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Camillo Marchetti, Gentil uomo d’altri tempi

STORIA – Fu artefice della nascita dell’Archivio e del Museo Storico Alfa Romeo, si è spento il mese scorso

 

ARESE – Il 18 settembre scorso è venuto a mancare a 95 anni Camillo Marchetti, storico direttore delle relazioni esterne dell’Alfa Romeo. Io l’avevo incontrato nel febbraio del 2016 nella sua casa milanese, in zona fiera, insieme con la moglie Paola de Paoli, altrettanto storica presidente dell’Unione giornalisti scientifici italiana e internazionale, che purtroppo pochi mesi dopo lo lasciò in lutto e per la cui perdita Marchetti non si riprese più.

 

Marchetti, laureato in giurisprudenza, lasciò la professione di avvocato per entrare nel Biscione nel 1954 dopo un lustro d’esercizio. “L’Alfa Romeo mi aveva contattato già il primo anno dopo la laurea – mi disse – ma io lasciai perdere. Tornarono alla carica qualche tempo dopo e io finii per accettare. L’Alfa é sempre stata una specie di maga che stregava tutti”. Di lui oggi il presidente del gruppo Seniores   Alfa Romeo, Aldo Berselli, dice: “Era una delle persone più amabili che io abbia mai conosciuta. Molto educata, molto corretta. In azienda è passato alla storia per queste sue prerogative”.

 

Una stima e una passione per l’Alfa Romeo e per i suoi dipendenti che Marchetti ricambiava:  “Era bello l’ambiente – disse a me – era bella la gente. in Alfa Romeo c’ era uno spirito di collaborazione fra tutti, sempre. Sono state evitate liti o altre cose. In altre aziende non era così. In Alfa si era veramente tutti amici. Certo i livelli esistevano, ma ciò non era un problema. Io stesso sono entrato facendo tutti i miei bei gradini. Prima come impiegato di seconda categoria. Dopo sei mesi promosso in prima e poi tutta la trafila dei vice”.

 

Marchetti è l’artefice della creazione dell’archivio storico. “Avevamo bisogno di un archivio – mi disse nel nostro incontro – per mettere in ordine la documentazione che si era salvata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che avevano distrutto parte dello stabilimento e che era ammassata negli scantinati”. Fu Marchetti che diede le ali all’idea di Fusi per la realizzazione del Museo Storico. “Per realizzarlo – mi raccontò – nel dopoguerra si dovettero recuperare le vetture in giro per tutto il mondo e molte furono riacquistate dall’azienda”.

 

A Marchetti e al suo staff si deve anche l’ultimo grande raduno automobilistico in sinergia con la Famiglia del fondatore Nicola Romeo in occasione del 75esimo anniversario del Biscione. Un treno partì da Milano alla volta di Asso dove i rappresentanti più autorevoli dell’Alfa Romeo furono accolti dall’allora ancora vivente ultima figlia di Romeo, Pierina, e dai nipoti. Ultimo grande raduno prima dell’acquisto della Fiat dell’Alfa Romeo,  la cui era Marchetti decise di non cavalcare. Se ne andò infatti prima del 1987.

 

Ma in lui rimase vivido il ricordo dell’incontro con i Romeo, in particolare con la Daniela Maestri Romeo, figlia di Irene, la penultima figlia di Romeo. Di cui mi disse: “Uno spirito libero. Difficilmente qualificabile perché è impegnata su molti fronti. Bravissima”.

 

Quel 75esimo con Camillo Marchetti rimasto nel cuore e nella memoria anche di Daniela Romeo: “Quel giorno – racconta la  nipote di Romeo – Camillo mi disse: <”Questo sarà l’ultimo anniversario che passeremo come Alfa Romeo. E così fu>”.

 

Uscito dall’Alfa Romeo Marchetti ha affiancato la moglie Paola de Paoli nell’organizzazione degli eventi che li portavano in giro per il mondo con i giornalisti scientifici. “Ma un passo dietro a Lei“, come racconta Gabriella Fiecchi, medico, scrittrice, conduttrice tv di programmi sulla salute e il benessere, sportiva al punto tale da correre come pilota di rally e di auto da corsa, politicamente impegnata a fianco delle donne in Parlamento, in Regione Lombardia in Provincia e nel comune di Milano.

 

Paola de Paoli – mi racconta Fiecchi –  è stata un grande presidente, ma di fatto alla base della sua opera aveva il sostegno,  la verifica di Camillo. Le era la presidentessa dell’Ugis ed è stata anche molto generosa perché ha portato in giro noi giornalisti  scientifici con molta  dignità, con molto orgoglio e ci  ha fatto rispettare  tutti. Ma dietro, nell’organizzazione, c’era Camillo che aveva questa sua grande esperienza maturata in Alfa Romeo. Era sempre in grado di risolvere i problemi logistici quando qualcosa non andava. Se Paola magari emotivamente si trovava in difficoltà, arrivava  lui. Sempre calmo. Molto Signore. Mai una volta che urlasse. Distinto. Equilibrato. Veramente una bellissima  presenza.  E si faceva voler bene anche dai suoi collaboratori”.

 

Proprio un  Signore d’altri tempi. Ragazzi, che bella gente c’era in Alfa Romeo!

Ombretta T. Rinieri

articolo pubblicato su “Il Notiziario” del 31 ottobre 2019 a pag. 65