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Alfredo Papa, un artista di carattere

ARESE –  Alfredo Papa si era diplomato attore al Piccolo Teatro di Milano.Era bravo e aveva carattere. Ma in un mondo di supini mediocri chi non si allinea rischia di essere emarginato. Dimenticato. Ed è quello che è successo a lui.

 

“Con questa iniziativa – ha sottolineato l’assessore Giuseppe Augurusa – vogliamo squarciare il silenzio durato dodici anni. Quando pensiamo ad Alfredo Papa pensiamo alle imitazioni, alla televisione, pensiamo a quel periodo storico che peraltro ha visto una grande trasformazione dalla tv nazionale alla tv commerciale di cui è stato un protagonista. Pensiamo alla concorrenza con Gigi Sabani, alla scoperta di Mike Buongiorno, alle sue imitazioni numerose e innumerevoli. In realtà c’è un mondo cui pochissimi pensano,  che è il mondo del teatro. Stiamo parlando di un artista che ha svolto la sua carriera non mediando mai. E forse una delle ragioni di questo oblìo è anche l’incapacità di mediare in un mondo che invece chiede delle mediazioni che sono molto al ribasso. Diciamola così per essere eleganti”. E a perenne ricordo l’amministrazione aresina ha dedicato al nome dell’artista una via nel nuovo quartiere di Arese Sud.  

 

Quel essere artista, quel essere uomo con la U maiuscola di Alfredo Papa emerge chiaro da talune testimonianze del filmato proiettato. Dice di lui Marco Balestri: “Alfredo un amico. Un artista di quelli veri, cioè un animale da palcoscenico e con un grosso background, una preparazione.    Quando dentro hai il fuoco sacro e Alfredo ce l’aveva, cerchi di esprimere quello che hai dentro e questo è quello che lui ha fatto con grande determinazione. Una macchina da guerra sul palcoscenico.  Lui aveva quel quid in più, quel qualcosa che è anche faticoso forse da portare per un artista. Quando uno ha carattere, sorride quando c’è da sorridere, si incaz..  quando c’è da incaz… Alfredo era così, lo voglio ricordare così e vorrei che tutti lo ricordassero così. Uno vero. Quando uno è vero, sa quando dire grazie, sa quando dire va a fan…Quando si interpreta un altro personaggio, si dà un po’ di se stessi e per questo ci si usura, ci si consuma. E lui è uno che ci si è consumato in questo mestiere e ha lasciato un ricordo a quelli che ci hanno lavorato insieme importante. Un ricordo di professionalità, di capacità, di bravura ma anche un ricordo di pulizia, trasparenza e onestà. In ogni senso”.

 

“Se dobbiamo parlare di Alfredo Papa – ricorda Enrico Beruschi – io ve lo dimostro. Sono Alfredo Papa che imita Beruschi. No, lui era più bravo. Anche perché io allora parlavo in una maniera un po’ diversa. Imitare me era diventata un’abitudine abbastanza facile. Bastava fare “E allooora”, però Alfredo aveva questa capacità di entrare nello spirito del personaggio. Quindi proprio le sfumature della voce. Ci siamo trovati tante volte e il suo gioco era quello di rifarmi: sembrava di guardarsi allo specchio. No, di sentirsi allo specchio. Questa è buona. Sentirsi allo specchio. Una delle tante cose che abbiamo fatto insieme, Metropolitan di Catania, splendido teatro, pieno così. Baudo, bello preciso, presentava e ci impose cinque minuti a testa. Non uno di più. E poi Alfredo non era suo. Era della concorrenza. Noi partiamo e io da buon ragioniere tengo i cinque minuti.  Alfredo preso dal teatro, ha tirato un po’ in lungo. Baudo, bravissimo, splendido, però si deve ubbidire”.

 

 

“Parlare di Alfredo Papa – dice Andrea Roncato – mi si stringe il cuore perché è una persona che manca. Manca allo spettacolo. Manca alla gente che gli voleva bene, e a chi amava questo suo modo di lavorare eccezionale, di una perfezione quasi unica.  Lui è nato con Strehler al Piccolo Teatro di Milano. Cioè era un attore e questa era una dote in più. Un attore che usava la sua arte, questa sua capacità di trasformazione per fare anche l’imitatore, ma c’era una base diversa. Diversa da quella che hanno i soliti imitatori. C’era una base seria. Lui quando faceva un personaggio, recitava quel personaggio e lo imitava. Quindi lo faceva perfettamente.

 

Stavo a vederlo lavorare perché mi insegnava la professione. Mi insegnava a essere un professionista. Quindi a fare le cose perfette in tutti i sensi. Tanti imitatori cercano soprattutto di fare la parodia di certi personaggi, più che farli uguali. Bisogna risalire a Noschese per avere la professionalità di Alfredo. Era perfetto. Quando faceva un personaggio lo faceva con una meticolosità eccezionale. Lo vedevi in scena e non era più Alfredo. Era questo personaggio che ti parlava.  Alfredo ha avuto tanti estimatori per chi amava veramente questo genere di spettacolo e anche tanti denigratori. Era più bravo di tutti, e quindi quando sei il più bravo di tutti hai sempre gente che cerca di trovarti dei difetti. Alfredo dovrebbe essere ricordato molto ma molto di più, perché  fra i professionisti grandi dello spettacolo c’è anche lui con la sua professionalità eccezionale.  C’è un pezzo di una canzone di Ligabue che mi piacerebbe dedicare ad Alfredo e che dice: adesso che sei ovunque sei, chissà se ti arriva il mio pensiero”.

Ombretta T. Rinieri