un’azienda illuminata. Villa Patrizia aveva una dozzina di stanze, un giardino e un frutteto. Dopodiché negli anni 80, in considerazione del numero sempre più crescente dei lavoratori, si decise di costruire l’attuale albergo che ha una quarantina di stanze. Villa Patrizia venne donata al Comune di Albenga con il vincolo di usarla per scopi sociali. In cambio, la Fondazione ottenne di fianco alla Villa un terreno edificabile.

Attualmente l’albergo è gestito da una srl delle Acli. Nella sua missione, la Fondazione ha il sostegno al reddito e manda in convalescenza a rotazione coloro che hanno problemi economici e di salute. La persona deve essere tesserata con Fondazione o con le Acli. Il socio e la sua famiglia hanno diritto a un soggiorno di quattro giorni e tre notti in pensione completa a nostre spese. L’anno scorso la Fondazione ha incamerato in quote annuali dai tesserati 11mila euro, ma ne abbiamo restituiti 27mila tramite rimborsi di prestazioni sanitarie, soggiorni e pagamento di Costa Levante, una srl delle Acli che si occupa di turismo”.
La Fondazione ha potuto far fronte alle maggiori spese rispetto all’introito delle quote grazie al fatto che incamera anche l’affitto dell’albergo: pagando di tasca propria a listino la camera, infatti, tutti i tesserati possono andare in vacanza al mare ad Albenga. La tessera garantisce l’accesso all’albergo.

“Ma non ci sono solo i soggiorni. Nel 2023 – continua Ornella – come mutuo soccorso, tra prestiti e sussidi a fondo perduto, la Fondazione ha elargito 12mila euro. Ovviamente, per poterne usufruire, è necessaria la presentazione della documentazione. Poi più nulla. Penso che la storia della Fondazione 25 Aprile sia una storia rivoluzionaria e provo sempre una fitta di dolore, quando coloro che mi hanno preceduta in Fondazione, nessuno escluso, e tutti i sindacalisti che di volta in volta vengono intervistati, non la ricordano mai.
Quando sono stata assunta in Alfa Romeo avevo solo 19 anni. Dopo il periodo di prova mi intercettò il sindacalista della Fim, molto di sinistra, Cazzaniga. Bu, bu, bu. Era un vulcano: hai finito il periodo di prova? Ti iscrivi al sindacato e poi alla Fondazione 25 Aprile. Che cos’è? Chiesi. Serve a dare una mano a chi sta peggio di te. Rispose.
E ogni mese iniziai a lasciare giù 100 lire. La Fondazione fa quello che faceva ieri. Non diamo più i pacchi viveri. Ma diamo dei soldi alle persone in difficoltà! Consentiamo loro di andare al mare! Quando hanno creato Fasi Fiat dissero che avevano preso spunto dalla Fondazione 25 Aprile. Ma quella è un’assicurazione. Noi non siamo un’assicurazione”.
Adesso i soci sono comunque anche di Stellantis, di Peugeot e Citroen ed è inevitabile che si faccia a Torino ciò che è stato fatto a Milano.
“Per la mia esperienza – dice Ornella – posso dire che se ci hanno messo pochissimo a distruggere la Lancia, l’Autobianchi e le altre fabbriche automobilistiche, con l’Alfa Romeo non ce l’hanno fatta, perché hanno trovato una resistenza a tutti i livelli. Una passione, una professionalità che si riversa in tutto. Tutti gli operai dell’Alfa Romeo che negli anni si sono ricollocati altrove, sono un coro unanime nel dire di aver trovato fuori realtà molto più arretrate rispetto all’Alfa Romeo.
Gli unici che si sono sempre sentiti estranei a noi sono stati i lavoratori della Magneti Marelli, che l’Alfa Romeo aveva assorbito. Era un’azienda specializzata in componentistica elettronica. Quando in Fiat si è pensato a tutto l’assetto, Marchionne non voleva venderla. Poi è venuto a mancare, e l’hanno venduta”.
Il 18 aprile 2024, la Fondazione ha donato al Comune di Arese le due lapidi che ricordano i Caduti dell’Alfa Romeo (una con l’elenco dei deportati a Mathausen e l’altra con l’elenco dei Patrioti). Le uniche rimaste delle molte presenti in fabbrica e che purtroppo sono andate disperse nei vari traslochi e chiusure dello stabilimento. Le due lapidi erano state conservate dalla Fondazione al centro direzionale. Durante la cerimonia di donazione, le due lapidi sono state posate sulla facciata principale del Municipio di Arese a conclusione di un percorso iniziato tra la Fondazione e il Comune nel 2021.
Ombretta T. Rinieri
Articolo pubblicato su “Il Notiziario”del 18 aprile 2025 a pag. 57
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