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Mariagrazia Cislaghi va in pensione, in biblioteca cambia un’era

La direttrice della biblioteca di Arese Mariagrazia Cislaghi (a destra) insieme con la collaboratrice Maria Condoleo, anch'essa sul filo di lana della pensione

La direttrice della biblioteca di Arese Mariagrazia Cislaghi (a destra) insieme con la collaboratrice Maria Condoleo

ARESE – Cambia un’era. Il 17 dicembre sarà inaugurato il nuovo Centro Civico al cui interno troverà posto la nuova biblioteca.  Ma non ci sarà più ad accoglierti il sorriso accattivante della storica direttrice Mariagrazia Cislaghi,  capace di metterti il buon umore anche nelle giornate più uggiose. Dopo quarantadue anni di lavoro è andata in pensione.

Nata a Rho, si è laureata in scienze politiche con indirizzo storico-sociale frequentando l’università ai corsi serali,   mentre di giorno lavorava a Milano in un’agenzia di pubblicità. “Uscivo alle cinque dal lavoro e alle 5 e trenta ero in facoltà  – mi racconta – Seguivo le lezioni e poi tornavo a casa con l’ultimo pullman delle 9”.  Un colpo di fulmine, e a soli ventun anni si sposa, si trasferisce ad Arese e vince un concorso per la biblioteca. Era il 1982. Ne avevano inaugurato la prima sede in viale Resegone, nei locali che oggi ospitano il Forum delle associazioni.
La biblioteca è nata così – racconta – vicino alle scuole di via Col di Lana. La struttura, lunga e stretta, aveva sulla sinistra la sala riunioni e sulla destra una scrivania per il banco prestiti e gli scaffali messi in parallelo con i tavoli. Si pensava che fosse adeguata per la popolazione di Arese. Divenne piccola già dopo re anni con la crescita esponenziale dell’utenza.  Qui al Centro Giada era stato costruito un edificio in conto oneri di urbanizzazione per la Filarmonica. Infatti la sala ragazzi, che ha la struttura un po’ tonda, fu fatta proprio per le provare l’audio dei concerti. La Filarmonica non ci venne mai. Nel frattempo l’amministrazione decise di destinarlo alla biblioteca. Quando ci trasferimmo ci sembrò di venire in paradiso. Era grande minimo tre volte tanto. C’erano la sala ragazzi, la sala adulti, la sala studio. Una sala sottostante più grande. Là quando dovevamo fare gli eventi dovevamo chiudere la biblioteca perché non c’erano spazi”.
Ecco come è nata la biblioteca di via Platani. Quella che tutti conoscono e che ha visto passare intere generazioni di aresini.  “Negli anni si  è creato con la gente – continua Mariagrazia Cislaghi –  un rapporto di fiducia e di conoscenza, di fidelizzazione. Se a distanza di trent’anni stiamo parlando di una  nuova biblioteca è perché questa è diventata a sua volta piccola. Saranno almeno vent’anni che si parla di realizzarne un’altra. La nostra biblioteca è tra le biblioteche medie che sicuramente compra e presta di più e che da anni fa l’orario continuato”.
Arese arriva a quasi 90mila prestiti sommando il prestito Arese per Arese, il prestito di Arese per gli altri comuni del consorzio Csbno e di quello che le altre biblioteche prestano agli aresini. La popolazione ha un  livello culturale alto e con interessi  molto ampi un po’ in tutti i campi del sapere, perciò la biblioteca acquista di tutto su tutti gli argomenti. Dell’acquisto se n’è sempre occupata Cislaghi. Molta narrativa (i best seller più venduti non mancano mai), molta saggistica, ma pure i manuali dell’università. “Sono testi di divulgazione scientifica di vario genere. Acquisto quelli di interesse più ampio come lettere, filosofia, scienze. E’ uno dei nostri punti di forza che abbiamo portato avanti già con le passate amministrazioni e che si è continuato con l’idea di dare un supporto alle famiglie e ai tanti studenti universitari che vengono qui a studiare”.
Peraltro con il centro civico i ragazzi avranno molto più spazio per le sale studio. “Sicuramente saranno più silenziose rispetto all’attuale biblioteca – considera Mariagrazia Cislaghi  –  dove tutto il rumore si riversa sul piano di sopra”. Del resto le carenze dell’attuale biblioteca sono note: dalle barriere architettoniche alle infiltrazioni, dal caldo torrido dell’estate all’invasione delle vespe, dalle muffe ai soffitti all’intonato che periodicamente si stacca.
Il personale soffre di una carenza cronica. Cislaghi inizia in viale Resegone con una sola collaboratrice. Diventano quattro nel 1987 con l’inaugurazione della sede al Giada, poi sette. L’ultima assunzione risale ai tempi della giunta Ronchi (1999). Successivamente, a causa della’impossibilità ad assumere per la  spending review,  si è andati avanti con i passaggi d’ufficio interni mano mano che bisognava coprire i pensionamenti. L’unica boccata d’ossigeno i ragazzi del servizio civile.
Da maggio di quest’anno il comune ha affidato al consorzio Csbno il  servizio di reference (il banco prestiti). L’approccio è quello della rotazione del personale e sono  molti gli utenti che chiedono cosa sia successo. “E’ un approccio diverso da quello impostato finora. In più sono stati cambiati anche i ruoli del personale interno. Ma poi ci sarà la biblioteca nuova  con nuovi servizi”.
Chi conosce bene Mariagrazia Cislaghi sa della sua vita sempre di corsa nel conciliare i tempi di una famiglia numerosa (tre figli) e il lavoro. Multitasking come si dice oggi. E’ appena andata in pensione ed è gettonatissima dalle varie associazioni del territorio. Lei però dice che  si vuol prendere qualche mese sabbatico per “tirare finalmente il fiato”. Io sono certa: sarà uno stop and go.
Ombretta T. Rinieri
“Il Notiziario” 4 novembre 2016 – pag. 74