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Invasione di vespe in biblioteca: arriva l’Asl che chiude una sala

Una delle molte vespe presenti nella sala, fotografata vicino a un neon

Una delle molte vespe presenti nella sala, fotografata vicino a un neon

ARESEEmergenza vespe in biblioteca. Da anni la loro presenza infastidisce l’utenza e a più riprese l’amministrazione comunale, di concerto con l’Asl, è intervenuta con vari provvedimenti: dalla chiusura dei buchi esterni della struttura con delle retine ad hoc alle periodiche disinfestazioni. L’ultima circa due settimane or sono.  Ma quest’anno pare tutto inutile e da settembre vi è in corso una recrudescenza degli insetti all’interno della biblioteca. L’ambiente più colpito è la sala studio al primo piano: le vespe girano sopra la testa degli studenti, si appoggiano su sedie, tavoli, tende e particolarmente sulle coperture dei neon attirate come sono dalla luce. Alcuni ragazzi sono già stati punti e raccontano di una ragazza allergica finita al pronto soccorso,  così la sala si è quasi del tutto svuotata degli abituali utenti.

Mercoledì mattina 12 novembre, il sindaco Michela Palestra, la direttrice della biblioteca Mariagrazia Cislaghi e l’architetto comunale Elisabetta Ubezio hanno assistito al sopralluogo in loco del veterinario dell’Asl per capire quali azioni risolutive si potevano mettere in campo. Per prima cosa è stato deciso di interdire temporaneamente la sala agli utenti, cui seguirà a breve una nuova disinfestazione e un sopralluogo tecnico per cercare di capire dove si trovano i nidi per estirparli.

Il problema è comunque determinato dalla tipologia costruttiva della biblioteca, che presenta tra il muro perimetrale esterno e le pareti interne di cartongesso l’ambiente caldo umido ideale per questi tipi di insetti che in vista dell’inverno cercano un luogo adatto dove svernare.  Comunque, in attesa di interventi capillari anche sulla struttura, già nel pomeriggio di mercoledì   i tecnici comunali hanno provveduto a sigillare il più possibile fori e fessure dai quali presumibilmente passano le vespe. Ai ragazzi è richiesta un po’ di pazienza e poi potranno tornare nella loro aula studio.

Ombretta T. Rinieri  

(Il Notiziario – 14 novembre 2014 – pag. 80)