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Le malattie virali trasmesse da zanzare, zecche e Flebotomi si chiamano ‘Arbovirosi’

 

Casi di dengue in Italia dal 2015 al 2023. Fone Iss

MILANO – La dengue rientra nel gruppo di malattie chiamate “Arbovirosi” causate da virus trasmessi all’uomo e agli animali attraverso la puntura o il morso di vettori artropodi quali zanzare, zecche e flebotomi. Al momento attuale sono oltre cento gli arbovirus in grado di causare malattia nell’uomo.

 

 

 

In Italia le Arbovirosi sono endemiche, ossia trasmesse localmente ogni anno le arbovirosi West Nile Virus (al momento il più diffuso), Usuv, le infezioni neuro-invasive da virus Toscana, virus dell’encefalite da zecca (Tbe). Ma comunque l’Iss sorveglia anche le arbovirosi Chikungunya, Dengue e  Zika e per gli aspetti veterinari ed entomologici dei virus West Nile e Usutu, il monitoraggio avviene anche da parte dell’Istituto zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise (Izs-AM).

 

Nel 2022 in Italia si sono verificati: 117 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, con un’età mediana di 39 anni, 56% di sesso maschile e nessun decesso), un caso confermato di Zika Virus (associato a viaggio all’estero), nessun caso di Chikungunya, 72 casi confermati di infezione neuro-invasiva-TBE, encefalite da zecca, (due casi importati, età mediana di 56 anni, 64% di sesso maschile e due decessi), 152 casi confermati di Toscana Virus (tutti autoctoni, con un’età mediana di 53 anni, 69% di sesso maschile,  un decesso).

 

Le arbovirosi sono prevalentemente contratte in paesi endemici e riscontrate in Italia dopo un  viaggio all’estero (di importazione). Tuttavia, negli ultimi anni, la loro diffusione è aumentata con focolai in alcuni Paesi europei, compresa l’Italia, e possono causare malattie con presentazioni cliniche diverse. E’ questo il motivo per cui le arbovirosi in fase di diagnosi devono essere discriminate per storia di viaggio all’estero o di nota diffusione nel nostro Paese.

 

 

West Nile

Il virus della febbre West Nile (West Nile Fever) è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile (da cui prende il nome). E’ diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. In Europa è stato segnalato a partire dal 1958 ed è il virus appartenente al genere Flavivirus più diffuso al mondo. In Italia il primo focolaio è stato confermato nella tarda estate del 1998, nell’area circostante il Padule di Fucecchio in Toscana, con alcuni casi clinici nei cavalli.

 

In Italia, dal 2008 al 2014, il virus West Nile è stato accertato in zanzare, uccelli e cavalli sul territorio di quattordici regioni, con più di 130 casi autoctoni di malattia neuro-invasiva da West Nile nell’uomo, notificati da sette regioni (Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Sardegna e Veneto).

 

Nel 2018, tra i casi neuro-invasivi, sono stati registrati 49 decessi.

 

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono i trapianti di organi, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.

 

La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. In Italia nel periodo estivo,  ormai da diversi anni,  si verificano alcune decine di casi, mentre non sono mai stati documentati casi di trasmissione da trasfusione o trapianto, anche grazie alle misure specifiche messe in atto ogni anno.

 

Dal momento della puntura, l’incubazione varia dai due ai 14 giorni, ma può arrivare anche a 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario . Nella maggior parte dei casi l’infezione decorre in maniera asintomatica. Tuttavia nelle categorie a rischio (anziani, immunodepressi, persone affette da alcune patologie croniche, quali tumori, diabete, ipertensione, patologie renali e trapiantati) l’infezione può manifestarsi con sintomi neurologici talvolta letali (circa 1 su mille). In un venti per cento delle persone compaiono febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee. I sintomi possono durare pochi giorni e possono variare molto a seconda dell’età della persona.

 

Il bollettino di Epicentro con i dati aggiornati al 23 agosto scorso segnalava dall’inizio di maggio 133 casi in italia di  West Nile Virus (WNV) di cui  74 manifestatisi  nella forma neuro-invasiva (13 Piemonte, 20 Lombardia, 10 Veneto, 26 Emilia-Romagna, 2 Puglia, 1 Sicilia, 1 Sardegna), un  caso importato dall’Ungheria, 36 casi identificati in donatori di sangue (6 Piemonte, 23 Lombardia, 1 Veneto, 6 Emilia-Romagna), 23 casi di febbre (5 Piemonte, 8 Lombardia, 8 Veneto, 2 Emilia-Romagna). Sei i decessi (2 Piemonte, 3 Lombardia, 1 Emilia-Romagna).

 

Il primo caso umano di infezione da WNV della stagione è stato segnalato dall’Emilia-Romagna nel mese di luglio nella provincia di Parma. Nello stesso periodo sono stati segnalati due casi di Usutu virus in Piemonte (1 Novara, 1 Cuneo).

 

Salgono a 43 le Province con dimostrata circolazione di WNV appartenenti nove regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna.

 

La prevenzione consiste nel proteggersi dalle punture attraverso l’uso di repellenti, zanzariere, pantaloni e camicie lunghi soprattutto all’alba e al tramonto, svuotando i contenitori e i vasi dall’acqua stagnante e cambiando spesso l’acqua di piscine e ciotole dei cani.

 

 

Chikungunya

E’ una malattia virale trasmessa all’uomo da zanzare infette, la cui prima epidemia é stata descritta in Tanzania nel 1952. Dopo un periodo di incubazione di 2-12 giorni si manifestano improvvisamente febbre e dolori alle articolazioni tali da limitare i movimenti dei pazienti (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”). Altri sintomi includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo.  Occasionalmente sono state segnalate complicanze oculari, neurologiche, cardiache e gastrointestinali. Raramente si verificano complicanze gravi, tuttavia negli anziani la malattia può essere una concausa di morte.

La prevenzione individuale é lasciata all’uso di zanzariere e repellenti

 

 

Toscana Virus 

Il virus Tosv è stato isolato per la prima volta in Toscana nel 1971. In seguitto l’infezione é stata rilevata nei Paesi dell’Europa meridionale (Italia, Spagna, Francia, Portogallo), del Mediterraneo Orientale (Turchia, Cipro), della penisola Balcanica (Grecia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Bulgaria) e del Nord Africa (Tunisia, Marocco, Algeria).

 

E’ trasmesso all’uomo e agli animali dai flebotomi femmine (papataci), insetti diffusi in alcuni Paesi europei dell’area mediterranea, durante il pasto di sangue tra maggio e ottobre.

 

Il periodo di incubazione della malattia è solitamente di 3-7 giorni, ma può durare fino a 2 settimane. La maggior parte delle infezioni umane da Tosv decorre in maniera asintomatica o paucisintomatica. I sintomi più frequenti  sono: febbre, cefalea, nausea/vomito, con esordio improvviso, che tendono ad autorisolversi in media dopo circa 7 giorni.  Le manifestazioni cliniche più rilevanti sono meningite e meningoencefalite.

 

In passato questa patologia è stata diagnosticata raramente,  mentre negli ultimi dieci anni si è osservato un incremento delle segnalazioni dei casi in Emilia-Romagna che ha reso opportuno un approfondimento dell’andamento epidemiologico.

 

Tra il 2010 e il 2022 sono stati notificati 568 casi confermati di Tosv in persone residenti o domiciliate in regione. Gli anni di maggior picco sono stati il 2013 e il 2022 con il maggior numero di segnalazioni a partire dal mese di giugno, con punte ad agosto nel 2013 e a settembre nel 2022.

 

 

Paesi esteri dove la dengue è maggiormente diffusa. Fonte-Iss

Dengue

La dengue è conosciuta da oltre due secoli, è endemica in oltre cento paesi,  particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico.

 

Ad oggi è considerata in tutto il mondo la più importante malattia virale trasmessa da zanzare all’uomo, con un numero di casi notevolmente aumentato  negli ultimi decenni. Casi d’importazione associati a viaggi sono frequentemente riportati in Europa.  Il virus, una volta entrato, circola nel sangue per 2-7 giorni.

 

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità circa metà della popolazione mondiale è oggi a rischio di dengue, con una stima di 100-400 milioni di infezioni all’anno.

 

Normalmente i sintomi sono lievi, ma il  virus in alcuni casi può causare nell’arco di 5 o 6 giorni dalla puntura della zanzara febbre anche molto elevata accompagnata da mal di testa, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito e irritazioni della pelle. La diagnosi deve essere confermata con esami del sangue alla ricerca degli anticorpi specifici.

 

 

Usuv

I l virus Usuv  è stato osservato per la prima volta in Europa nel 1996. E’ stata la causa di una moria significativa fra i merli e altre specie aviarie in Italia e, successivamente, in altri paesi europei. La zanzara è il vettore ponte per il passaggio del virus tra le specie.

Sebbene condividano cicli biologici simili, i due virus West Nile e l’Usuv  differiscono per il loro impatto sulla sanità pubblica. Se il Wnv è responsabile di casi umani con sintomi neurologici gravi, mentre la capacità  dell’Usuv  di indurre forme cliniche neuro-invasive é  invece limitata a poche e sporadiche segnalazioni in Emilia-Romagna e in Veneto,

 

 

Zika- per le malattie trasmesse, a rischio soprattutto feti e neonati

Il virus è stato isolato per la prima volta in Uganda nel 1947. Il primo caso di infezione nell’uomo risale al 1968 in Nigeria e dal 1968 al 2007 si sono registrati casi di infezione umana solamente nell’Africa centrale e nel Sud Est asiatico. La prima epidemia si è verificata nel 2007 sull’isola di Yap (Micronesia), dove sono stati segnalati 185 casi sospetti. Tra il 2013 il 2014 epidemie si sono verificate in diverse isole del pacifico: Polinesia francese, Isola di Pasqua, Isole Cook e Nuova Caledonia. Nel 2015 in Brasile vi é stata un’epidemia con 7mila casi.

 

L’Oms riporta che, a partire da luglio 2019, 87 Paesi hanno segnalato casi di trasmissione autoctona da virus Zika e che, in 61 Paesi e territori, è stata accertata la presenza di vettori competenti (Aedes aegypti) pur in assenza di casi documentati di trasmissione.

 

Al momento non si registrano in Europa focolai autoctoni di virus Zika trasmessi da vettore, ma le autorità sanitarie di diversi Paesi (Danimarca, Finlandia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia) hanno riferito la presenza di casi di infezione in viaggiatori di ritorno dalle aree endemiche.

 

Il periodo di incubazione del virus varia generalmente da 3 a 12 giorni.  Nell’80 per cento dei casi, l’infezione rimane asintomatica. I sintomi sono generalmente lievi e possono persistere per 2-7 giorni, senza gravi complicazioni e decessi correlati. Una persona su quattro sviluppa sintomatologia e, raramente, è necessario il ricovero in ospedale.

 

Il principale vettore è la zanzara Aedes aegypti, ma anche la zanzara Aedes albopictusdiffusa in Italia, può trasmettere il virus. L’infezione può, inoltre, essere trasmessa per via sessuale e dalla madre infetta al feto durante la gravidanza o in prossimità del parto. L’infezione contratta durante la gravidanza può causare anomalie cerebrali congenite, incluso microcefalia, ed altre malformazioni, denominate sindrome congenita da virus Zika.

 

I sintomi principali consistono in eritema maculo-papulare, in presenza o in assenza di febbricola, artralgia, astenia, congiuntivite non purulenta o iperemia della congiuntiva, mialgia e cefalea. Le eruzioni cutanee iniziano generalmente sul volto e si diffondono successivamente a tutto il corpo. Meno frequenti  dolore retro-orbitale e sintomi gastro-intestinali.

 

Sebbene considerate principalmente patologie di importazione, queste infezioni sono monitorate in Europa anche per ridurre il rischio di una trasmissione autoctona tramite le zanzare tigre presenti in Europa.

Ombretta T. Rinieri

 

Fonte: Epicentro  Oms