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Dalla Ue 10mila euro a migrante per il 2018. Piano d’azione per sostenere l’Italia

Il bilancio dell’UE eroga agli Stati membri 10mila euro o 6mila euro per rifugiato reinsediato, a seconda che il reinsediamento s’iscriva, rispettivamente, nel programma del luglio 2015 o nel meccanismo 1:1 con la Turchia. Nel solo ultimo anno aperte le porte a oltre 700mila richiedenti protezione internazionale

 

BRUXELLES – Il 4 luglio scorso la Commissione europea ha invitato gli stati membri a presentare nuovi impegni di ricollocamento per il 2018, che saranno sostenuti finanziariamente con 377,5 milioni di euro per l’accoglienza di almeno 37.750 persone bisognose di protezione internazionale (diecimila euro a persona).

Il mese precedente di giugno sono state ricollocate oltre duemila persone dalla Grecia e quasi mille dall’Italia. Ma i trasferimenti dall’Italia sono lenti. In linea con il piano d’azione per sostenere l’Italia e al fine di ridurre la pressione migratoria sulla Libia, salvare vite umane e proporre delle alternative alle pericolose rotte di migrazione irregolare, gli stati membri sono stati invitati specificatamente a concentrarsi sul ricollocamento da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan, proseguendo al contempo i reinsediamenti dalla Turchia. Nell’attesa, sono invee già partite le procedure d’infrazione contro Repubblica cecaUngheria e Polonia per inadempimento dei loro obblighi giuridici in materia di ricollocazione.

 

Piano d’azione per l’Italia 

Stando al piano d’azione per sostenere l’Italia indicato dalla Commissione europea, l’Italia dovrebbe registrare rapidamente tutti gli eritrei attualmente presenti nel paese e centralizzare la procedura di ricollocamento presso appositi centri. L’Easo, Ufficio europeo di sostegno per l’asilo,  è impegnato a sostenere gli sforzi del nostro  paese con una campagna di sensibilizzazione online per l’identificazione di tutti i potenziali richiedenti.

 

In questa fase finale è fondamentale che gli stati membri assumano impegni sufficienti per ricollocare tutti i richiedenti ammissibili, compresi quelli che potrebbero arrivare fino al 26 settembre. In ogni caso l’obbligo giuridico di ricollocamento  per gli Stati membri non terminerà dopo settembre: le decisioni del Consiglio sul ricollocamento sono applicabili a tutti coloro che arrivano in Grecia o in Italia fino al 26 settembre 2017 e i richiedenti ammissibili dovranno quindi essere ricollocati in tempi ragionevoli anche in seguito a questa data.

 

Piano Ricollocamenti

Il sistema dei ricollocamenti si applica ai richiedenti asilo ammissibili arrivati in Grecia e in Italia tra settembre 2015 e settembre 2017. Gli stati membri hanno convenuto di aiutare la Grecia ricollocando 63.302 persone e l’Italia con altre 34.953 per un totale di circa 98mila migranti. Tuttavia, dato che i flussi irregolari in Grecia sono diminuiti del 97 per cento per effetto dell’accordo Ue-Turchia e che i migranti che sbarcano in Italia non sono per la maggior parte ammissibili, il numero di persone da ricollocare si  è rivelato di molto inferiore

Sono ammissibili alla ricollocazione i cittadini dei paesi per cui il tasso complessivo di concessione dell’asilo negli stati membri della Ue è pari o superiore al 75 per cento. Si tratta attualmente di: Eritrea, Siria, Yemen, Bahamas, Bahrein, Bhutan, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.

 

Attualmente sono stati ricollocati 27.695 migranti, di cui 19.244 dalla Grecia e 8.451 dall’Italia.

 

Il programma ricollocamenti è nato Il 20 luglio 2015 quando il Consiglio europeo deciso di ricollocare all’interno dei paesi dell’Unione 22.504 persone richiedenti protezione internazionale. Pertanto a settembre dello stesso anno è stato istituito all’interno della Ue il meccanismo temporaneo di ricollocamento dei migranti arrivati  in Italia e Grecia. 

Il ritmo dei ricollocamenti ha continuato a crescere negli ultimi mesi: dal novembre 2016 vi sono stati oltre mille trasferimenti al mese e nel giugno 2017 è stato raggiunto un nuovo record con più di tremila trasferimenti mensili.

Al 24 luglio scorso il numero totale di ricollocamenti è stato pari a 24.676 persone (16.803 dalla Grecia e 7.873 dall’Italia). Ma sono ancora 4.800 i richiedenti asilo in attesa di essere ricollocati dalla Grecia, mentre in Italia il numero è impreciso per i continui arrivi.

Al momento 2.800 persone aspettano in Grecia di essere ricollocate ed è probabile che altre 2mila risultino alla fine ammissibili. Nel 2017 sono arrivate in Italia finora 7.200 persone ammissibili, di cui però soltanto 4mila sono state registrate. Poiché gli sbarchi proseguono quotidianamente, l’Italia deve intensificare gli sforzi per individuare e registrare rapidamente tutte le persone che possono essere ammesse al ricollocamento. In particolare dei  25mila eritrei giunti in Italia dall’inizio del 2016 solo diecimila sono stati registrati in vista di un loro ricollocamento.

 

Il 13 luglio 2016 la Commissione ha proposto un quadro dell’Unione per il ricollocamento permanente, che stabilisce un insieme comune di procedure di selezione standard e uno status comune di protezione per razionalizzare gli sforzi europei.

I Paesi che hanno accolto i migranti ricollocati

In materia di ricollocamento Malta, Lettonia e Norvegia (uno Stato associato a Schengen che partecipa volontariamente al regime)  hanno già interamente ricollocato le persone loro assegnate dalla Grecia e la Svezia, che ha iniziato la ricollocazione solo a giugno, ha ricollocato quasi il 60 per cento delle persone previste.

La Commissione accoglie inoltre con favore il recente annuncio di un aumento degli impegni mensili della Spagna e l’annunciata accelerazione del ritmo dei trasferimenti da parte della Germania.

Globalmente i tre quarti circa (17.179) dei 22.504 ricollocamenti concordati nel luglio 2015 sono stati già effettuati grazie al fatto che vari stati membri hanno rispettato il loro impegno assunto o sono in procinto di farlo.

 

Piano di Reinsediamenti

Dal luglio 2015 vige un programma europeo di reinsediamento, deciso l’8 giugno 2015,  che offre percorsi legali e sicuri d’ingresso nell’Unione europea mediante il quale gli stati membri hanno convenuto di reinsediare 22mila migranti richiedenti asilo tra il 2015 e il 2017.

Finora sono state reinsediate, soprattutto da Turchia, Giordania e Libano, più di 17mila persone, ossia oltre il 75 per cento del numero concordato.

Dal 4 aprile 2016 è entrato in vigore l’accordo Ue-Turchia di reinsediamento siglato il 18 marzo 2016 secondo cui per ogni siriano rinviato in Turchia dalle isole greche, un altro siriano viene reinsediato dalla Turchia nella Ue. La priorità è data ai migranti che non sono entrati o non hanno cercato di entrare irregolarmente nell’Unione in precedenza.  Sono oltre 8.800 siriani che hanno finora ottenuto protezione in questo contesto. Ma purtroppo restano disomogenei: alcuni paesi  non hanno ancora reinsediato nessuno.

Nell’ambito dei due programmi, attualmente sono state reinsediate in totale 22.500 richiedenti asilo.  

 

Finanziamenti per il 2018

La Commissione ha aperto a luglio un nuovo ciclo di reinsediamenti, invitando gli stati membri a presentare nuovi impegni per il 2018. Pur senza trascurare i reinsediamenti dalla Turchia e dal Medio Oriente, si dovrebbe attribuire maggiore rilievo a quelli dal Nordafrica e dal Corno d’Africa. Per il momento la Commissione ha accantonato 377,5 milioni di euro a titolo di sostegno finanziario del reinsediamento di almeno 37.750 persone nel 2018.

O.T.R.