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Ex Alfa Romeo: Via dal “Gardella” tutti i lavoratori Fca

Il caso – Fca Italy si sposta al centro direzionale. Il Call center forse a Vimodrone. Parla il sindacato – Trattative per una joint venture tra Fca e Assist Digital

 

Il centro tecnico “Gardella” dell’ex Alfa Romeo

ARESEEx Alfa Romeo.  Cambio di passo al “Gardella”. Lavoratori e associazioni ospitati al centro tecnico dell’ex di Viale Giuseppe Luraghi 11  dovranno a breve lasciare la sede. Stando ad alcune indiscrezioni, Fca avrebbe venduto al proprietario dell’Iper Marco  Brunelli l’edificio, mentre altre fonti ufficiose parlano di spazi che la società di Torino aveva in affitto e che ora deve lasciare liberi. Sta di fatto che con l’inizio di dicembre ha avviato le procedure di sgombero.

 

In queste ore stanno preparando i pacchi del trasloco l’associazione dei Seniores Alfa Romeo e la Fondazione 25 Aprile che nel Gardella avevano un piccolo ufficio e che ancora non sanno se e dove potranno essere ospitati. Entro la fine dell’anno pare certo invece  il trasferimento al centro direzionale, dove è sito anche il Museo  storico del Biscione, degli ottanta dipendenti di Fca Italy spa, così come si chiama dal 2014 la Fiat Group Automobiles.

 

Diversa invece la situazione degli oltre duecento dipendenti del Csc Customer Services Center, il call center che da oltre dieci anni fornisce l’assistenza ai clienti del marchio. Da qualche tempo la Fca ha avviato delle trattative con l’Assist Digital di Vimodrone per una cessione di quote. Se l’accordo andrà in porto, cambierà l’assetto societario ed è probabile con il 2021 un trasferimento della sede di lavoro della Csc a Vimodrone.

 

“Abbiamo ricevuto anche noi la comunicazione  mercoledì 2 dicembre – spiega Marco Giglio, coordinatore provinciale della Fim Cisl di Milano per tutto il gruppo Fca Cnh  – poco prima che l’azienda procedesse attraverso i suoi manager  alla comunicazione ai dipendenti. Di solito Fca quando comunica procede. Diciamo che la crisi dell’automotive ha accelerato quelli che erano i piani industriali di tutto il gruppo FcaCnh (Pregnana, ndr). Confermo che sono in corso delle trattative tra Fca e Assist Digital per la costituzione di una joint venture. A oggi si tratterebbe di una cessione di quote che permetterà alla Assist Digital, che già collaborava con la Fca da tempo, di entrare con una partecipazione nella galassia Fiat.  Al momento non abbiamo ancora la certezza di chi avrà la maggioranza del capitale. A livello sindacale noi abbiamo comunque definito degli incontri per approfondire quelle che saranno le modalità di gestione che ora non sono chiare”.

 

La prima preoccupazione del sindacato  è stata quella di assicurarsi che in Csc non ci fossero licenziamenti. “Allo stato attuale il business non cambia. L’operazione è in continuità. Non si parla del trasferimento  del ramo d’azienda o della cessione dell’azienda per cui i lavoratori sono tutti garantiti.  Attualmente non c’è stato comunicato neppure il cambio del nome della società, che è ancora Fca Csc. Aspettiamo di conoscere come stanno realmente le cose appena inizieremo con l’azienda la fase di confronto  e trattativa. A oggi ci hanno però escluso qualsiasi  problema occupazionale. Anche perché attualmente l’azienda non sta utilizzando neppure la cassa integrazione per Covid”.

 

I duecento dipendenti del Customer Services Center sono per il settanta per cento donne con un’età media di quarant’anni. In pratica madri di famiglia che coprono la giornata lavorativa di dodici ore (dalle 8 del mattino alle 20 di sera) su  due turni di sei ore. La maggior parte abita sul territorio,  tra Arese, Bollate, Garbagnate, Lainate, Caronno Pertusella, Saronno e Milano. Per questi lavoratori pesa l’incertezza sul cambio della sede di lavoro, tenendo conto che un eventuale trasferimento da Arese a Vimodrone non è uno scherzo.

 

“E’ ovvio – conviene il sindacalista della Fim-Cisl – che un trasferimento che passa dalla zona Sud-Ovest alla zona Nord di una metropoli come Milano  è certamente un disagio  notevole. Lo abbiamo già fatto presente all’azienda con cui si aprirà una discussione sugli spostamenti. Per questo è tutto da costruire rispetto agli  orari e ai trasporti, perché lì c’è anche un tema di navetta.  Poi, se ci sarà un buon accordo sullo smart working,  il disagio rispetto alle distanze si limiterà parecchio: non significherà più  andare a lavorare  cinque giorni su cinque presso una sede di lavoro”.

 

Con il Covid, lo smart working in Fca è già una realtà. “Il Covid è uno degli aspetti – spiega Marco Giglio – e noi abbiamo chiesto alla società gli aggiornamenti del contratto di lavoro che è quello dell’automotive.  La società li dovrà dare. All’interno di questi  andrà strutturato una parte di smart working  su tutte le aziende  del gruppo e in base al contratto specifico vi è una percentuale minima di garanzia di lavoro in presenza del venti per cento. Fca non fa differenze territoriali. Di solito si stipula un accordo centrale che poi viene declinato ai vari livelli territoriali, strutturando lo smart working secondo quelle che sono le giornate in presenza attraverso una pianificazione, con il diritto di disconnessione, le fasce di reperibilità, se c’è o no la mensa, le indennità forfettarie e tutto ciò che riguarda un accordo”.

 

E’ possibile che una parte dei lavoratori si dovrà spostare gioco forza a Vimodrone e una parte lavorerà a distanza? “Noi entreremo in trattativa entro la fine dell’anno e puntiamo  a raggiungere un accordo sul trasferimento che riguardi tutte le persone  – risponde Giglio – compresi i sopralluoghi del nuovo  locale dato che a oggi non sappiamo com’è strutturata  la nuova società.  Con l’anno nuovo andremo a verificare.  Intanto per mercoledì 16 dicembre abbiamo convocato un’assemblea sindacale per parlare con i lavoratori delle varie problematiche”.

Ombretta T. Rinieri

pezzo pubblicato su “Il Notiziario” dell11dicembre 2020 a pag. 67