- Detto Schietto - https://www.dettoschietto.it -

Asst e Ast respingono le istanze dei sindaci del Rhondense sulla terapia neonatale di Rho

RHO – No al declassamento della terapia intensiva neonatale di Rho. Dopo quello dello scorso sicembre, è quanto hanno ribadito i sindaci del Rhodense a seguito dell’incontro avuto lo scorso 13 febbraio con l’Asst e l’Ats del territorio e il personale medico del reparto di neonatologia di Rho e di Milano Niguarda per un aggiornamento sulla questione ridimensionamento del reparto a Rho.

 

L’incontro,  fortemente chiesto dalle Amministrazioni locali a seguito anche delle mozioni dei propri consiglio comunali, nonché di petizioni cittadine dopo l’approvazione della delibera 2395 dell’11 novembre 2019 con cui Regione Lombardia ha deciso di svuotare l’ospedale Rho della terapia neonatale  in considerazione di un numero troppo esiguo di bambini sotto i 1500 grammi. Con lettera del 9 dicembre scorso, i sindaci avevano a loro volta chiesto di ampliare il territorio di competenza della Tin con il Legnanese e il Magentino per poi rifare la statistica dei ricoveri dei neonati.

 

Nell’incontro, però, è stato ribadito, come già comunicato dall’assessore Gallera, che tale richiesta non è stata accolta e che quindi dall’1° marzo prossimo la terapia intensiva neonatale di Rho verrà riqualificata in reparto sub intensivo. E’ stato anche precisato che a fronte di 1210 parti nell’ospedale di Rho nel 2019, vi sono stati solo 15 neonati con peso inferiore ai 1500 grammi ricoverati nella Tin di Rho (di questi, cinque sotto i mille grammi).

 

Secondo i vertici sanitari l’obiettivo non sarebbe quello di risparmiare risorse, ma di fornire un servizio migliore mettendo a disposizione la Terapia Intensiva neonatale di Milano dell’ospedale di Niguarda solo nei casi di bimbi sotto il chilogrammo nati prima delle 32 settimane.

 

Tutti gli altri bambini nati prematuri potranno continuare a essere curati a Rho. Vi sarebbe pure l’impegno di trasferire presso la Terapia Sub intensiva neonatale di Rho altri bambini attraverso l’intensificazione della collaborazione tra le strutture di Rho e Niguarda, prevedendo una turnazione dei medici tra le due strutture.

 

Il numero di posti letti effettivi della nuova Tin di Rho, sia pure con competenze sub intensive, sarà di sei unità con anche il servizio di “back transport” dall’Ospedale di Niguarda a quello di Rho una volta superata la fase acuta e la necessità delle cure più intensive.

 

“Non hanno sospeso la delibera regionale e non hanno accolto le nostre richieste – hanno ribattuto i sindaci – e rimaniamo quindi  convinti che questa misura di ridimensionamento non fosse una priorità della sanità in Lombardia.  La Tin di Rho è sempre stata un punto di eccellenza del nostro territorio e fatichiamo a capire la necessità di questo provvedimento e la rigidità sui tempi di applicazione. Preso atto, nostro malgrado, della posizione di Asst e Ats, noi sindaci verificheremo che gli impegni sulla volontà di migliorare ed incrementare l’intero “punto nascita” dell’Ospedale di Rho presi in questa riunione vengano rispettati”.

Ombretta T. Rinieri