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Impegno della Commissione europea sull’equità sociale

Tre i cardini all’interno dei quali vengono stabiliti venti principi invalicabili: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro equo e protezione; inclusione sociale. Previsti lavoro stabile, istruzione permanente e reddito minimo.

 

BRUXELLESMigliorare le condizioni di vita e di lavoro in Europa. E’ quanto si prefigge la Commissione europea che ieri ha raccomandato un programma d’intenti sui diritti sociali che richiama venti principi fondamentali volti all’equità dei mercati del lavoro e alla protezione sociale.   Il programma è destinato principalmente alla zona euro (pur rimanendo ovviamente aperto agli altri stati membri dell’Unione europea) e la commissione si augura che venga approvato entro la fine dell’anno da Parlamento e Consiglio europeo.

Le linee guida sono state pensate dal vicepresidente della Commissione Dombrovskis e dalla commissaria Thyssen e si articolano in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque e protezione e inclusione sociale.

 

All’interno delle pari opportunità e dell’accesso al mercato del lavoro rientrano i principi di:  istruzione, formazione e apprendimento permanente per mantenere e acquisire competenze;  eguaglianza di genere tra donne e uomini in tutti i settori compresa parità di retribuzione e di carriera; pari opportunità indipendentemente da sesso, razza od origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età od orientamento sessuale; supporto attivo all’occupazione, ossia  ognuno ha diritto a un’assistenza tempestiva e su misura per migliorare la propria occupazione o le prospettive di lavoro autonomo. I giovani hanno il diritto di continuare istruzione, apprendistato, tirocinio o un lavoro ottimale entro quattro mesi dall’essere disoccupati o dall’aver lasciato la scuola. I disoccupati hanno diritto a un supporto personalizzato, continuo e coerente. I disoccupati di lunga durata hanno diritto a una valutazione individuale approfondita al più tardi a diciotto mesi dalla disoccupazione.

All’interno delle condizioni di lavoro eque rientrano i principi:  occupazione sicura e adattabile  per quanto riguarda condizioni di lavoro, accesso alla protezione sociale e formazione con il divieto all’abuso di contratti atipici e di lavoro precario e incoraggiando la transizione verso forme di lavoro a tempo indeterminato nonché imprenditorialità, lavoro autonomo e mobilità professionale; stipendi minimi e trasparenti in modo da prevenire la povertà lavorativa e soddisfare le esigenze del lavoratore e della sua famiglia alla luce delle condizioni economiche e sociali nazionali; informazioni sul rapporto di lavoro e sugli obblighi derivanti e sulle forme di protezione in caso di licenziamento che, nel caso, deve avvenire con un ragionevole preavviso e se fosse ingiustificato anche con un risarcimento adeguato; dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori e loro rappresentanti in materia di negoziati su accordi collettivi di lavoro; equilibrio vita-lavoro di genitori e lavoratori con carichi assistenziali che hanno diritto a congedi adeguati, orari flessibili e accesso ai servizi di assistenza; ambiente di lavoro sano, sicuro e riservato in tema di dati personali.

All’interno della protezione sociale e dell’inclusione rientrano i principi di: assistenza all’infanzia (con prezzi accessibili e servizi di qualità) e diritto dei bambini alla protezione dalla povertà; protezione sociale indipendentemente dal tipo e dalla durata del rapporto di lavoro; prestazioni di disoccupazione quali un adeguato sostegno al lavoratore da parte dei servizi pubblici per l’impiego per (re) integrarsi nel mercato del lavoro e adeguati sussidi di disoccupazione di durata ragionevole; reddito minimo a chiunque non abbia risorse sufficienti al fine che gli venga garantita una vita dignitosa in tutte le fasi della vita e un accesso efficace alle merci e ai servizi abilitanti; reddito e pensioni di vecchiaia proporzionati ai contributi versati con la condizione comunque che tutte le persone anziane hanno diritto a ricevere risorse che garantiscano loro una vita dignitosa; assistenza sanitaria e accesso a cure sanitarie preventive e curative di buona qualità per ogni individuo; inclusione di persone con disabilità attraverso un sostegno al reddito e a  servizi che consentano loro di partecipare al mercato del lavoro e alla società e un ambiente adeguato alle loro esigenze; assistenza a lungo termine di buona qualità, in particolare servizi di assistenza domiciliare e di comunità; alloggio e assistenza per i senzatetto con accesso all’edilizia sociale o all’assistenza abitativa di buona qualità per chi ne ha bisogno. In particolare le persone vulnerabili hanno il diritto ad un’adeguata assistenza e protezione contro lo sgombero forzato; accesso ai servizi essenziali di buona qualità fra cui acqua, servizi igienico-sanitari, energia, trasporti, servizi finanziari e comunicazioni digitali. Supporto che non deve mancare ai bisognosi.

 

Al fine di dare concretezza al programma, si partirà con l’analisi delle prestazioni degli stati membri in dodici aree al fine di valutare i progressi compiuti in direzione di una “tripla A” sociale in tutta l’Unione e si attiveranno una serie di  iniziative legislative e non concernenti l‘equilibrio tra attività professionale e vita privata dei genitori e degli operatori assistenziali, l’informazione ai lavoratori, l’accesso alla protezione sociale e l’orario di lavoro.

 

Secondo la Commissione il programma d’intenti sui diritti sociali ispirerà le attività condotte nel contesto del semestre europeo e nell’ottica del completamento dell’Unione economica e monetaria, in linea con la relazione dei cinque presidenti. I fondi europei, in particolare quello sociale, assicureranno il  sostegno finanziario necessario per l’attuazione del programma che rientra fra gli orientamenti politici enunciati dalla presidenza Junker nel luglio 2014 e ripresi nel suo discorso sullo stato dell’Unione del settembre 2015:Dobbiamo intensificare i lavori per un mercato del lavoro equo e veramente paneuropeo. […] Nel quadro di tali sforzi, voglio sviluppare un pilastro europeo dei diritti sociali, che tenga conto delle mutevoli realtà delle società europee e del mondo del lavoro“.

 

A Bruxelles ci si rende conto infatti che gli strascichi della crisi economica degli ultimi dieci anni vanno dalla disoccupazione alla povertà in molte parti d’Europa in presenza di un mutato impatto demografico e di un mercato del lavoro influenzato da globalizzazione, rivoluzione digitale e da una diversa organizzazione del  lavoro.

Ombretta T. Rinieri