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Facs, il Comune rinuncia a ricorrere in appello

CONSIGLIO – La decisione, resa nota dal sindaco, presa dopo un consulto con lo studio legale Ollari

 

ARESE – Il comune di Arese rinuncia all’appello  avverso la sentenza d’assoluzione degli ex amministratori di Fondazione Arese cultura e sport  emessa dal Tribunale di Milano. L’annuncio sulla decisione è stato fatto il 20 luglio scorso dal sindaco Michela Palestra in consiglio comunale.

 

Nel prendere tale decisione, la giunta Palestra ha tenuto conto di un parere, il terzo da quando è iniziata l’azione di responsabilità nei confronti degli ex di Facs, dello studio legale Ollari, lo stesso che ha assistito in causa il comune soccombente.

 

Richiamando il proprio primo parere, formulato in sede di precontenzioso su richiesta della commissaria prefettizia Anna Pavone, i legali ricordano di aver già allora sottolineato come la “strada ordinaria” per pretendere il risarcimento dei danni arrecati al centro sportivo,  fosse quella di ricostituire gli organi di fondazione in modo da farla agire in giudizio con personalità giuridica propria, salvo comunque l’onere della prova. Stante che non poteva nemmeno essere perseguita la richiesta nei confronti di Facs, nel frattempo divenuta una scatola vuota, priva di rappresentanza, sede e patrimonio.

 

L’Ollari, pur non condividendo su vari aspetti la sentenza del giudice, ammette ora che lo stesso ha focalizzato la propria attenzione su una serie di fatti difficilmente contestabili e in relazione ai quali non sarebbe possibile in appello fornire prove contrarie.  

 

Il problema infatti è che i danni al centro sportivo  sarebbero avvenuti quando la struttura è rimasta priva di gestione a causa dell’”inoperatività dello stesso  comune” nel ricostituire gli organi di fondazione dimissionari e della successiva revoca da parte del comune della convenzione con Facs.

 

Il Giudice – scrive lo studio Ollari – ha ritenuto che le alterne vicende che hanno riguardato il centro fossero così variegate  non poter con certezza individuare l’esatto momento causativo del danno e conseguentemente il responsabile”.

 

L’avvocato Massimiliano Seregni che ha difeso nella causa contro il comune parte degli ex amministratori di Facs

La novità è che emergerebbero fra le righe della sentenza delle responsabilità dell’ente pubblico. Scrive Ollari:  “Il Giudice supportato dalla copiosa documentazione prodotta da controparte – molta della quale relativa a verbali di sedute di consiglio o corrispondenza di parteha latamente, pur non dichiarandolo espressamente, ritenuto esistere anche una sorta di corresponsabilità del comune nella vicenda. A comprova di ciò viene citato il verbale di nomina di Intese, che era subordinato all’assenso dell’amministrazione  comunale e la famigerata delibera di giunta comunale n. 133 del 20.07.2010 che secondo il Giudice prendeva atto delle predette determinazioni della Fondazione….ha trovato accoglimento la tesi, tendenziosa, avversa ossia che la delibera comprovasse il coinvolgimento diretto del comune”.

 

Oltre alla  possibile colpa del comune in tutta la vicenda, difficile è anche il reperimento di prove a supportare un appello con speranza di vittoria. Per il quale “pur esistendo degli spunti in punto di diritto… – continua Ollari – in punto di fatto (e di corretta utilità per il comune) restano alcuni elementi di problematicità relativi all’aspetto probatorio che sono emersi in corso di causa…” e infatti l’azione promossa è stata ritenuta dal Tribunale di Milano sguarnita di prova sufficiente.

 

Secondo Ollari, il fatto che il tribunale non si sia pronunciato per un’azione infondata e abnorme in diritto è la ragione per la quale il comune non è stato condannato per lite temeraria come invece gli avvocati degli ex amministratori di Facs avevano chiesto. Tale pronuncia farebbe venir meno, secondo Ollari, il rischio per i componenti della giunta Palestra (o per la commissaria Pavone, a seconda delle interpretazioni divergenti su chi abbia promosso la causa verso gli ex di Facs),  di richiesta di danni da parte della Corte dei Conti, che in materia di contabilità pubblica agisce nei confronti dei soggetti sottoposti alla sua giurisdizione in caso di responsabilità (sempre personale e limitata ai fatti e alle omissioni) commessi con dolo o colpa grave, ferma restando l’insindacabilità nel merito delle scelte discrezionali.

 

Questa interpretazione ha dato forza al sindaco Palestra nel rispondere alla consigliera grillina Michaela Piva, che nel prendere la parola dopo le comunicazioni, aveva sottolineato come si fosse avviata una causa nei confronti di undici cittadini di buona volontà senza aver prima pensato come provare le proprie istanze.

 

In ogni causa – ha risposto il sindaco – vi sono degli elementi di incertezza. Si fanno delle valutazioni e si procede nella maniera che si ritiene più opportuna. E’ stata respinta la nostra richiesta di ctu che era per rafforzare  la nostra richiesta di danni subiti nel centro sportivo. Non vi è stato abuso e infatti il giudice ha respinto la richiesta di lite temeraria.  Abbiamo opinioni divergenti sia rispetto alla strategia adottata che a ritenere o meno infondata la causa  promossa”.

Ombretta T. Rinieri

pezzo pubblicato su “Il Notiziario” del 27 luglio 2018 a pag. 57

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