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Protezionismo nell’Eurasia 2016. Gli ostacoli al commercio paese per paese

Relazione 2017 della Commissione europea sulle barriere al commercio internazionale

BRUXELLES – Non tutte le barriere commerciali costituiscono divieti commerciali totali, e alcune hanno più effetti restrittivi sul commercio di altre. Le esportazioni medie dell’Unione europea nel 2013-2015 sono servite come base per l’analisi. In questo periodo le esportazioni complessive della Ue sono state maggiori in Sudafrica dove hanno raggiunto in media 24,41 miliardi di euro all’anno. Seguite da quelle verso l’Algeria con una media 22,67 miliardi annui e verso l’Ucraina con una media di 18,31 miliardi annui.

Le misure introdotte dalla Russia, risultato il paese più protezionista del G20,  potrebbero avere il maggiore impatto negativo sulle esportazioni dell’Ue, con possibili ripercussioni sui flussi commerciali fino a 12,26 miliardi di euro. Questo è seguito dal potenziale impatto degli ostacoli messi in atto da Cina (3,7 miliardi), Turchia (2,69 miliardi), India (2,2 miliardi) ed Egitto (1,72 miliardi).

Le misure della Russia hanno particolarmente colpito i settori d’esportazione europei tradizionalmente forti verso Mosca. Ad esempio, prima dell’introduzione dei requisiti ingiustificati dei certificati sui prodotti farmaceutici, le esportazioni di medicinali della Ue verso la Russia valevano 6,1 miliardi di euro l’anno.  Altri settori penalizzati sono quelli automobilistico e dei macchinari agricoli, dove le sovvenzioni di Mosca alle imprese nazionali possono incidere in negativo sui flussi commerciali per 5,85 miliardi di euro all’anno.

 

Seguono i  dettagli delle restrizioni paese per paese.

 

Russia

Restrizioni per la partecipazione di società straniere nel quadro di progetti di investimento intrapresi da imprese statali;  divieto di transito via strada e ferrovia dall’Ucraina al Kazakistan e al Kirghizistan attraverso la Russia, indipendentemente dalla loro origine; sovvenzioni all’esportazione nei settori dei macchinari per autoveicoli e macchine agricole o Barriere relative alla certificazione nel settore del cemento; barriera legata alla certificazione nel settore farmaceutico; barriera tecnica per il commercio nel settore dei giocattoli.

Nel 2016 la Russia ha continuato a ricorrere alle barriere commerciali per proteggere la propria industria locale portando con sei nuove barriere  a trentatré gli ostacoli frapposti alle importazioni nel suo territorio. Come si diceva sopra, fra le sovvenzioni che distorcono gli scambi, il governo ne ha introdotte due nei settori automobilistico e dei macchinari agricoli emanando due decreti che forniscono sussidi all’esportazione dal bilancio federale alle società che operano su questi mercati.

Altre restrizioni specifiche decise dal governo russo la partecipazione di società straniere agli investimenti delle imprese statali (Sos) o di società private sovvenzionate dallo stato. Nel contesto di questa misura, la Russia ha anche introdotto una preferenza di prezzo del 15 per cento per le società russe che partecipano alle offerte degli Soe.

Cemento. Dal marzo 2016 le esportazioni di cemento (tranne di quello bianco) prodotte da società Ue sono state bloccate da un nuovo obbligo di certificazione. Le imprese del settore farmaceutico sono state colpite da ritardi indebiti nella commercializzazione e rinnovo delle autorizzazioni dall’adozione del certificato “Buona prassi manifatturiera” senza che siano state garanti sufficienti capacità per eseguire tali procedure in Russia.

Giocattoli. Russia e Kazakistan  hanno  anche notificato un progetto di modifica del regolamento sulla sicurezza dei giocattoli dell’Unione economica eurasiatica, che prevede di introdurre requisiti in materia di sicurezza psicologica ed educativa, che non ha precedenti nella pratica internazionale e sembra non avere alcun rapporto con gli obiettivi di sicurezza dei giocattoli attuali.

Trasporti. Un considerevole aumento dei costi per alcuni esportatori dell’Unione europea è stato determinato dal nuovo divieto di transito per i vettori attraverso la strada e la ferrovia dal territorio dell’Ucraina al territorio del Kazakistan e del Kirghizistan attraverso la Russia, indipendentemente dalla loro origine (vale a dire Ue).

Appalti pubblici. Estese le restrizioni di vecchia data per le società straniere ai settori alimentare  e dei  radio elettronici che vanno ad aggiungersi all’elenco di merci quali tessuti, dispositivi medici, veicoli importati, importazioni dell’industria leggera, macchinari e attrezzature, prodotti farmaceutici, software.

Azioni di contrasto Ue verso la Russia. La Commissione europea ha sollevato tutti gli ostacoli nuovi ed esistenti con la Russia in tutti i consessi disponibili, anche in occasione del riesame della politica commerciale della Russia dell’Omc del 2016, presso le commissioni competenti dell’Omc nonché tramite riunioni e lettere bilaterali. Laddove le politiche della Russia hanno violato i suoi impegni in sede di Omc, l’Unione europea ha anche fatto ricorso al sistema di risoluzione delle controversie dell’Omc.

Nel 2016 i comitati dell’Omc si sono pronunciati a favore della Ue per quanto riguarda le esportazioni comunitarie di prodotti a base di carne suina (confermati dall’organo d’appello il 23 febbraio 2017) e alle tariffe eccessive della Russia per determinati prodotti agricoli e manifatturieri (il periodo di tempo ragionevole per il rispetto da parte della Russia della decisione dell’Omc non era ancora scaduto al momento della redazione del rapporto da parte della Commissione europea).

 

India

Prezzi minimi all’importazione nel settore dell’acciaio; requisiti non necessari per dispositivi medici; dazi addizionali per i tessuti; requisiti normativi ingiustificabili per vini e alcolici; requisiti onerosi per le apparecchiature di telecomunicazione.

L’India, come la Russia, ha continuato con la sua politica protezionista. Le nuove restrizioni hanno interessato soprattutto acciaio, dispositivi medici, tessuti, vini e alcolici con misure dietro frontiera. Sulla siderurgia l’India ha introdotto nel febbraio 2016 prezzi minimi alle importazione su 173 prodotti. Il provvedimento è stato prorogato per due mesi a dicembre 2016 per 19 prodotti siderurgici. Inoltre, a giugno è stato prorogato l’elenco dei prodotti che rientrano nella certificazione obbligatoria del Bri (Bureau of Indian Standards)  includendo  altri tre prodotti in acciaio inossidabile.

Il 6 febbraio 2017, il ministero dell’India per l’acciaio ha annunciato  che il prezzo minimo all’importazione non sarebbe stato ulteriormente esteso. Di conseguenza, questa barriera non esiste più e, se confermata, sarà considerata come una barriera risolta per il Tibr 2017.

I dazi dell’India sui prezzi all’importazione dell’acciaio  potrebbe incidere negativamente sulle esportazioni Ue per 1,36 miliardi di euro.

Dispositivi medici. In India sono regolamentati come “farmaci” secondo i termini della legge e delle regole dell’India sulla droga e sui cosmetici, che richiedono inutilmente requisiti più severi. In questo contesto, le esportazioni di dispositivi medici “rigenerati” (cioè prodotti che sono stati completamente rigenerati e che, di conseguenza, non possono essere considerati come attrezzature di seconda mano) sono proibiti, limitando le opportunità di esportazione dei produttori Ue.

Prodotti tessili. I dazi addizionali sul prezzo massimo di vendita di determinati articoli sono stati aumentati dal 30 al 60 per cento. L’aumento, associato ai relativi diritti di atterraggio, impone un pesante onere per l’abbigliamento dell’Unione europea.

Vini e alcolici. Il commercio in India di questi prodotti è influenzato negativamente dalla tassazione interna e da  normative sull’etichettatura in contrasto con gli standard internazionali.

Apparecchiature di telecomunicazione. Resta l’obbligo di riesportare gli assemblaggi elettrici ed elettronici usati in caso di riparazione, collaudo, ricerca e sviluppo o lavori di progetto. Ciò porta a ritardi delle importazioni che incidono negativamente sia sulla riparazione delle reti di telecomunicazione sia su potenziali progetti di cooperazione nel campo della ricerca

Azioni Ue. la Commissione europea solleva regolarmente tali questioni con le autorità indiane in tutte le pratiche multilaterali e forum bilaterali, come il comitato degli ostacoli tecnici agli scambi dell’Omc, il gruppo di lavoro Ue-India e la sottocommissione per il commercio. Intanto nell’estate del 2013 i negoziati per un accordo di libero scambio con l’India sono stati messi di fatto in stallo a causa degli interessi divergenti.

Svizzera

Estensione della responsabilità dell’Iva che interessa i settori dei servizi; nuovi requisiti di registrazione per gli artigiani del Canton Ticino; riclassificazione delle tariffe per carne di stagione. Sono in tutto sette le barriere commerciali poste dalla Svizzera

Servizi. Finora le imprese dell’Unione europea dovevano registrarsi per l’imposta sull’Iva in Svizzera solo se il loro fatturato annuale nel Paese raggiungeva una certa soglia. Dall’anno scorso il riferimento diventa il fatturato mondiale. Di conseguenza, la maggior parte delle imprese Ue che forniscono servizi transfrontalieri in Svizzera sarebbero tenute a registrarsi e pagare l’Iva. Inoltre, un’impresa con sede nella Ue avrebbe bisogno di un rappresentante fiscale in Svizzera, creando ulteriori costi.  Inoltre, per rendere meno interessanti le importazioni di basso valore, in particolare attraverso il commercio elettronico, verranno modificate le regole per le spedizioni esenti da Iva.

Artigiani. In Canton Ticino un nuovo obbligo richiede che un certo numero di professioni artigianali (ad esempio falegnami, pittori, giardinieri) si iscrivano come professionisti (ad esempio diploma e anni minimi di esperienza pratica) e con requisiti personali (certificato penale). L’adempimento di questi requisiti deve essere dimostrato dal richiedente, nel caso degli stranieri tramite documenti certificati dalle autorità competenti. Ciò incide negativamente sulla possibilità per i professionisti europei di fornire tali servizi.

Carni stagionate. Aumentate notevolmente le tariffe delle carni  stagionate a meno che siano “importate allo scopo di produrre carne secca”. Di conseguenza, parte delle esportazioni Ue continuerà a essere soggetta ai dazi più elevati.

Azione Ue. L’Unione europea ha sollevato questi ostacoli con la Svizzera sia a livello di esperti locali sia in modo più formale nel contesto delle pertinenti riunioni del comitato misto in materia doganale, libera circolazione delle persone e agricoltura.

 

Cina

Limiti per il livello di determinati composti organici volatili per mobili o prove cliniche per dispositivi medici. La Cina rimane fra i partner più restrittivi per il commercio dell’Unione europea. In Cina le aziende Ue si trovano di fronte a numerosi ostacoli di vecchia, fra cui l’obbligo di joint venture, restrizioni all’ingresso sul mercato, obblighi per il trasferimento di tecnologia e norme tecniche ingiustificabili.

La produzione cinese rimane anche il fattore chiave nella sovraccapacità globale esistente e in crescita nel settore siderurgico, nonché in numerosi altri, includendo non solo i tradizionali settori ad alta intensità energetica ma anche le industrie sempre più all’avanguardia. In alcuni casi, la sovraccapacità cinese in alcuni casi supera la dimensione della produzione totale dalla Ue o del mercato totale comunitario. Ciò comporta il rischio di dumping a prezzi non equi e di conseguenti gravi turbative del mercato Ue.

In particolare per il 2016, due nuove barriere (entrambe le misure normative dietro il confine) sono state segnalate al Map, rispettivamente nel settore dei mobili e dei dispositivi medici.

Mobili. Sono stati introdotti limiti al livello di determinati composti organici volatili che non sono in linea con gli standard internazionali e rappresentano un rischio considerevole per le aziende Ue di non essere in grado di vendere i loro prodotti in Cina. La Commissione ha sollevato tali misure nella sua risposta alle notifiche Tbt pertinenti e in diverse altre occasioni nel comitato Tbt dell’Omc e nelle riunioni bilaterali del comitato Ue-Cina.

Dispositivi medici. Nel 2016 la Cina ha aggiornato i requisiti normativi pubblicando un secondo catalogo che include 350 dispositivi esenti da studi clinici. Tuttavia, per essere registrati in Cina, i dispositivi più innovativi continuano ad essere sottoposti a una sperimentazione clinica da condurre in Cina. Gli obblighi di sperimentazione clinica richiesti dalla Cina per i dispositivi medici europei che potrebbero rappresentare un rischio per 2,95 miliardi di euro di esportazioni Ue.

Veicoli di nuova energia (Nev). Varate nuove norme restrittive per gli operatori Ue.

Norme orizzontali sulla sicurezza. Stanno per essere introdotte  con un impatto economico significativo su diversi settori.

Certificazioni alimentati ingiustificabili.  Sono previste in Cina  su bevande (alcoliche e non alcoliche), dolciumi, cioccolatini, biscotti, marmellate, composte e altri preparati a base di frutta, prodotti macinati e cereali, cereali per la colazione così come prodotti secchi come pasta e pasta. Queste misure, se confermate, saranno trattate nella prossima edizione del Tibr.

Azioni Ue. La Commissione europea richiede regolarmente alla Cina di allineare il proprio sistema di regolamentazione dei dispositivi medici con le norme e le pratiche internazionali, fra cui la tavola rotonda Ue-Cina sui dispositivi medici esperti, il dialogo regolamentare annuale Ue-Cina, la riunione sull’accesso al mercato e la riunione ad alto livello dell’amministrazione alimentare e della droga Ue-Cina.

l’Unione europea sta intraprendendo tutte le azioni necessarie volte a rimuovere le 23 barriere commerciali esistenti registrate nel Madb e contrastare quelle nuove, il cui continuo emergere rimane significativo.

 

Algeria

Restrizioni quantitative e regimi di licenze di importazione per quattro categorie di prodotti:  veicoli, cemento, tondo per cemento armato e vergella di acciaio; politica di localizzazione industriale orizzontale mediante crediti del consumatore per prodotti fabbricati o assemblati localmente.

L’Algeria non figura in modo prominente nelle relazioni degli anni precedenti, ma nel contesto del peggioramento delle partite correnti e della bilancia commerciale e nel suo sforzo di aumentare la produzione industriale locale, il paese ha posto due importanti ostacoli nel 2016 con effetti di ampia portata sugli esportatori comunitari in diversi settori.

Veicoli, cemento, tondo per cemento armato e vergella. In seguito a una legislazione del 2015, che consente restrizioni quantitative potenzialmente radicali, l’anno scorso questi prodotti sono stati interessati da un regime di licenze di importazione che hanno colpito significativamente le imprese dell’Unione europea. Solo nel 2016 sono state rilasciate circa 57mila licenze per le esportazioni di automobili Ue, un significativo calo rispetto agli anni precedenti quando si parlava di circa 245mila veicoli solo nel 2012. La misura ha anche colpito duramente i prodotti in acciaio, cemento e acciaio.

La decisione dell’Algeria di introdurre nuove restrizioni quantitative e regime di licenze di importazione su veicoli a motore, cemento, acciaio e vergella potrebbe avere un impatto significativo sugli esportatori Ue, che prima esportavano in questi settori per 3,75 miliardi di euro

Localizzazione produttiva. Nella Legge Finanziaria 2015 il Paese ha emesso un decreto per creare dal 2016 un credito al consumatore orizzontale per l’acquisto di prodotti fabbricati o assemblati in Algeria.

Azione Ue. La Commissione europea ha sollevato tali questioni con l’Algeria nel quadro dell’accordo di associazione Ue-Algeria, ma fino ad ora l’Algeria rimane riluttante a modificare le sue politiche restrittive per il commercio. Ciò contribuisce anche la mancanza di progressi nei suoi colloqui di adesione all’Omc.

 

Egitto

Registrazione obbligatoria delle società che intendono esportare in Egitto in 25 categorie di merci; incentivi fiscali automobilistici.

L’Egitto sta mettendo in atto un numero crescente di barriere che incidono sugli scambi. Di recente una misura trasversale sui requisiti di registrazione della fabbrica in Egitto, che colpendo 25 categorie di beni,da prodotti agricoli, biciclette, cosmetici e indumenti a piastrelle di ceramica e mobili, rischia di incidere sui flussi commerciali del 1,03 miliardi di euro nelle esportazioni delle aziende europee.

Burocrazia. Il governo egiziano ha introdotto una registrazione obbligatoria delle società disposte ad esportare i loro prodotti in Egitto. Tra i documenti richiesti per il registrazione, il decreto include un certificato di controllo della qualità che il produttore e/o il proprietario del marchio devono mantenere per il quale tutti i documenti da fornire devono essere certificati da una Camera di commercio, approvati da un’ambasciata egiziana e tradotti da un centro di traduzione accreditato. La misura suscita preoccupazioni nella Commissione europea per quanto attiene sia la sua compatibilità con l’Omc e i quadri dell’accordo di associazione Ue-Egitto, che per la serie di difficoltà pratiche in capo alle imprese, quali per esempio la mancanza di trasparenza del processo di  registrazione, la mancanza di una procedura d’appello e per gli ampi ritardi.

Localizzazione industria automobilistica. L’egitto sta anche preparando un progetto di Incentivi fiscali automobilistici con l’obiettivo della localizzazione forzata. Il regime fornirebbe detrazioni fiscali per le società che raggiungono una percentuale di componenti locali richiesta, una quantità di produzione locale e/o una soglia di esportazione dall’Egitto.

Azione Ue. L’Unione europea ha sollevato le sue preoccupazioni in tutti i consessi disponibili, anche presso il comitato Tbt dell’Omc, nel quadro bilaterale previsto dall’accordo di associazione Ue-Egitto, tramite la delegazione dell’Ue al Cairo e in una lettera ad alto livello politico.

 

Turchia

Requisiti di certificazione eccessivi per un numero elevato di prodotti, inclusi macchinari, motori elettrici e pompe; misura di localizzazione forzata nel settore farmaceutico.

Negli ultimi anni la Turchia ha mantenuto diverse barriere commerciali che sono contrarie agli obblighi che le incombono in virtù dell’Unione doganale Ue-Turchia, quali procedure doganali onerose o dazi addizionali. Nel 2016 ha introdotto due ulteriori misure restrittive al commercio, innalzando il numero complessivo di barriere commerciali dichiarate a quindici.

Burocrazia. Uno di questi nuovi ostacoli consiste nell’applicazione da parte della Turchia di requisiti di certificazione eccessivi per un numero elevato di prodotti (inclusi macchinari, motori elettrici e pompe) pur essendo mai stati riscontrati nei prodotti Ue malfunzionamenti o difetti.  Le gravose procedure doganali applicate dalla Turchia a diversi prodotti,fra cui appunto i macchinari, i motori elettrici e le pompe che potrebbero avere un impatto negativo sulle esportazioni Ue per un valore di 2,6 miliardi.

Localizzazioni forzate nel settore farmaceutico. Il Ministero della salute turco ha richiesto ai produttori stranieri di produrre localmente i loro prodotti farmaceutici. In assenza di un impegno di localizzazione “sufficiente” i prodotti stranieri sono cancellati dall’elenco degli articoli che possono essere rimborsati dal sistema di assicurazione sanitaria turca. Ciò implica l’automatica esclusione dei prodotti esteri dal mercato turco. La misura è discriminatoria nei confronti delle importazioni e avrà gravi implicazioni per la capacità dell’industria farmaceutica della Ue di esportare e operare in Turchia, rischiando una significativa perdita di quota di mercato.

Azioni Ue. Le preoccupazioni dell’Unione europea in merito a entrambe le nuove misure sono state esplicitate in vari incontri bilaterali con il ministero turco dell’economia, il ministero della ealute e l’Agenzia per i medicinali e i dispositivi medici. E’ intenzione della Commissione europea  continuerà a trattare queste e altre barriere commerciali  con l’obiettivo di scoraggiare l’escalation turca di misure protezionistiche e di aumentare l’accesso al mercato per le imprese europee.

L’attuazione da parte della Turchia dei suoi attuali obblighi nell’ambito dell’Unione doganale Ue-Turchia sarà inoltre presa in considerazione nel contesto dei negoziati previsti per modernizzare l’unione doganale e per estendere ulteriormente la sua copertura.

Ombretta T. Rinieri

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