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Petizione a Bruxelles contro il centro commerciale di Arese. L’audizione di Michaela Piva

Giovedì 21 febbraio 2019 la consigliera pentastellata di Arese ha relazionato sull’atto integrativo in variante  dell’accordo di programma sull’ex Alfa Romeo, che in parte prevede un’espansione dell’attività commerciale de “Il Centro” e in parte una rigenerazione dell’area in termini sportivi con la realizzazione di uno skidome e dei relativi servizi medico-sportivi oltre che ricettivi.

 

 

Michaela Piva in audizione davanti alla Commissione petizioni del Parlamento europeo

BRUXELLES – ARESEMichaela Piva ha concentrato l’esposizione sulle previsioni di traffico, sull’ulteriore deterioramento della qualità dell’aria di un  territorio già molto inquinato, sui monitoraggi post opera condotti  dall’operatore del centro commerciale e sulla dismissione della centralina di rilevamento del pm10.

 

 

 

 

Il piano – ha spiegato Piva, accompagnando la propria esposizione  con delle slide  – prevede un raddoppio di superfici commerciali  che passerebbero dagli attuali 77mila mq ai 157mila mq in progetto. In verde l’area realizzata e gli ambiti tratteggiati quelli d’espansione. Il piano è del 2016 e l’iter è fermo in quanto i tre sindaci afferenti a quest’area stanno discutendo  sulla mobilità.  La pista da sci indoor avrà probabilmente un’area interrata. C’è un palazzetto di 100 metri, simile a un palazzetto per grandi 

 

 

eventi sportivi, ma di questo non c’è ancora una definizione precisa. Attualmente ci sono  43.252 passaggi veicolari  nei giorni di punta,  prevalentemente il venerdì, sabato e la domenica.

 

 

 

Con l’aggiunta di queste ulteriori superfici commerciali e della pista da sci indoor  avremo altri 46.070 passaggi veicolari  in più, con un incremento maggiore del cento per cento.  Sono previsti 15mila posti auto in più.  Stando ai dati sulla qualità dell’aria, nel 2016 si sono sforati di 76 giorni i valori di pm10. Nel 2017   sono stati superati per 94. I dati che vi avevamo trasmesso erano stati desunti dalla centralina  locale di Arese di Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente. Ad agosto 2018  la centralina è stata dismessa, pertanto non abbiamo dati confrontabili  con quelli precedenti da fornirvi”.

 

 

Stando al racconto di Piva, la centralina non avrebbe funzionato per 347 giorni sicché nelle statistiche, Arese è passata dall’essere una delle cittadine più inquinate  dell’hinterland milanese rispetto allo storico 2016-17 a essere l’ultima,  pur essendo il paese delimitato da due arterie di traffico ad alta percorrenza quali l’autostrada e una statale che porta a Milano (Varesina).

“Questo perché – ha precisato – attualmente  possiamo avere solo i dati relativi alla media  della zona, ma non  quelli locali che avevamo prima”. I monitoraggi sono condotti dalla proprietà del centro commerciale aresino e successivamente visionati da Arpa. “Ma l’operatore – ha detto Piva – non ha mai  ottemperato alle richieste di Arpa sulla trasmissione immediata dei dati di rilevamento  e di quella dei  certificati di taratura  degli strumenti di rilevamento”.

I dati sui monitoraggi, inoltre, avrebbero dovuto essere pubblicati su un sito internet con l’indicazione di specifici link. Tutto ciò non è avvenuto. “L’operatore non ha un suo sito – ha continuato la consigliera aresina  del m5s – e pertanto questi dati  noi li abbiamo acquisiti da un accesso atti a Regione Lombardia, dall’osservatorio  ambientale. E ci sono stati trasferiti con un cloud  a scadenza  temporale. Quindi senza rinviarci a un link  pubblico specifico”.

 

 

Piva è poi passata ad affrontare l’impatto dell’inquinamento sulla salute dei cittadini richiamandosi ai dati 2017 (gli ultimi disponibili), desunti dal portale dell’azienda territoriale  sanitaria. “Abbiamo registrato  un incremento nel comune di Arese di decessi per tumori del  22 per cento rispetto alla media  dei tre anni precedenti. Le malattie croniche cardiovascolari registrano  un aumento del cinquanta per cento. Questi dati delle malattie croniche cardio vascolari sono stati modificati  dall’Ats e non abbiamo il motivo di questa modifica”.   

 

Serafica la conclusione: “A poco serve aderire  ai protocolli aria – ha detto –   se poi si prevedono e si programmano  attività  che fondano il loro  profitto sull’ingresso orario di auto e quindi  aumentano il carico veicolare. A nulla serve  avere delle infrastrutture e della mobilità sostenibile  se poi non si  tengono sotto controllo anche questi piani  che si stanno  moltiplicando nel nostro hinterland. È un fenomeno  che va in conflitto con la  direttiva aria ed è un modello di sviluppo che sta anche  decadendo nel resto del mondo. Quindi vi chiediamo di intervenire e dare seguito a questa  petizione”.

Ombretta T. Rinieri

 

guarda il video delle audizioni con le risposte di Marco Gasparinetti della direzione ambiente Commissione europea