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Ecco lo YoungDolt, la “casa” dei teenager

L’assessore Scifo ci parla del progetto, inaugurato a ottobre

 

ARESE – Non sarà una ‘casetta sull’albero’ dove andarsi a rifugiare e a giocare, ma l’idea la richiama molto da vicina. E’ lo “YoungDolt” , nuovo nome del centro di aggregazione giovanile per i ragazzi dagli undici ai diciotto anni, inaugurato il 22 ottobre scorso in Viale Resegone 69, di fianco all’ingresso del centro sportivo ‘Davide Ancilotto’. Gestito dai  Barabba’s Clown, dalle cooperative Idea e Lotta Contro l’emarginazione  e dal Cospes, YoungDolt è frutto di un bando della giunta Palestra arrivato a conclusione dopo mesi di incontri con tutte le realtà aresine che  si occupano dei giovani. Ne parliamo con Barbara Scifo, assessore alle politiche sociali e giovanili e alle associazioni del terzo settore.

Barbara Scifo, assessore alle politiche sociali, giovanili e del terzo settore di Arese

Barbara Scifo, assessore alle politiche sociali, giovanili e del terzo settore di Arese

“Volevamo una realtà – spiega Barbara Scifo – capace di intercettare la realtà e i bisogni dei giovani, di rapportarsi e lavorare con loro che fosse il più possibile in rete in modo che non ci fossero per quanto possibile imput differenti nei loro confronti. Con questo obiettivo, nella seconda metà dell’anno, abbiamo aperto un tavolo con tutte le realtà che hanno funzioni educative, dalle scuole al comitato genitori, dal Centro Salesiano al Cospes, dall’oratorio ai Barabba’s Clown, dal Gso alla Sg.Sport, dalle cooperative che lavorano specificatamente sul disagio agli scout fino all’associazione di musica  Groove, perché ad Arese vi sono effettivamente molte proposte per i ragazzi, strutturate o non strutturate che non sono in rete”.

Cosa ne è emerso?

“Un grande momento di fatica da parte dei genitori perciò abbiamo elaborato quelli che sono secondo questi soggetti i problemi legati alla fase di crescita dei preadolescenti e degli adolescenti. E’ nata così l’idea di una comunità educante, che pur nei progetti propri di ogni realtà, abbia una visione condivisa su come operare”.

Vi è quindi un coinvolgimento anche di scuole e genitori?

“A fronte della debolezza genitoriale vi è bisogno di percorsi autonomi. A questo proposito con le scuole e i genitori è già stato avviato da tempo il progetto  ‘Live skills’ insieme all‘Asl provincia Milano 1, arrivato all’ultimo pezzetto con gli educatori informali, così come avevamo fatto con le comunità educative. Ciò per avere un background comune e per fare in modo che gli adulti che si approcciano con gli adolescenti siano in una qualche maniera preparati. Sul fronte dei ragazzi,  l’idea è stata quella di provare a lavorare prima di tutto sul tema dell’autodeterminazione. Ossia vogliamo cercare di valorizzare le risorse positive dei ragazzi e cercare da lì di costruire dei percorsi con loro. Pertanto come amministrazione abbiamo deciso di emettere un bando apposito per le politiche scolastiche e di co-progettazione con il terzo settore. Non volevamo semplicemente affidare in gestione un servizio legato ai giovani come è sempre stato, ma volevamo come amministrazione essere il soggetto di governance del sistema”.

Non una delega in bianco….

“Esatto, ma un lavoro di continuo confronto. Tanto è vero che abbiamo a livello di convenzione una serie di appuntamenti fissi. Il bando è stato quindi vinto in co-progettazione da un partenariato di associazioni: i Barabba’s Clown, la cooperativa Idea (quella che precedentemente gestiva lo cga) e quella della Lotta all’emarginazione”.

Perché si è sentita l’esigenza di cambiare? Il Cga non funzionava?

“I centri di aggregazione giovanile sono nati in base a una normativa che dava finanziamenti regionali per questi tipi di attività. Con il tempo però i fondi sono stati tagliati e il cga è rimasto in vita per unica volontà delle amministrazioni aresine. Tuttavia la sua attività si era fortemente ridotta e circoscritta al sostegno post scolastico dei ragazzi in difficoltà agli esami di terza media. Un’esperienza importante che abbiamo preservato, ma mettendola in rete con le scuole”.

1013737_546550278809099_1461018777128955959_nCos’è dunque  YoungDolt?

“E’ uno spazio vitale, accogliente, per tutte le tipologie di ragazzi che hanno risorse, che possono essere delle leadership positive e di conseguenza inclusivi rispetto a situazioni di disagio”.

Come farà a lavorare con età così eterogenee per attitudini e bisogni?

“Ci saranno orari e attività diversi per fasce d’età. Il tutto coordinato da tre educatori in pianta stabile che si alterneranno e che fungeranno da figure di riferimento. Vi sarà anche uno psicologo del Cospes, mentre le associazioni e i gruppi che hanno fatto parte del tavolo di lavoro saranno coinvolti a vario titolo. Due sono infatti le idee fondamentali che sorreggono il progetto: che sia diffuso sul territorio e che sia uno spazio che i ragazzi sentano loro, che se ne riapproprino, un punto di riferimento per le loro attività. Che sia una sorta di laboratorio, di fucina delle idee. Ma non un luogo dove chiudersi, perché l’idea è di andare dove i ragazzi sono. Infatti sono previste anche attività in giro per la città”.

Una sorta di oratorio….

“In questo progetto anche l’oratorio in quanto tale è in rete”.

Concretamente…

10672189_542746935856100_6837062096319000348_n“Ci sono degli orari in cui il centro è aperto. Sono stati organizzati degli appuntamenti. I ragazzi vanno lì. Chi ha voglia di occuparsi di musica c’è una sala dedicata e trova un educatore che suona la chitarra. Un altro esempio concreto sono i laboratori creativi organizzati una volta al mese dal comitato genitori il sabato mattina dalle 10 alle 13 per i ragazzini. Questo per dire che ci sono momenti strutturati, ma anche destrutturati dove i ragazzi possono semplicemente ritrovarsi lì. In realtà, quello che noi vogliamo, è che loro comincino a ‘respirare l’aria’ e che siano loro a farci le proposte da mettere poi in pratica”.

L’apertura di YoungDolt è stata preceduta dal posizionamento in città di una serie di sagome raffiguranti il motociclista, la ballerina, lo skater, il chitarrista , il calciatore e il breakdancer con lo slogan “Mettici la faccia”. Dopo qualche giorno altre tre sagome invitavano a “Fatti un giro con noi”, raffiguranti un pulmino a voler simboleggiare l’idea di un progetto diffuso sul territorio e la dimensione del gruppo. Infine con una grande sagoma-manifesto il progetto si è svelato con la promozione dell’evento di apertura dello spazio giovani. E i ragazzi che su Facebook avevano scelto di fotografare il proprio viso nelle sagome e di postare la foto sulla pagina di YoundDolt hanno partecipato al concorso di un buono Decathlon del vlaore di cento euro per la categoria “Mettici la faccia” di di un buono pizza per tre per la categoria “Fatti un giro con noi”. 16792_553200494810744_3545244714608597066_n

Il 1° novembre è stata la volta di una manifestazione di giochi in piazza Dalla Chiesa. Attualmente lo spazio giovani è aperto in viale Resegone ogni pomeriggio dal martedì al venerdì, ma a breve saranno garantitte anche delle aperture serali.

Ombretta T. Rinieri

(Il Notiziario – 7 novembre 2014 – pag.72)