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Il Superiore dei Salesiani ci racconta cos’é accaduto: “Vogliamo che la verità emerga con piena chiarezza”

ARESE – Abbiamo contattato il Superiore provinciale dei Salesiani, don Claudio Caccioli, per avere chiarimenti sulla triste vicenda aresina e lui non si è tirato indietro, a dimostrazione della sincera volontà dei Salesiani di fare chiarezza in modo trasparente.

Don Claudio Caccioli  ci ha raccontato quanto l’Ordine Salesiano si sia impegnato perché la verità emergesse. Ci spiega che due sono gli episodi accaduti, il confratello coinvolto è un salesiano ma non fa parte del territorio di Arese né della parrocchia; il ragazzo,  turbato dai due episodi, non ne aveva parlato in famiglia ma si era rivolto in confessionale al suo confessore di fiducia, ad Arese. Il sacerdote lo ha convinto a parlarne al Superiore provinciale. Quando questo ha incontrato il ragazzo e ha sentito il suo racconto, lo ha a sua volta convinto a parlarne in famiglia. A quel punto è scattata la vicenda giudiziaria con la denuncia della famiglia e un esposto fatto dallo stesso Superiore, mentre l'animatore  e il sacerdote sono stati sospesi.

Il Superiore ci ha poi spiegato che il 9 di dicembre è circolata su whatsup  una lettera, attribuita alla madre del ragazzo, nella quale la donna se la prendeva con la parrocchia sulla vicenda. Don Caccioli ci dice che però la madre ha smentito di essere l’autrice di tale scritto e che i Salesiani vogliono che la verità e le responsabilità emergano con chiarezza.   

Ombretta T. Rinieri

(Il Notiziario – 15 gennaio 2016 – pag. 67)