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Augurusa: “100mila euro per l’incubatore, spazi in affitto da 850 a 1650 mq a moduli”

L’ex stabilimento Alfa Romeo

ARESE – “L’accordo sul passaggio di proprietà c’è, ma non abbiamo ancora rogitato. Siamo in attesa che Aglar ci comunichi la data certa, che in verità stiamo aspettando da mesi”. Giuseppe Augurusa, assessore alle attività produttive, chiarisce lo status quo sull’edificio E/13 che con i sui quindici sub ambiti per un totale di oltre 11mila mq sarà, con il passaggio ai comuni, l’involucro pubblico dell’incubatore d’impresa cui Arese e Lainate ambiscono ormai dal lontano 2009.  Inizialmente la proprietà dell’area ex Alfa Romeo avrebbe dovuto cedere un terreno, ma considerato le lungaggini,  i comuni hanno chiesto la cessione dei capannoni, che costruiti nel 2011, non sono mai stati insediati. La modifica tra terreno ed edificato era stata resa nota a febbraio in consiglio comunalePoi non se ne era saputo più nulla.  

 

Come si identifica l’incubatore d’impresa con la partecipazione al bando AttraAct?

“In realtà è un’altra cosa, ma finisce sempre lì in quanto sono coincise le due cose. Mentre stavamo trattando con Aglar il passaggio di proprietà, è uscito il  bando di Regione Lombardia sull’attrattività dei territori cui Arese e Lainate hanno deciso di partecipare, peraltro ottenendo un finanziamento di 100mila euro a fondo perduto da investire sull’incubatore d’impresa. Il totale dell’investimento è infatti di 120mila euro. Centomila euro finanziato dalla regione (l’80%) e 20mila euro da Arese e Lainate ”.

 

Il bando vincola i comuni a semplificare la vita alle imprese in termini di pratiche burocratiche e costi quali la riduzione di Imu e Tasi, l’esenzione della Tari e la riduzione degli oneri di urbanizzazione primari e secondari. Adempimenti che verranno a decadere solo se l’edificio diverrà pubblico. Al momento non è ancora stato rogitato. Se ciò, per una qualsiasi ragione non dovesse avvenire, verrebbe meno anche la partecipazione al bando?

No. E’ indifferente. La nostra adesione è stata accolta nella consapevolezza che al momento la struttura è privata e che diventerà pubblico nei prossimi mesi. Del resto Aglar ha partecipato al bando insieme a noi. Non avremmo potuto partecipare da soli. Attualmente siamo in una fase di transizione. Per quanto riguarda la riduzione degli oneri, noi abbiamo già preso misure simili per i capannoni industriali”.

 

Una volta vostri, avete intenzione di vendere gli spazi dell’incubatore alle imprese?

“No, di affittarli. La struttura diventerà patrimonio dei comuni di Lainate e Arese”.

 

A quali obblighi si è sottoposta Arese per partecipare al bando?

“Essendo al momento la struttura privata a quelli previsti, sapendo che verranno a decadere. Il 26 ottobre la giunta regionale ha approvato una delibera che accoglieva di fatto le proposte. Ora si è entrati nella seconda fase del bando, quella della negoziazione. Quindi  noi, appena avremo pronto nei prossimi giorni un piano d’intervento ci presenteremo in Regione per negoziare su come investire i 100mila euro  che avremo in dotazione.  A quel punto ci immaginiamo  già come proprietari. Questo è il vincolo.  Quali sono gli obblighi  coerenti con il progetto diventando quota pubblica? È chiaro che la quota pubblica non può scontare a se stessa degli oneri”.

 

Come sono divisi gli spazi dell’incubatore?

“Hanno una superficie media dagli 850  ai 1650 mq e sono modulari.  Fra quelli vi sono i capannoni industriali, gli uffici e degli spazi a fronte che potrebbero essere utilizzati per diverse funzioni. Penso al coworking o a spazi comuni come le sale conferenze. Noi dovremo investire su queste tipologie di trasformazione. L’idea è che siano investimenti”.

 

Per pensare a degli investimenti avete già un pacchetto di adesioni?

“Abbiamo una decina di manifestazioni d’interesse non vincolanti arrivate negli ultimi due anni”.

 

Qualche nome. Fca?

Fca, no.  Perché dovrebbe tornare indietro? Fa di tutto per andare via. Non sono colossi. Sono aziende medio piccole, anche se per il 90 per cento operano nell’automotive attratte dal Museo dei Motori e dal Circuito di Vallelunga”.

 

Il bando prevede la possibilità di mutare la destinazione d’uso e di ridurre lo standard qualitativo e gli eventuali oneri di urbanizzazione. Considerando la variante all’adp che incontra problemi, se Aglar non rogitasse più potrebbe agganciare la sua partecipazione al bando AttraAct di Regione Lombardia  per bypassare i comuni e atterrare sull’area con le sue nuove proposte ricreative-sportive e commerciali?

“La nostra partecipazione al bando sull’attrattività riguarda gli 11mila mq dell’incubatore d’impresa. Non  è vincolante rispetto all’atto integrativo. Si può fare a prescindere. Di conseguenza non può essere utilizzato questo per un atto integrativo che ha altri contenuti. Non solo, l’incubatore può funzionare anche senza cambio di destinazione d’uso. Cambia la natura  dell’incubatore. Resta industriale e non anche di servizi. Inoltre escludo in modo categorico che i comuni possano essere bypassati. Escludo anche che Aglar abbia cambiato orientamento sulla cessione ai comuni dell’edificio E13.  Se comunque , facendo l’ipotesi peggiore,  Aglar non dovesse rogitare,  violerebbe un accordo preso con i comuni e si aprirebbe uno scenario diverso. Ma non credo a questa ipotesi. Nel senso che ci hanno confermato il rogito. Ci devono solo dare la data”.

Ombretta T. Rinieri

(Il Notiziario 3 novembre 2017 – pag. 66)