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Pandemia da Coronavirus: Rischio sottovalutato

IL PROBLEMA – Passeggiate, biciclettate e bambini nei parchi: troppa gente la sta prendendo come una vacanza

 

ARESECovid 19. E’ pandemia, ossia epidemia mondiale. La svolta infettiva mercoledì 11 marzo  con il salire dei contagi a livello globale. Stante l’emergenza nelle terapie intensive degli ospedali, il 9 marzo il governo Conte ha emesso un decreto con una serie di norme di comportamentali  da seguire sul territorio italiano al fine di frenarne la diffusione.

In Lombardia la situazione è critica da due mesi e Milano è campione in questi giorni di virtuosismo civico con strade, piazze, negozi, autobus e metropolitana semivuoti e gente che gira anche in macchina con le mascherina consapevole che il virus è resistente nell’aria e sulle cose per giorni e che si può essere asintomatici.

 

Ma nell’hinterland la presa di coscienza sulla pericolosità della situazione viaggia al rallenty: biciclettate, passeggiate all’aria aperta, bambini nei parchi. Siamo alle “domeniche a piedi” più che a “Io sto a casa” e ciò nonostante i posti di blocco dei carabinieri, alle chiusure di bar e negozi alle 18 e al segnale che da martedì all’Esselunga di Garbagnate si entri dieci alla volta.  E’ anche per questo che il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana si batte da giorni per la chiusura totale sul modello di Codogno, dove dopo la quarantena pilota sono ora riprese le attività.

 

Ad  Arese qualcuno non ci sta a far finta di niente. B.M. ha contattato il nostro giornale per una vigorosa protesta contro la mancanza di senso civico di alcuni concittadini. Il suo obiettivo, ci dice,  è far giungere la sua voce al sindaco Michela Palestra, custode della salute pubblica, attraverso il “Notiziario”.

 

Sono scioccata – protesta B.M. – da come alcuni miei concittadini reagiscono all’epidemia: anziani e bambini dappertutto. Non lo trovo rispettoso nei confronti delle persone che lavorano negli ospedali e dei ricoverati. È  vero che Arese  è una cittadina un po’  particolare perché noi sembriamo sempre in vacanza, però non è rispettoso nemmeno  rispetto a Milano che è deserta. Qui nonni e nipoti sono in giro a spasso. Bisogna far rispettare il decreto del presidente del consiglio. Non vedo la polizia municipale in giro a far rispettare le regole. Ho telefonato al comando per protestare e mi hanno riattaccato il telefono in faccia. Io ritengo che il sindaco debba essere informato di questa situazione, perché non  è giusto che non intervenga. Deve mandare fuori la polizia in pattuglia. C’è un decreto e qui ad Arese non è rispettato. Stessa cosa al centro commerciale dove le famiglie portano i bambini a giocare”.

Ombretta T. Rinieri

Articolo pubblicato su “Il Notiziario” il 13 marzo 2020 a  pag.59