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Ospedale Salvini. In divieto di sosta tra necessità e cattiva creanza

GARBAGNATE – Nello spazio confinante con il parcheggio esterno dedicato ai mezzi pubblici (vicino alla rampa del pronto soccorso) è proibito parcheggiare “eccetto emergenze, carico/scarico , bus e taxi”, come  è scritto sul selciato. Ma ecco tre auto. In una vi è un signore in attesa. Ci presentiamo, gli spieghiamo che stiamo facendo un sondaggio sui parcheggi per i disabili in ospedale  e gli facciamo notare che lì non potrebbe parcheggiare.

In effetti – ci dice mortificato – qui non bisognerebbe parcheggiare, ma io sto aspettando mia moglie che appena appena riesce a camminare. Non c’è la possibilità di entrare all’interno a prendere le persone che fanno la sua terapia. Mia moglie non può fare tanta strada e deve fare la terapia tutte le mattine. Io l’accompagno al mattino e la vengo a riprendere intorno alle 13. Non sto qui tutta la mattina”.

 

“Guardi – insistiamo – proprio lì c’è il parcheggio per i disabili”.

Ma io non ho il pass per i disabili – ci risponde – perché mia moglie non è ufficialmente disabile. Ha le caviglie dei piedi e i piedi che sono così (e con le mani ci fa il segno di come sono grosse). Se adesso arriva la vede. Dovrebbe uscire a momenti”. 

In effetti intorno alle 13.10 da lontano noto una signora che camminando lentamente lentamente si avvicina. Ha le estremità che assomigliano a due volte gli scarponi di Babbo Natale. Cammina veramente con grande difficoltà. Maria  (nome di fantasia per tutelarne la privacy) ci spiega di essere affetta dal linfedema primario, una malattia rara, caratterizzata da un enorme ed esagerato ristagno di linfa nei  tessuti.

 “Il linfedema colpisce il sistema linfatico – spiega – sono delle ostruzioni. Ai malati di tumore cui vengono tolti i linfonodi viene il linfedema secondario:  si gonfia il braccio. Il secondario  è riconosciuto perché è una conseguenza del  tumore ed è quindi esente dal ticket. I linfedema primari invece non sono riconosciuti nei Lea (livelli essenziali di assistenza) e nemmeno nella disabilità”.  

 

La conseguenza è un disagio di movimento e costi di cura non riconosciuti. Maria perciò, pur avendo evidenti difficoltà di deambulazione, non ha diritto a parcheggiare nei posti per i disabili e per sottoporsi alle cure deve sostenere costi enormi per una pensionata.  Attualmente è in cura presso la palestra riabilitativa del Salvini dove sta sostenendo una spesa complessiva in ticket per quattro cicli pari a 1400 euro (350 euro a ciclo).

 

“Praticamente – continua Maria – dal 2010  periodicamente mi devo sottoporre alla pressoterapia e a bendaggi per far sì che la linfa venga scaricata al fine di evitare possibili infezioni. In questo periodo vengo alla mattina alle 9.30 perché mi hanno inserito anche gli ultrasuoni”. E’ contenta dal punto di vista medico? Chiediamo. “Sì”, ci risponde con semplicità.

 

Per il problema del parcheggio avete provato a parlare con la direzione amministrativa per un pass particolare?, sondiamo.

“Sinceramente no”, ci hanno risposto marito e moglie. Abituati al disconoscimento di una malattia così invalidante nessuno dei due ha pensato di chiedere un “favore”, che forse, conosciuto il caso,  potrebbe essere concesso.

Maria sale in macchina a fatica e mentre la guardo andar via con il marito ecco sopraggiungere un pimpante ragazzo dal bar dell’ospedale con in mano un sacchetto. Aveva anch’egli da un bel po’  la macchina parcheggiata sul posto per le emergenze. “Scusi – gli diciamo – lo sa che lì non potrebbe parcheggiare?”.  “La mamma…devo andare a lavorare…ho preso delle pizzette….”, risponde salendo in macchina e andandosene.  Capiremo solo quando da lì a poco una signora in divisa da inserviente uscendo dal bar ci è venuta  incontro dicendo: “Ma voi cosa volete? Mi avete spaventato il ragazzo che doveva andare a lavorare”. Accipicchia, basta intendersi sulle emergenze!

 

Neanche il tempo di girarsi ed ecco un’altra auto posteggiare al suo posto. E’ un signore anziano, che spegne il motore ma non scende dal mezzo. Sul parabrezza ha il pass.  “Scusi – insistiamo con la nostra inchiesta – non ha trovato il posto disabili al  parcheggio? Qui purtroppo è il posto delle emergenze”.

“In verità  – ci risponde l’anziano – là c’è la sbarra. Bisogna prendere lo scontrino, andare in ufficio, presentare i documenti e tornare indietro. Non è come a Paderno Dugnano dove il  parcheggio disabili è libero e si può posteggiare. Prima qui si poteva parcheggiare, ma è successo che venivano tutti gli altri e ora non possiamo venire più nemmeno noi.

Ombretta T. Rinieri

(Il Notiziario – 7 aprile 2017 – pag. 73)