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Colantuono, presidente di Sg, spiega il perché del ricorso

“Ingiusta l’esclusione dalla gara, la firma mancante non era essenziale”

 

In foto Stefano Colantuono davanti al logo della Geis

ARESE – E’ convinto di aver ragione Stefano Colantuono, presidente di Sg Sport. E a testa bassa ha deciso di sopportare il costo di migliaia di euro per presentare ricorso al Tar contro il decreto di annullamento dell’offerta presentata insieme a Reber come rete d’impresa per la gestione del centro sportivo nei prossimi quindici anni. A suo modo di vedere, la richiesta danni è una conseguenza dell’atto deciso da Città Metropolitana

“Città Metropolitana per  conto del comune ci ha escluso dalla gara non concedendoci l’aggiudicazione definitiva. Ok. Ma siccome nei miei diritti io dico che non è corretto quello che hanno fatto,  ho presentato ricorso al Tar e ho chiesto i danni”. Così afferma.

 

L’esclusione è stata determinata dal fatto che mancava sul Pef anche la firma di Giuliano Visinoni di Reber, considerata da Città Metropolitana  un elemento essenziale, ossia sostanziale e non solo formale,  dell’offerta economica. O no?

“Loro l’hanno ritenuta sostanziale, ma non è sostanziale e per questo abbiamo fatto subito ricorso al Tar. Un concorrente può essere escluso solo ed esclusivamente  quando non si può dare la paternità  di quel documento a un soggetto, perché non è stato firmato dal legale rappresentante.  Ma su quel documento c’era la mia firma. In più,  siccome mi è stata chiesta,  io quella firma di Reber sul  Pef l’ho consegnata  ad Anac e a Città Metropolitana. Ma il Pef è un documento amministrativo, che loro hanno inserito nell’offerta economica la quale era già stata firmata sia da me che da Reber.

 

 

Il Pef è il piano economico finanziario…

“Il Pef è un  documento amministrativo che mostra nei dettagli lo sviluppo  finanziario. Non è l’offerta economica e quella é firmata sia da Sg Sport che da Reber come rete temporanea d’impresa. Il Pef è differenziato  dall’offerta economica propriamente detta, tant’è che il Pef, a differenza dell’offerta economica,  non era soggetto a valutazione.  Pertanto  l’offerta economica è stata firmata sia da me che da Visinoni, mentre il Pef, essendo un documento amministrativo, solo dal legale rappresentante, che sono io. Oltretutto il futuro rappresentante  della rete d’impresa sono sempre io”.

 

In pratica Sg Sport e Reber hanno  fatto un unico gruppo  dove lei è legale rappresentante?

Esatto. Con tanto di impegno  presentato alla gara e  regolarmente registrato con atto notarile.

 

Ossia con iscrizione in Camera di commercio?

“Vi è l’impegno. In caso di vittoria del bando Sg Sport e Reber si registreranno in Camera di commercio come rete d’impresa. A tal fine il documento che abbiamo presentato è stato giudicato regolare”.

 

Il bando prevede una clausola sociale per l’assorbimento del personale. Dal punto di vista normativo, tuttavia, tale clausola pare non si possa imporre. Qual è la vostra posizione?

I dipendenti sono i miei. Non riassumo i miei dipendenti. Sono già miei. Certo che l’avrei  accettata. Era una cosa che era stata fatta giustamente per tutelare  i lavoratori. Perché se io vado al Jolly e a scuola, ho quaranta dipendenti. Se vado al centro sportivo ne ho 180. La musica cambia e queste persone il comune  ha cercato di tutelarle  mettendo la clausola sociale.

 

Cambiando discorso. Sono emersi problemi con le tubature della piscina. Cos’è successo?

“I tubi sono vecchi. Quando Tea ha ristrutturato non ha rifatto tutta la fognatura e ora i tubi perdono e bisogna intervenire”.

O.T.R.

articolo pubblicato su Il Notiziario del 4 ottobre 2019 a pag. 65