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Protezionismo 2016. La strategia e i risultati dell’azione di contrasto dell’Unione europea

Relazione Commissione europea 2017 sulle barriere al commercio internazionale

BRUXELLES – Nel 2016 la Commissione europea è stata in grado di identificare e rimuovere 36 nuove barriere commerciali che avrebbero impattato negativamente sulle imprese della Ue per un valore di 4,2 miliardi di euro riducendo così il gap dei complessivi 27,17 miliardi di euro di sofferenza che le imprese europee scontano nelle loro esportazioni.

I paesi in cui la Commissione è riuscita a portare a casa dei risultati positivi sono stati Corea del Sud (5), Cina (3), Israele e Ucraina (2 ciascuna). Ma in futuro prevede di ottenere risultati contro il protezionismo anche in Argentina, Botswana, Brasile, Egitto, India, Giappone, Taiwan e Turchia.

 

Per quanto attiene il commercio multilaterale, l’Unione europea opera in ambito Omc quale meccanismo di risoluzione delle controversie. Il ruolo attivo nei comitati Omc (ad esempio Tbt17, Ssps18, Scm19, Trims20, procedure di autorizzazione delle importazioni, restrizione della bilancia dei pagamenti) le ha permesso di esprimere le sue preoccupazioni su molte delle misure protezionistiche.

Laddove non hanno funzionato le relazioni bilaterali, la Commissione europea ha così fatto ricorso al sistema di risoluzione delle controversie in seno alla Omc . Due i nuovi casi aperti, uno relativo ai dazi cinesi e altre restrizioni sull’esportazione di materie prime (Ds509) e un altro relativo ai dazi della Colombia sulle esportazioni di alcolici europee (Ds502).

Sempre nel 2016, due gruppi dell’Omc si sono pronunciati a favore della Ue (Ds475) riguardante le politiche della Russia sulle importazioni di prodotti suini e (Ds485) sul trattamento tariffario russo di alcuni prodotti agricoli e manifatturieri.

 

Proseguiti i negoziati per aprire i mercati e risolvere le barriere commerciali.

Nel corso del 2016 sono stati firmati l’accordo economico e commerciale globale con il Canada (Ceta) e l’adesione dell’Ecuador all’Afta con Colombia e Perù. I colloqui con il Giappone hanno registrato dei progressi e sono riprese le discussioni sul Fta del Mercosur. Iniziati i negoziati con il Messico per la revisione del Fta e avviati negoziati con paesi diversi come Indonesia, Filippine e Tunisia.

Per quanto riguarda il Canada, la Commissione sta inoltre monitorando attentamente che gli impegni assunti nell’ambito del Ceta siano recepiti nella legislazione canadese e attuati in modo efficace. Il Ceta fornisce inoltre il quadro necessario per discutere gli ostacoli che possono insorgere in settori quali Sps, Tbt o investimenti.

 

I paesi dove si sono ottenuti risultati concreti

Corea del Sud: eliminate nel settore automobilistico le dimensioni del sedile e i requisiti di spazio unici e armonizzate alcune normative con gli  standard internazionali. Nella cosmetica modificata una misura discriminatoria; allentamento dei requisiti tecnici ingiustificabili per il formaggio a latte crudo; accettazione della verifica indiretta dell’origine nell’ambito dell’accordo di libero scambio Ue-Corea del Sud; esenzione temporanea dai dazi per i prodotti riparati fino alla fine del 2018.

La Corea del Sud ha accettato di modificare le dimensioni dei sedili nel settore automobilistico e i requisiti di autorizzazione, nonché di armonizzarne di alcune norme internazionali (per emissione 48 V ai sensi del regolamento Unece100). L’altra misura discriminatoria eliminata riguarda il settore cosmetico che obbligava gli operatori di negozi duty-free in Corea del Sud a lavorare per la vendita di prodotti su una superficie minima. La misura potrebbe dare una spinta all’attuale livello delle esportazioni Ue nel Paese asiatico valutato in 452,56 milioni di euro.

Attenuati  i requisiti tecnici ingiustificati per il formaggio a base di latte crudo che avrebbero avuto un impatto negativo sulle attività delle imprese Ue. Più in senso orizzontale, la Corea del Sud ha anche modificato le sue procedure doganali per quanto riguarda la verifica dell’origine. Fino al 2016, il servizio doganale della Corea ha continuato a effettuare la verifica dell’origine per le merci della Ue in modo equivalente al metodo di verifica dell’origine diretta, ossia avvicinandosi direttamente agli importatori.

Un’ulteriore questione orizzontale di vecchia data riguarda il trattamento tariffario da parte della Corea del Sud delle merci riparate (reimportate). L’accordo di libero scambio Ue-Corea del Sud non prevede alcuna esenzione delle merci riparate dai dazi doganali al rientro in Corea del Sud dopo la riparazione nella Ue. A seguito degli interventi frequenti della Commissione, la Corea del Sud ha prorogato l’attuale esenzione dai dazi nel dicembre 2016 fino alla fine del 2018.

 

Cina: sospensione temporanea di una misura nel settore delle Tic che costringevano le società a utilizzare la proprietà intellettuale cinese e divulgare i codici chiave del software; sospensione dei requisiti onerosi connessi al “sovrainteso” per i cosmetici; eliminazione di requisiti Sps ingiustificabili per gli alcolici.

A seguito degli interventi della Commissione europea, la Cina ha deciso di sospendere temporaneamente nel settore Tic le norme sulla proprietà intellettuale.  Nel settore dei cosmetici, dove si prevedeva che una nuova legislazione che  introducesse requisiti onerosi come il divieto di “sovrascrittura” dell’etichetta originale o l’obbligo di mostrare il nome e l’indirizzo dei subappaltatori sulla confezione, la Cina ha accettato di sospendere la misura consentendo alle imprese europee di esportare in Cina come prima.

Anche il settore degli alcolici ha registrato un successo: la Cina era solita mantenere una misura Sps ingiustificabile che richiedeva livelli molto bassi di alcuni ftalati, che erano più severi rispetto ai livelli di sicurezza stabiliti dalla propria valutazione del rischio. La questione è stata risolta nel 2016, quando la Cina ha confermato che sarebbe tornata alla sua prassi precedente conformemente all’esito della propria valutazione dei rischi, garantendo che gli esportatori di alcolici Ue possano continuare le loro operazioni.
La risoluzione delle barriere in Cina relative a cosmetici e liquori potrebbe avere un impatto importante, poiché le esportazioni Ue in questi settori valevano rispettivamente 678,6 milioni di euro e 398,39 milioni di euro.

 

Israele: accettazione dell’autorizzazione al mercato farmaceutico da parte di tutti gli stati membri dell’Ue; ripresa delle autorizzazioni in diversi stati membri per l’esportazione di bovini vivi.
Uno degli ostacoli risolti nel 2016 riguarda le esportazioni farmaceutiche per cui il Paese ha accettato di prendere in considerazione richieste di autorizzazione al mercato farmaceutico da tutti gli stati membri della Ue, compresi quelli che hanno aderito all’Unione europea a partire dal 2004. La Commissione è fiduciosa che possa essere presto risolta una barriera simile per i dispositivi medici.
Infine l’anno scorso Israele ha anche ripreso a concedere l’autorizzazione a diversi Stati membri della Ue per l’esportazione di bovini vivi.

 

Ucraina: abrogazione del divieto di importazione di carne bovina; eliminazione del permesso di quarantena per l’importazione o il transito di ortaggi.
L’Ucraina ha abrogato il divieto Sps da lunga data per le carni bovine (sebbene alcune condizioni di importazione non siano ancora pienamente conformi alle norme Ue), il permesso di quarantena di importazione o transito di lunga durata di verdure. La soppressione della restrizione Sps precedentemente applicata dall’Ucraina che potrebbe incidere sulle esportazioni correnti della Ue per un valore di 602,62 milioni di euro. Eliminato il dazio all’esportazione dei rottami metallici è stato limitato fino al settembre 2017. Resta invece in vigore il divieto di esportazione di legname adottato dall’Ucraina nel 2015.

 

Prevista per il futuro la rimozione di uno degli ostacoli presenti in Argentina, Botswana, Brasile, Egitto, India, Giappone, Taiwan e Turchia.
Ombretta T. Rinieri

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