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I Salesiani Milanesi/ A San Kizito la pericolosa sfida di padre Hermann

Nel bicentenario della nascita di Don Bosco (16 agosto 1815) e nel  60esimo dell’arrivo dei Salesiani ad Arese (29 settembre 1955),  flashback di una  monografia pubblicata sul quotidiano  “La Prealpina” del 5 ottobre 2002

 

padre Hermann Schultz

padre Hermann Schultz

ARESE (o.t.r.) – Gli occhi blu di padre Hermann Schultz  sono quelli di una persona buona. E’ l’unico occidentale del Villaggio dei Giovani San Kizito e ai bambini scampati all’inferno del genocidio deve sembrare un angelo del Paradiso mandato in Terra dal buon Dio per aiutarli. Facile volergli bene.

A qualcuno l’opera di padre Hermann dà fastidio, tanto che è scampato a due attentati. L’ultimo pochi mesi fa. E’ in Ruanda come missionario da 24 anni. Dal ’94 opera a Musha. In otto anni di attività il Centro ha scolarizzato 382 bambini. Oggi accoglie 160 orfani, dai due (l’ultimo trovatello) ai 25 anni. Quarantasei ragazzi frequentano la scuola superiore, che in Ruanda inizia con la sesta elementare e che costa in tassa annuale 300 euro. Quattro frequentano l’università: in Germania, in Italia e nella capitale Kigali. Oltre 150 bambini al di sotto dei sette anni ricevono sostegno sanitario e alimentare.

Il villaggio San Kizito è costituito da una serie di capanne in mattoni e tetti in lamiera disposte a cerchio.  Vi è poi una chiesetta, un ostello e una piccola infermeria. I giovani ricevono una formazione scolastica, spirituale e lavorativa attraverso progetti di cooperazione agricola e i laboratori di falegnameria e carpenteria.

Una volta alla settimana 80 mamme seguono la scuola di igiene, alimentazione e prevenzione all’Aids al termine della quale le donne con i bambini piccoli ricevono alimenti ad alto contenuto proteico.