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Come è nata la band e chi sono i componenti dei “Grate Soul”

Emanuele Romani

ARESE – BOLLATE – L’artefice della band è Emanuele Romani, diciassette anni appena compiuti. Scuola elementare in via Dei Gelsi dove già a 8 anni gioca con i compagni a stare in una band. Si forma in chitarra alla scuola di musica del paese “Ricordi” e tre anni fa fonda la sua prima rock band, la “Blackship”, con altri tre coetanei, tutti di Arese, cantante una ragazza. Poi nel 2019 la rivoluzione. Cambiano gli altri tre componenti e cambia anche il nome della band che diventa “Grate Soul”. Il posto di cantante viene preso subito dall’amico d’infanzia Davide Bianchi con cui é subito intesa artistica e, dopo vari avvicendamenti nelle posizioni di bassista e batterista, si sono aggiunti Luca Calanca al basso  e Davide Miante alla batteria.

 

“Il bassista degli inizi – racconta Emanuele – non funzionava nel senso che non ci stava dentro ed entrato Luca. Tutto questo nel giro di un anno e mezzo. E poi negli ultimi quattro mesi ci siamo trovati nell’emergenza di cercare un nuovo batterista ed è arrivato Davide”.

 

Davide Bianchi

Il cantante Davide Bianchi, diciassette anni, che studia turismo al “Mattei” di Rho, di primo acchito fa pensare al frontman dei “Maneskin”, ma a ben guardare è del tutto diverso per voce e stile, tanto che lui  sul paragone scherza dicendo: “Mi hanno fatto bello, biondo e con gli occhi azzurri proprio per non assomigliare a lui”, la passione per la musica è di famiglia. E’ figlio d’arte. Il papà aveva una band. Praticamente alla sua stessa età e adesso continua a suonare per hobby con gli amici. Padre e figlio ascoltano il grunge. Entrambi suonano la chitarra. La mamma è una rocker e il nonno materno Massimo Proietti suona con una sua orchestra. Poi c’è lo zio, fratello del papà, imprenditore con la passione della musica, che ha permesso ai ragazzi di provare per ore nella sua ditta di Origgio.

 

Luca Calanca

 

Luca Calanca, vent’anni, aresino, studi al liceo artistico “Lucio Fontana”. Suona il basso ad alto livello tecnico pur essendo autodidatta.  L’arte l’ha appresa anche lui dal padre che da sempre suona il basso per passione.  Con Davide si conosceva da bambino, ma poi si erano persi di vista. E’ Davide che lo contatta dopo aver visto il suo profilo su Instagram. Ora è organico al gruppo.

 

 

 

 

 

 

Davide Miante

La musica è sempre stata aria di casa anche per il bollatese  Davide Miante: “I miei genitori – si racconta – hanno sempre ascoltato un sacco di musica di tutti i generi. Anche in macchina. Nei lunghi viaggi. Con le chiavette usb”.

 

 

 

 

 

 

A XFactor i Grate Soul hanno portato una cover, ma scrivono e suonano anche pezzi propri. Su Spotty Five è possibile ascoltarne qualche pezzo come il single “The Seeker” e guardare il video autoprodotto e registrato allo Traistudio di Mezzago il cui proprietario Fabio Intraina. Il gruppo si esibisce live nei locali, ma è lontano dal poter essere un lavoro. 

 

“Non è come Londra – raccontano – dove si respira la musica suonata in qualsiasi e i gestori  pagano molto bene gli artisti. In Italia la musica live si è ridimensionata rispetto agli anni 90. I locali hanno molte spese riguardo a luci, strumenti e Siae che è quella che gestisce tutti i diritti per la serata.  L’altro problema è che i ragazzi della nostra età non ascoltano più molto rock. Pensiamo che il nostro genere e il nostro stile possa contribuire a riavvicinarli”.

Ombretta T. Rinieri

articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 2 ottobre 2020 a pag. 65