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Fontana a Villa Arconati, case alle vittime della mafia nel progetto legalità dei ragazzi di architettura

L’architetto Eugenio Gigliola, docente del corso e del nuovo indirizzo di design,  aggiorna anche sull’annosa questione di una nuova  sede adeguata al liceo artistico

Eugenio Gigliola, architetto, docente di architettura e di design al liceo artistico 'Lucio Fontana' di Arese

Eugenio Gigliola, architetto, docente di architettura e di design al liceo artistico ‘Lucio Fontana’ di Arese

BOLLATE-ARESE – Quest’anno al liceo artistico di Arese ‘Lucio Fontana’ è partito l’indirizzo ‘design’ istituito nelle superiori con la riforma Gelmini. Docente del nuovo corso è Eugenio Gigliola, storico professore di architettura dell’istituto, che ha partecipato con la sua IV classe al progetto sulla legalità. I lavori, esposti in Villa Arconati durante la festa di fine anno, sono stati un po’ sacrificati rispetto alle opere pittoriche e alle sculture il cui colpo d’occhio è immediato già di per sé mentre i plastici e i disegni di architettura hanno bisogno di un sguardo d’approfondimento.

Ne abbiamo parlato con Gigliola: “Va detto innanzitutto che la cornice di Villa Arconati è bellissima, ma che purtroppo per i nostro tipo di lavori lo spazio ci ha un po’ condizionato. Abbiamo dovuto disporre i lavori uno sopra l’altro e non si sono letti facilmente. Ma chi ha avuto la pazienza di esaminarli avrà potuto apprezzarne la progettualità. Sostanzialmente i ragazzi hanno lavorato su ipotetici lotti di terreno requisiti alla mafia, uguali per tutti, con l’obiettivo che andasse nella direzione opposta rispetto a quella della criminalità organizzata, ossia progettare case che andassero alle vittime fondando tutto su un modo di vivere e di convivere all’interno di un condominio, di una palazzina, privilegiando gli aspetti socializzanti della condivisione degli spazi”.

Esaminando i plastici,  l’idea progettuale richiama alla mente lo stile delle palazzine aresine. ”Sì sono dei condomini aresini – ammette Gigliola – ma visti ovviamente è una condizione immaginaria, perché non avevamo dei lotti di terreni ben definiti. I ragazzi, che  hanno lavorato in gruppi di cinque, hanno portato a termine cinque proposte progettuali fatte da piante, sezioni, vista d’insieme dell’edificio nonché plastico tridimensionale. Ma non è stato possibile esporle in sequenza”.

Gigliola condivide con il professore di lettere Umberto Rollino la  classe IVA di architettura e sebbene inizialmente scettico sul progetto ‘Arte e legalità’ ne è poi stato soddisfatto. “Rollino è stato un po’ l’anima del progetto per i suoi contatti con le varie associazioni che si occupano del fenomeno e ha portato il tema all’interno della scuola  – racconta – personalmente all’inizio ero un po’ perplesso perché calare nella didattica ad anno iniziato un nuovo progetto non è semplice. Devo dire però che i ragazzi sono stati molto tenaci e che a quel punto non ci si poteva tirare indietro”.

Il timore vero di Gigliola era quello di caricare i suoi studenti di lavoro supplementare. I ragazzi dell’artistico arrivano a scuola proveniendo da una ventina di comuni sparsi fra il rhodense, il saronnese e il garbagnatese. Qualcuno perfino da Paderno Dugnano. Per raggiungere la scuola hanno molti problemi di mobilità perché Arese non è servita bene dai mezzi pubblici. “I nostri ragazzi – spiega il docente – escono quasi tutti i giorni da scuola alle 14.30 e hanno dei tempi di percorrenza pazzeschi per fare ritorno a casa. Spiaceva chiedere a loro di fare inevitabilmente del lavoro supplementare a casa. Ma devo ammettere che quando sono animati come in questo caso da interessi e da buone intenzioni, si sanno organizzare”.

architettura e legalitàLe difficoltà degli studenti negli spostamenti fanno tornare alla mente le promesse della Provincia di Milano ai tempi della giunta Penati di spostare la sede dell’istituto da Arese a Garbagnate Milanese, servita dalle Ferrovie Nord,  nella location ristrutturata della fornace Beretta Gianotti. Sembrava una cosa fatta, ma invece il liceo è ancora in un’ex scuola elementare aresina, la cui struttura non è consona alla tipologia di studi dell’artistico.   All’epoca Gigliola aveva fatto riunioni su riunioni con Paola Vidulli del Politecnico di Milano per ottimizzarne il progetto. Cosa è successo?

“Essendo architetto – ricorda  Eugenio Gigliola – la nostra preside Tiziana Monti mi aveva trascinato con sé anche nelle riunioni in Provincia con l’inegner Gatta e l’allora assessore alle opere pubbliche. Poi tutto si è arenato per quei meccanismi che sfuggono a noi comuni mortali. Se non ricordo mala pare  che il costo del terreno sia lievitato come rendita e che non vi siano stati più i finanziamenti necessari alla realizzazione del progetto. Sicuramente la Provincia non li ha e non so quanto il comune di Garbagnate abbia dovuto metterci del suo. Ossia se il problema era solo il terreno o anche le opere edili”.

Ad Arese di una nuova sede per il ‘Fontana’ non se ne parla. Non rientra fra gli investimenti previsti dalla nuova giunta Palestra. “Ad Arese è impensabile – dice con rammarico Gigliola – noi abbiamo provato a bussare più volte alle porte del comune, ma pare che non vi siano luoghi preposti ad accogliere una struttura come la nostra. Quindi il paradosso è questo: noi facciamo orientamento intenso sul territorio e poi, quando arrivano le iscrizioni, dobbiamo, non dico respingerle, ma quasi doverle controllare”.

Ombretta T. Rinieri