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Elisabetta Priolo: l’arte in un atelier di pittura

IN CENTRO –  Si affaccia su piazza Dalla Chiesa appena rinnovata donandone un tocco d’eleganza

 

ARESESu  piazza Dalla Chiesa, appena dopo il municipio, si affaccia da gennaio di quest’anno il piccolo atelier della pittrice Elisabetta Priolo, in arte Elis. L’avevo incontrata l’anno scorso al centro civico ‘Agorà’ in occasione della mostra ‘Evoluzioni’ e mi avevano colpita delle sue diciotto tele in esposizione, gli sguardi misteriosi e intriganti dei volti di donna raffigurati.

Un incrocio d’occhi da parer vero, d’aspettarti quasi che si animino per scrutare te, visitatore. E’ oggi la stessa sensazione che si vive entrando nello spazio artistico di Elisabetta in centro ad Arese. Laddove oltre agli sguardi dei volti umani, incontri pure quelli fieri di creature come le tigri o magnetici come quelli delle volpi o intelligenti e amorevoli come quelli dei nostri amici cani e gatti. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Ecco, Elisabetta ne coglie il guizzo.  Così come coglie la luce che illumina cose, persone e paesaggi: contemplando un suo dipinto, ci si può perdere in un’altra dimensione. E’ curativo. Così, come succede con la meditazione.

 

E’ proprio la luce che io voglio trasmettere, – dice Elisabetta – voglio proprio catturare l’espressone della vita, il senso della vita, che gli occhi sicuramente hanno. E’ per questo che in tutti i miei quadri c’è questa luce che si vede o che traspare attraverso gli occhi”.

 

C’è per esempio un quadro molto grande, un metro e venti per un metro, distribuito su due teli in sovrapposizione che rappresenta una volpe in un bosco. Tu guardi il quadro e hai l’impressione di essere dentro a un racconto.

Sono partita da una tela piccola – spiega l’artista –   e dopo c’è stata un’espansione del lavoro perché volevo dare spazio a questa volpe che si volta e guarda me, perché sono io che l’ho fatta nascere e sono io che le ho costruito il suo percorso nel bosco innevato con questi toni di grigi,  verde e oro, perché c’è  una luce che filtra e c’è l’immagine di questa volpe che fra poco se ne andrà per la sua strada. Questo è proprio quello che ho sentito ed è il senso che volevo dare al lavoro. Io amo gli animali. Gli animali di tutti i tipi. In particolare gli animali selvatici”. Il materiale su cui si sviluppa il dipinto è misto tela e compensato, mentre la tecnica è mista acrilico,  olio e gesso. In rilievo, due bastoni simulano due tronchi d’albero, scolpiti lavorando con le mani e la spatola una colata di gesso e acrilico.

 

Per Elisabetta dipingere è una passione che aveva fin da bambina. Non capita l’inclinazione artistica dalla famiglia, da giovane dovette studiare ragioneria e iniziare presto a lavorare. A frenarla anche la scomparsa presto dei genitori e successivamente gli impegni di famiglia. “I miei non potevano permettersi di pagarmi il liceo – racconta – e ho iniziato a lavorare a quindici anni e a studiare di sera. Poi mi sono sposata, ma per incompatibilità di carattere ho divorziato e cresciuto mia figlia da sola. La vita mi ha messa alla prova”.  

 

Da autodidatta ha frequentato negli anni 80 e 90 dei corsi con dei professori importanti acquisendo le varie tecniche di pittura. Ora ha talmente tanta esperienza, che non prepara più i bozzetti. Parte a lavorare direttamente sulla tela e poi cambia in itinere. “A un certo punto non mi convince più quello che sto facendo – dice – ho un’altra idea e con il pennello cancello, ripasso, adotto un altro colore”.

 

Oggi è lei che tiene dei corsi nel suo atelier.Se c’è talento, predisposizione e voglia di sporcarsi  – afferma – tutti possono imparare. A qualsiasi età.  L’arte è terapeutica, curativa, ti rilassa, ti introduce in un mondo  ovattato, silenzioso. Questo lavoro lo sto portando  a vanti da sempre. Adesso ho 71 anni e sono almeno cinquant’anni che tra alti e bassi dipingo e c’è sempre da imparare. E’ una continua ricerca per migliorare. Mi accompagna e mi sostiene il mio secondo marito che ha capito come io abbia bisogno di dipingere come di respirare”.

 

Elisabetta ha un sogno nel cassetto.  Ha dipinto una tela di un metro e cinquanta per un metro. E’ un olio e acrilico che raffigura una ballerina ucraina che danza con una ballerina russa attorno al globo. Al centro, l’albero della vita accoglie questa danza assieme ai popoli di tutto il mondo. Le bandiere appena abbozzate si trasformano in fiori affinché l’umanità intera danzi come un sol popolo.  Vorrebbe che questo dipinto giungesse a Papa Francesco e lancia un appello per un aiuto in questo suo desiderio.

Ombretta T. Rinieri

Articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 7 luglio 2023 a pag. 58