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Il ‘lago’, modello Milano Tre, è stato un fraintendimento

Ma per il Wwf l’area umida è un’oasi di biodiversità e di pregio ambientale di cui vantarsi

ARESE – I residenti di Arese Sud protestano da anni per lo stato del ‘lago’ che hanno di fronte alle case.  All’origine vi sarebbe un fraintendimento. Guardando le brochure pubblicitarie, le persone si erano convinte di acquistare un alloggio con al contorno una situazione ambientale sul modello di Milano Tre.

 

 

 

 

 

 

 

Invece, si sono accorte di aprire le finestre su un’area umida dove nidificano specie protette di anfibi e uccelli, ma anche bisce, topi e zanzare.

 

In realtà il ‘lago’ è stato concepito come una vasca volano necessaria a drenare l’acqua piovana dal terreno impermeabile delle Groane, affinché non si allagassero le palazzine del comparto. Per rendere la vasca gradevole, così come ha spiegato settimana scorsa al Notiziario l’assessore Enrico Ioli,  il progetto del costruttore Sansovino ha previsto la piantumazione di canneti e altre piante acquatiche.

 

“Non poteva essere diversamente – ci spiega Gianni Del Pero, geologo e presidente del Wwf Lombardia, l’associazione intervenuta due anni or sono insieme ai carabinieri forestali affinché si facesse una corretta manutenzione del ‘lago senza danneggiare l’ecosistema  – perché l’unica modalità per la quale  quell’intervento edilizio poteva essere realizzato, era che si mettessero  a norma in qualche modo le acque che intercettava. Non si poteva fare una piscina o un laghetto  tipo idroscalo. Il progetto è stato pensato per garantire un ambiente  naturale in compensazione alla costruzione, che invece andava a distruggere l’ambiente naturale preesistente.  Infatti i condomini  lamentano la presenza di rane in cantina. Ma questo perché le rane c’erano anche prima. Questa è sempre stata una zona umida naturale. Il progetto ne ha tenuto conto e ha realizzato uno stagno che svolgesse la funzione di laminare le acque prodotte  dalle palazzine costruite”.

 

Secondo Del Pero il problema è che in realtà la vasca volano non ha mai funzionato come tale, perché sono state costruite meno palazzine di  quante preventivate e così l’acqua raccolta dai tetti delle abitazioni non è sufficiente ad alimentare il lago.

 

“In realtà – spiega Del Pero – a fianco c’è una presa  dell’acquedotto allacciata a un pozzo che potrebbe alimentare l’acqua del lago. Ma che evidentemente non è stato attivato”. Questo,  insieme e la siccità di quest’estate,  ha creato l’attuale impaludamento della zona. “La Sansovino – continua il presidente del Wwf – deve tagliare le canne. Toppe piante fanno male, tolgono ossigeno a quella poca acqua che c’è”.

 

Negli anni si sono tenuti in comune incontri fra Amministrazione, Ats, Arpa, Numeria, Wwf, Città Metropolitana e carabinieri forestali e alla Sansovino sono stati indicati i periodi corretti per eseguire le manutenzioni annuali,   da farsi nel periodo autunno-inverno, e volti a togliere i rifiuti, sfalciare i canneti e assicurarsi della non proliferazione di zanzare e l’assenza di roditori.

 

Quell’ambiente – dice Del Pero – è molto pregiato. Quest’anno si sono posate perfino le gazzette, che sono una specie di cicogne, indicatore di qualità ambientale. I condomini della Sansovino dovrebbero essere contenti di abitare di fianco a un’oasi di biodiversità. Inoltre le zanzare proliferano nell’acqua dei sottovasi sui balconi. Nell’area umida non ce ne sono,   perché l’ecosistema le abbatte”.

Ombretta T. Rinieri

Articolo pubblicato sul “Notiziario” del 7 ottobre 2022 a pag. 57