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Petizioni contro i centri commerciali. Reiterata risposta Ue: competenza dei tribunali nazionali

Inquinamento. Attesa la pronuncia della Corte di Giustizia europea sulla procedura d’infrazione contro l’Italia per la violazione della Direttiva Aria. Intanto la Commissione europea chiederà  informazioni per la dismissione ad Arese della centralina Arpa

 

BRUXELLES – Il 6 maggio scorso la Commissione europea si è espressa sulle audizioni che i consiglieri comunali  del M5s  Michaela Piva di Arese, Massimo Mantovani di Bollate e Maurizio Zinesi di Cinisello Balsamo hanno tenuto il 21 febbraio davanti alla Peti a supporto delle petizioni presentate contro l’ampliamento e o costruzione di centri commerciali previsti nei propri territori in quanto causa dell’aumento dell’inquinamento atmosferico in Pianura Padana.  Nell’occasione, Piva rendeva nota la dismissione  ad Arese della centralina Arpa di rilevamento delle polveri sottili.

 

“L’allegato V della direttiva 2008/50/CE6 – sottolinea ora la Commissione europea –  stabilisce che i punti di campionamento con superamenti del valore limite del pm10 negli ultimi tre anni sono mantenuti, a meno che non sia necessaria una delocalizzazione per circostanze speciali, in particolare lo sviluppo territoriale. Pertanto la Commissione chiederà ulteriori informazioni alle autorità italiane”.

 

E’ questa l’unica novità rispetto alle conclusioni del 13 febbraio 2018 con cui Bruxelles aveva già risposto alle petizioni in questione. Sui centri commerciali, reiterato quindi l’invito ai firmatari di  rivolgersi ai tribunali nazionali in quanto essi “sono gli organi ordinari responsabili dell’applicazione del diritto dell’Unione e in quanto tali sono investiti dell’autorità di garantire che la legislazione dell’Unione europea sia rispettata”.  Peraltro il 21 febbraio, Marco Gasparinetti, della direzione generale ambiente della Commissione, rispondendo durante l’audizione ai penta stellati italiani consiglieri comunali aveva anticipato che non vi fossero le basi giuridiche per un intervento dell’Unione europea.

 

Restano fondate le ragioni sull’inquinamento atmosferico per le quali si attende la decisione della Corte europea di Giustizia sulla procedura d’infrazione contro l’Italia per la  violazione della Direttiva Aria.

Ombretta T. Rinieri

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