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La Provincia di Milano si impegna per la riapertura del Museo dell’Alfa Romeo

rombo motori2ARESE – “La Giulietta e l’Alfetta – ha detto nel suo intervento al convengo sul Museo il vice presidente della Provincia di Milano Umberto Maerna – sono stati veri e propri miti per  molti della mia generazione. L’Alfa Romeo è stata capace di interpretare bene i tempi e le epoche, tanto che resta in cima alla lista dei desideri dei nostri figli. Un’eccellenza italiana che nonostante le fasi alterne di successi e crisi ha saputo imporsi come simbolo del made in Italy in tutto il mondo. Non solo, questa casa automobilistica ha rappresentato un pezzo importante della storia del nostro Paese, ma soprattutto del nostro territorio. Per questo sono particolarmente orgoglioso che il Museo Alfa Romeo faccia parte del sistema museale di Milano per il quale la Provincia svolge un ruolo di coordinamento e sviluppo delle diverse linee di attività”.

 

 

Maerna ha poi ricordato il ‘Raid della fratellanza e della pace’ che da Shanghai ha percorso tra il 18 novembre e il 18 dicembre 2010 i 7mila chilometri di separazione tra la capitale industriale della Cina e Milano riproponendo lo storico viaggio Roma-Pechino compiuto nel 1968 da quattro  “Giulia” Alfa Romeo per portare allora al governo cinese un messaggio di pace da parte di papa Paolo VI.

 

 

“Nel 2010, con quell’iniziativa – ha spiegato – voluta fortemente dalla Provincia di Milano, si è inteso scandire il simbolico passaggio tra il 2010 e il 2015 e fu una grande emozione quando il 18 dicembre 2010 varcare la soglia di Palazzo Isimbardi a bordo di un’Alfa Romeo. Oggi, che siamo ormai a pochi mesi da Expo, il titolo di questo incontro ‘Ricordare il passato per rilanciare il futuro’ pare particolarmente significativo e questo Museo,  considerato fra i più importanti musei industriali del mondo,  è il simbolo della capacità che gli italiani hanno di progettare, di fare ma soprattutto di sognare e far sognare”.

 

 

Al momento amarcord, è seguito un accenno alla presente decisione governativa di abolire le province e rispondendo anche al moderatore Moriero che aveva recriminato sul mantenimento comunque dei balzelli capestro che incidono sul mercato automobilistico con tasse come l’imposta provinciale di trascrizione che grava sulle immatricolazioni e sui passaggi di proprietà ha detto: “Condivido in pieno le considerazioni di Moriero riguardo alle tasse. Non solo assistiamo al paradosso sulla persistenza della Ipi, che è una delle entrate principali della Provincia, che alla Provincia viene letteralmente rapinata attraverso i tagli delle  manovre finanziarie, ma si è voluto svuotare le Province in modo scellerato delle loro prerogative. Con il decreto ‘svuota province’ le hanno strozzate facendo loro mancare alcuni elementi finanziari  fondamentali. Di questa riforma siamo molto preoccupati perché pensiamo che al territorio, almeno in questa prima fase, mancherà quel ruolo di cerniera che oggi tutte le province esercitano. Infatti, un conto è razionalizzare un conto è cancellare”.

 

 

Ma, molto più pragmaticamente,  cosa ha fatto la Provincia di Milano per il Museo dell’Alfa Romeo?

“Con questa legislatura, nel 2009 quando abbiamo iniziato – ha raccontato Maerna – ricordo come assessore provinciale alla cultura riunioni su riunioni, anche di sabato, qui ad Arese e negli altri comuni coinvolti, con i sindaci del territorio dove ponemmo da subito il problema della valorizzazione della raccolta, anche perché a quel tempo, in vista di Expo, la Provincia di Milano  individuò il Museo fra le piattaforme di interesse per i cittadini. Insieme mai comuni del Polo Insieme Groane ci battemmo affinché il Museo fosse compreso nel tessuto delle manifestazioni. In particolare, ricordo un incontro in Provincia con i dirigenti Fiat chiedendo loro un gesto di responsabilità nella considerazione che in questo caso si parla di valenza sociale della proprietà privata. Era il 2011, subito dopo il vincolo della sovrintendenza alle belle arti e loro furono molto rigidi. Ora mi auguro invece che con Fiat si possa trovare l’accordo per la riapertura del Museo, che rappresenta a tutti gli effetti il genio italiano, la passione che molti, non sono solo degli alfisti, ma anche degli operai, degli impiegati e di tutti coloro che hanno lavorato in Alfa Romeo, hanno avuto  nell’azienda dando il proprio contributo.  Peraltro, la sua riapertura, rientrerebbe  in un’altra iniziativa della Provincia, quella dei ‘Musei d’impresa’, una rete che abbiamo voluto valorizzare in quanto testimonianza del lavoro italiano”.  E con passione: “La Provincia di Milano intende contribuire alla riapertura del Museo dell’Alfa Romeo perché esso rappresenta la memoria, la Nazione, l’appartenenza di un territorio. Solo trasmettendo alle giovani  generazioni questi principi si costruirà una società davvero internazionale in grado di riconoscere le specificità di ciascun territorio pur in un mondo ormai aperto e globalizzato”.

Onbretta T. Rinieri