ISTAT. Impiegati comunali per il censimento permanente. I dubbi del Garante della privacy
10 Ottobre 2018 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Allarmi, Cittadini, Cronaca, Locale, Nazionale, Politica, Sociale, Territorio |
Commenti disabilitati
|
Dall’ottobre di quest’anno l’Istat (governo Gentiloni), in attuazione del Regolamento europeo del 2008, ha scelto dei cittadini italiani campione da monitorare permanentemente attraverso l’obbligo di rispondere a dei questionari annuali anziché decennali. In caso di rifiuto previste sanzioni fino a 2500 euro. Insomma i benestanti potranno anche permettersi di non rispondere. Tutti gli altri saranno “costretti” a farlo.
L’obiettivo dichiarato è di ricavare “informazioni utili per le istituzioni, le politiche economiche e sociali, per sapere leggere e valutare in modo tempestivo l’evoluzione del nostro Paese e saper guardare al futuro”.
La statistica non è anonima. Al campione è affidato un numero individuale di censimento che consente di tracciarne i dati personali.
La rilevazione avverrà con due modalità. Una prima modalità consente a un determinato campione di collegarsi direttamente via Internet all’Istat per la compilazione diretta del questionario. Una seconda modalità prevede il metodo “porta a porta”: impiegati comunali, divenuti “squadra qualificata di rilevatori”, si recheranno presso le abitazioni di cittadini-residenti scelti (a sorteggio?) in base alla propria via e o numero civico.
Tale secondo metodo ha sollevato i dubbi da parte del Garante della privacy, che ha considerato come in comuni medio-piccoli (come quelli sul nostro territorio dell’hinterland milanese) vi possa essere il rischio di una violazione dei dati personali.
Dietro alle buone intenzioni dell’Istat, vi è infatti il rischio di una schedatura sistematica e permanente di cittadini fragili (anziani, disabili, cittadini in disagio economico e o familiare) o che magari, aggiungiamo, per la propria funzione professionale e sociale siano più esposti di altri all’interesse e al controllo della politica. Del resto il controllo sulla privacy dei cittadini censiti da parte dei comuni è appalesato pure dallo stesso Istat, il quale nelle spiegazioni sul censimento contenute sul suo sito istituzionale afferma: “Col censimento permanente…. si potrà contribuire al miglioramento sostanziale dei registri anagrafici e al rafforzamento sistematico dell’apparato statistico organizzativo dei comuni”.
Il dubbio cresce nella consapevolezza che il tablet che sarà utilizzato dai dipendenti comunali (i quali, è previsto, dovranno garantire il segreto sui dati raccolti) potrà, in “caso di errore”, essere forzato in municipio dai responsabili della rilevazione.
Ombretta T. Rinieri
Ecco di seguito i dubbi del Garante della Privacy:
“Alle famiglie che dovranno rispondere al questionario per il censimento permanente con il sistema del “porta a porta” dovrà essere garantita una modalità alternativa di raccolta dei dati meno invasiva dell’intervista faccia a faccia.
Nel dare, ai sensi del nuovo Regolamento europeo, la sua autorizzazione all’avvio il prossimo 8 ottobre della prima fase del censimento, cioè la raccolta dati sul campo, il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto che anche per le famiglie inserite nell’indagine “porta a porta” vengano previste modalità alternative al faccia a faccia, assicurando le medesime garanzie previste per chi invece riceverà a casa la lettera dell’Istat, a cui potrà rispondere anche dal pc o al telefono.
La richiesta del Garante nasce dall’esigenza di evitare che l’obbligatoria presenza fisica del rilevatore, a cui è necessario fornire direttamente le risposte, possa comportare eccessivi disagi per i cittadini o imbarazzi, soprattutto nelle piccole comunità. Il Garante ha ritenuto che la modalità di raccolta “porta a porta” potrebbe determinare una maggiore ingerenza nella sfera privata degli interessati (si pensi ai casi di soggetti vulnerabili o timorosi, anziani e persone malate), i quali si troverebbero a dover fornire ad un soggetto estraneo numerose e dettagliate informazioni relative alla propria famiglia e abitazione, a pena di sanzione.
Pur riconoscendo la rilevante finalità di interesse pubblico perseguita dall’Istituto, il Garante ha ribadito la necessità di superare le criticità già rilevate nel provvedimento del maggio scorso, in considerazione dei rischi elevati per le libertà e i diritti degli interessati determinati dal nuovo censimento permanente, che si caratterizza, rispetto al passato, per un massiccio uso di banche dati amministrative (Anagrafe tributaria, Inps, Miur etc.). Per avviare le fasi successive, l’Istat dovrà quindi predisporre tutte le garanzie e le misure necessarie e non ancora individuate per conformare il trattamento dei dati alla normativa in materia di protezione dei dati personali.
Roma, 5 ottobre 2018
Provvedimento del 4 ottobre 2018
Leggi anche:
Censimento permanente Istat della popolazione e delle abitazioni. Il Campione
Censimento permanente Istat della popolazione e delle abitazioni. Le domande
Regolamento europeo 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio (cui si riferisce il censimento permanente)
Regolamento europeo n. 763/2008 Del Parlamento europeo e del Consiglio
Regolamento europeo (abrogato dalla 223/2009) n. 1101/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio
Regolamento europeo n. 223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio