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Chi é proprietario dell’area ex Alfa?

CONSIGLIO COMUNALE – Una Fiduciaria nasconte la nuda proprietà dell’ex Alfa Romeo: in una mozione il Movimento 5 Stelle chiede di conoscere l’identità dei soci. Pd, civiche e Lega votano contro

 

ARESEChi sono i veri proprietari dell’ ex Alfa Romeo? La domanda è stata il nocciolo di una mozione presentata il 20 dicembre scorso nell’ultimo consiglio comunale del 2018. A presentarla, con l’intento di bloccare la firma del sindaco Michela Palestra dell’atto integrativo dell’adp per l’urbanizzazione del restante milione di metri quadrati dell’area industriale dismessa fintanto che non se ne sia conosciuta l’identità,  è stata la consigliera penta stellata Michaela Piva. Che, da sola,  porta avanti dai banchi della minoranza una tenace opposizione all’arrivo di Ikea e dello Skidome.

 

“Preso atto che da una verifica effettuata è risultato che la proprietà dell’ex Alfa Romeo interessata al nuovo adp farebbe capo in buona parte alla società Aglar spa – ha detto leggendo la mozione  – visto che Aglar spa ha un capitale di 2 milioni 158mila 121 e 05 euro ed è controllata al 93,18%  per euro 2 milioni 011.042 e 67 dalla Particomuno spa; che Particomuno spa,  con capitale sociale di 5 milioni di euro è controllata al cento per cento da Canova 2007 spa; che il capitale di Canova 2007 spa è detenuto al 91,01 per cento per euro 6 milioni 107mila 400 su un capitale di euro 6 milioni 931mila 936 da Mb Trust Company spa le cui azioni sono attualmente concesse in usufrutto; che Mb Trust Company spa ha un capitale sociale di 10mila euro e il cento per cento delle azioni sono gestite tramite intestazione fiduciaria dalla Compagnia Fiduciaria Nazionale spa; dato atto che stando a quanto sopra esposto non è dato sapere chi sono i soggetti che agiscono per il tramite dell’intestazione fiduciaria e che detengono attualmente in  nuda proprietà con il recupero della piena proprietà con il cessare dell’usufrutto tutte le quote azionarie della Mb Trust spa, società che a sua volta controlla la maggioranza delle azioni di Canova 2007, la quale controlla a sua volta tutte le azioni di Particomuno spa, che controlla a sua volta la maggioranza delle azioni di Aglar spa e considerata l’esigenza di trasparenza e di certezza in merito a chi svilupperà l’area ex Fiat Alfa Romeo, il consiglio comunale impegna il sindaco a chiedere chi tramite le varie quote societarie detiene il controllo azionario dell’Aglar spa. A chiedere ad Aglar di rendere noti e disponibili i nomi di tutti i soci delle varie società con l’indicazione delle quote di partecipazione e del nome dei soggetti delle società che agiscono tramite la Compagnia Fiduciaria Nazionale spa nell’ambito della Mb Trust Company. Per l’effetto si chiede di non sottoscrivere alcun atto e o adp se prima non vengono resi pubblici gli atti sopra richiesti”.

 

Il resto del consiglio comunale, maggioranza e Lega, non hanno però ritenuto necessario andare a fondo della proprietà e pertanto hanno respinto la mozione.

 

Pesante Marco Saibene:Le fiduciarie sono una prassi garantita dall’ordinamento giuridico italiano che garantiscono la privacy e l’anonimato degli investitori che non vogliono comparire. La tutela affinché queste organizzazioni non vengano utilizzate per coprire attività illegali è data dal fatto che le fiduciarie sono sottoposte a organi di controllo, quali per esempio la Consob. Vorremmo ricordare che se sarà chiuso l’adp, vi saranno comunque delle verifiche del titolo di proprietà e vorrei ricordare alla consigliera Piva che il comune non è né un tribunale dell’inquisizione né tantomeno un parlamento con facoltà di legiferare”.

 

 

 

Diplomatico Umberto Piovesan: “Il sindaco è presente ai vari tavoli con Regione Lombardia,  che è il soggetto che ha indetto l’adp ed è presente anche la proprietà al suo primo livello. Sappiamo con chi si sta parlando. Al di là,  non si ha titolo per risalire alla proprietà di Aglar. Il discorso che non ci piacciano la natura delle forme giuridiche fiduciarie può essere condivisibile in termini ideali,  perché in effetti si ha sempre il sospetto che qualcuno voglia schermarsi  dietro a una caratteristica come quella della fiduciaria che consente di non rendere pubblico ed evidente di chi sia la proprietà. A titolo personale posso dire che le fiduciarie esistono ma di per sé questo non è indice di reato. Gli sviluppi dell’adp porteranno delle verifiche. Alcune di competenza regionale e altre comunali. Poi vi saranno appalti e subappalti che hanno una loro regolamentazione per tutti quegli aspetti di trasparenza. La mozione è da respingere perché sottintende che il sindaco non si sia mosso correttamente. Bisogna stare sempre attenti a non incorrere in un reato che è quello dell’abuso d’ufficio”.

 

Nessun altro è intervenuto e nel ribattere Michaela Piva ha sottolineato come la mozione abbia voluto riprendere un’esigenza di trasparenza. “Non è un’opera di poche dimensioni – ha detto assertiva – chiedere è lecito e non vuol dire solo che dietro vi siano società illecite o quant’altro, ma anche chiarire  gli intrecci e i  conflitti d’interesse possibili fra i tavoli decisionali. Non il nostro o di altri operatori coinvolti. La fiduciaria è una forma giuridica un po’ antipatica a chi amministra. Lungi da noi di rifilare tra le pieghe della mozione delle illazioni o delle manchevolezze. Era nelle corde di quanto vi siete sempre proposti e anche di quanto avete proposto in campagna elettorale”. Un interesse che è rimasto solo grillino.

Ombretta T. Rinieri

pezzo pubblicato su “Il Notiziario” del 18 gennaio 2019 a pag. 66