MILANO – A oltre un secolo dal 1906, Milano torna a ospitare l’esposizione internazionale del Bie. Oggi come allora l’Expo torna sul suolo del capoluogo lombardo in un momento storico cruciale. Durante la Belle Epoque, il Liberty impregnava l’atmosfera futuristica della vetrina. Un occhio puntava sui nuovi trasporti individuali (auto) e collettivi (ferrovie e navi) e un occhio guardava alle tematiche sociali con forme di previdenza collettiva in grado di tutelare i lavoratori dalle storture di uno sviluppo industriale sempre più spinto. Il mondo si era messo a correre cambiando i ritmi lenti e scanditi delle tradizioni contadine e bisognava trovare un modo per starci dietro anche con nuove forme di coltivazioni agrarie come la piscicoltura.Nel 2015 ci si interroga su come garantire all’umanità i mezzi per continuare a nutrirsi in un pianeta depauperato delle foreste e delle risorse primarie dell’acqua e del suolo, desertificato e avvelenato da ogni forma di inquinamento. Il cibo come alimentazione quindi da coltivare, allevare e condividere. Il cibo come sostenibilità, solidarietà, scienza e innovazione. Il cibo come diversità di culture, fantasia, arte, profumi e colori. Il cibo come convivialità, da assaggiare, conoscere e sperimentare.
Partendo dalla propria cultura e dalle proprie tradizioni, i paesi espositori propongono le loro soluzioni per garantire il futuro alle prossime generazioni. Lo fanno attraverso la realizzazione autonoma di un proprio padiglione oppure inseriti all’interno di uno dei nove nove spazi tematici, i cluster.
O.T.R.
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