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Accoglienza profughi ad Arese, presto un consiglio comunale aperto

ARESE – Il 5 giugno si terrà un consiglio comunale aperto sull’accoglienza ad Arese dei richiedenti asilo e protezione internazionale. Lo ha annunciato il sindaco Michela Palestra il 22 maggio scorso al parlamentino cittadino accogliendo così la richiesta avanzata dalla minoranza consigliare (Fi, Arese al centro, Arese in testa e m5s).

 

La decisione per spiegare alla cittadinanza aresina i termini del protocollo sottoscritto tra prefettura, Città metropolitana e comuni delle aree omogenee per l’accoglienza diffusa, che il sindaco ha firmato il 18 maggio insieme ad altri ottanta primi cittadini alla presenza del ministro dell’interno Marco Minniti.

“Il protocollo – ha spiegato Michela Palestra – è giunto al termine di un lungo confronto fra le parti avviato già dall’ex prefetto Alessandro Marangoni e proseguito a febbraio con la nuova prefetto Alessandra Lamorgese e darà attuazione al piano nazionale tra Anci e Ministero dell’interno secondo cui ogni comune italiano dovrà accogliere, gestire e integrare una quota di  richiedenti asilo e protezione internazionale”.

 

La quota di Arese doveva essere di 52 persone, ma di fatto non andrà oltre le 26. Ciò in  virtù della clausola di salvaguardia del protocollo che applica la direttiva del ministero del 16 ottobre 2016 relativa all’avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile degli immigrati, che rende esente dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza quei comuni che appartengono alla rete di protezione e accoglienza . In altri termini, il protocollo prevede che una volta raggiunta la copertura del 50 per cento dei posti previsti in base al piano Anci-Ministero, la prefettura escluda i comuni sottoscrittori dai bandi per l’accoglienza degli stranieri.

 

Ora, L’impegno richiesto ai sindaci,  è di collaborare attivamente nel reperimento di alloggi pubblici e privati necessari alla copertura dei posti assegnati  a ogni singolo comune. “I sindaci – ha detto Palestra –  hanno con forza sottolineato l’impossibilità di gestire l’accoglienza di decine di richiedenti asili ammassati in un unico posto. I bandi Cas (grandi centri d’accoglienza) sono esclusi dal protocollo e sarà la prefettura ha interagire direttamente con il privato. Le amministrazioni vengono escluse dal percorso”.  

 

Ad Arese non vi è disponibilità di alloggi pubblici, siano Erp o Aler, che peraltro sono appartamenti cui si accede attraverso specifiche graduatorie. La possibilità di accoglienza è limitata alla disponibilità di alloggi privati nello Sprar,  che è la modalità sottoscritta già da tempo dall’amministrazione aresina. Saranno quindi i privati a mettere a disposizione gli appartamenti, mentre ai comuni è richiesto l’impegno di reperire sul mercato immobiliare privato sei-sette appartamenti, ipotizzando che in ogni appartamento trovino alloggio tra le tre e le quattro persone.  

 

La prefettura si è impegnata a escludere  per l’accoglienza dei profughi alberghi, ex caserme ed edifici analoghi che comporterebbero la concentrazione di decine di persone in una sola struttura con il rischio di ingenerare situazioni critiche. Inoltre i comuni sottoscrittori del protocollo saranno avvertiti qualora la prefettura individui direttamente le case sui loro territori.

 

Il protocollo – ha specificato Michela Palestra – non comporta per i comuni sottoscrittori alcun onere aggiuntivo come affitto, vitto e  spese per altre necessità. Tutte sono a completo carico dello stato. Non saranno distolte risorse comunali ai bisogni dei nostri residenti. A oggi non c’è certezza circa il reperimento degli alloggi per 26 persone, ma è stato molto importante essere parte di questo percorso perché il piano nazionale di riparto Anci-Ministero dell’Interno  è valido a prescindere dalla firma del protocollo in quanto l’accoglienza non riguarderà unicamente né preferibilmente i comuni sottoscrittori  del protocollo”.

 

A detta del sindaco aresino per i comuni non sottoscrittori non vi sarà il limite del 50 per cento della quota di accoglienza stabilita dal piano nazionale, potranno essere usate strutture diverse dai singoli alloggi e non necessariamente si informerà il comune sull’arrivo .

 

“La sottoscrizione del  protocollo – ha rimarcato – è la condizione che tutela di più le comunità”.

Ombretta T. Rinieri

Il Notiziario – 26 maggio 2017 – pag. 74