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Città dell’Innovazione: a che punto siamo?

Una strategia per il Nord-Ovest: ipotesi di ComunImprese per intervenire sull’area ex Alfa Romeo

IMG_1153[1]ARESE – La strategia di Comunimprese per rilanciare dal punto di vista produttivo l’area ex Alfa Romeo è quella di costituire un format che richiami a grandi linee il “Chilometro rosso” bresciano. In quest’ottica il consorzio è in trattative con Tea per arrivare a presentare il progetto ai comuni di Arese e Lainate. L’accordo, tuttavia, tarda a concretizzarsi. Ne parliamo con il neo assessore Giuseppe Augurusa con delega per gli affari sull’ex Alfa, che in Comunimprese ha svolto fino a poco prima dell’elezione nella giunta Palestra il ruolo di portavoce relativamente all’area.

“La città dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile – spiega Giuseppe Augurusa – significa collocare sull’area una serie di imprese attive nei settori automotive, design, green economy  e biomedicale, che nonostante la crisi sono delle punte di eccellenza. Comunimprese ne ha già individuato alcune interessate a venire ad Arese”.

Qual è la differenza di questo progetto rispetto a quello presentato l’anno scorso in auditorium che si sviluppava sul “Gardella” di proprietà di Fiat?

 “Quel progetto – racconta Augurusa – fu presentato quando ancora non vi era l’accordo di programma ed era alternativo all’adp. Dopodiché, rispetto all’adp  e tenendo presente che comunque arriverà il centro commerciale, ne è divenuto integrativo. Quindi Museo dell’Alfa, recupero della pista da affittare alle case automobilistiche perché l’autodromo di Monza ha costi molto elevati e recuperare la Villa di Valera a uso pubblico in modo da avere un  tutt’uno polifunzionale in quell’area. Noi non abbiamo bisogno di avere uno scatolone di cemento e infatti Tea sta rivedendo il progetto esecutivo in modo da limitare l’impatto del centro commerciale. Alla fine l’idea è di dividere in due le aree. Sul lato sinistro , guardando di fronte l’Alfa, il sistema ricettivo-espositivo. Sul lato destro l’insediamento produttivo”.

Quali sono i tempi per vedere andare in porto il progetto?

“Sto anch’io aspettando che Comunimpresa e Tea firmino il protocollo d’intesa  e ce lo presentino – dice l’assessore – al momento sono ancora in corso le trattative e non ho idea quali siano i problemi che stanno incontrando. Con Lainate,  si è deciso di attendere fino alla fine di luglio. Dopo questo termine saranno i comuni a stilare un documento d’indirizzo di tipo politico da sottoporre alla commissione di vigilanza dell’accordo di programma per verificare se vi siano le condizioni di fattibilità del progetto”.

Perché attendere l’accordo tra Comunimpresa e Tea se i comuni sono in grado di agire autonomamente?

“Noi possiamo tentare di ottenere il consenso della commissione per sveltire la procedura – risponde Augurusa – ma non sono i comuni che cercano le imprese. Sono necessarie delle competenze proprie di taluni operatori. Noi chiederemo a questi operatori, compresa la stessa Comunimprese, di attivarsi in tal senso. Inoltre, per realizzare il progetto,  sono necessari i contributi aggiuntivi degli oneri di urbanizzazione che Tea ha già impegnato. Bisogna verificare i fondi  incentivanti, per esempio dell’Unione europe, e le condizioni di miglior favore”.

Nel qual caso il progetto dovesse essere presentato dai comuni,  dovrà essere messo a gara?

“E’ un’eventualità – considera Augurusa – che sto facendo verificare dall’ufficio legale del Comune. Ma anche se così fosse i finanziamenti non si modificano. Si modifica il soggetto promotore. L’importante è che nell’area arrivino imprese che abbiano prospettive di sviluppo in grado di garantire lavoro stabile e qualificato”.

Comunimprese opera dal 2000, anche se, all’inizio aveva un altro nome ed era formato solo da imprese. Guardando indietro sembrerebbe uno strumento utilizzato poco dai comuni, la cui attività è stata lungamente tenuta dietro le quinte. Come mai?

“Questo è proprio il nocciolo della questione – dice Giuseppe Augurusa – il cda di Comunimprese è paralizzato da cinque anni perché un comune come quello di Arese non si decide dal 2009 a nominare i componenti a integrazione del consiglio d’amministrazione per la parte pubblica. Così ci si trova nella situazione che nilo cda di Comunimprese è dimissionario e può gestire solo l’attività ordinaria. L’eventuale accordo con Tea sarebbe sottoscritto solo da presidente Luciano Venturini e non so se per il protocollo  con Tea è sufficiente la firma del solo presidente”.

E’ uno strumento monco. L’eventuale accordo con Tea potrebbe risultate nullo?

“Monco è monco ed è da cinque anni che dai banchi dell’opposizione dico di rinnovare il cda di Comunimprese”, conclude amaramente l’assessore della giunta Palestra.

 Ombretta T. Rinieri

(“Il Notiziario” 12 luglio 2013 – pag.65)