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Lavoratori Innova reintegrati, ma…per lavori ormai affidati ad altri

Abbiamo intervistato il loro avvocato, Mirco Rizzoglio, per capire quale soluzione ci potrà essere

L'avvocato Mirco Rizzoglio che assiste gli ex alfisti di Innova Servide

L’avvocato Mirco Rizzoglio che assiste gli ex alfisti di Innova Servide

ARESE – “In parziale riforma della sentenza n.6420, depositata in data 24.2.2012, del Tribunale di Milano, condanna Innova Service srl a reintegrare gli appellanti nel posto di lavoro o in altro equivalente e a risarcire agli appellanti il danno determinato nella misura delle mensilità maturate dalla data del licenziamento alla reintegra…”. Fin qui il dispositivo con il quale la Corte d’Appello di Milano, sezione lavoro, il 26 giugno scorso, ha condannato Innova Service a riassumere gli ex alfisti licenziati nel febbraio 2011 oltre a tutte le retribuzioni arretrate fino alla riassunzione effettiva sul posto di lavoro. La Corte d’Appello ha riformato in parte la sentenza di primo grado del Tribunale del lavoro, che  aveva già annullato il licenziamento, ma non aveva deciso per il reintegro.

Tutto bene quel che finisce bene dunque? No, perché nel frattempo i servizi di guardiania, giardinaggio e manutenzione che venivano svolti da Innova grazie a un appalto con Abp (fra i proprietari dell’area) sono ora affidati ad altre società.

Abbiamo quindi chiesto a Mirco Rizzoglio, il legale che assiste gli operai, come la sentenza potrà trovare concreta applicazione dal momento che Innova Service dichiarato di aver cessato l’attività: “In realtà – spiega l’avvocato degli ex Alfisti – era un’ipotesi che era stata individuata dal Tribunale in primo grado sulla base di una mera dichiarazione e che noi avevamo contestato subito in quanto si trattava della cessazione di una sola delle sedi di Innova Service”.

 

Dunque Innova Service sta continuando a operare all’interno dell’area?

“Noi non sappiamo se stia lavorando o meno- continua il legale – ma sappiamo che componenti di Innova Service hanno continuato a lavorare nell’ex Alfa Romeo sotto altre veci, come quelle delle società Adm  e Ismi”.

 

Quando i  quarantadue lavoratori potranno essere riassunti?

“Il dispositivo della Corte d’Appello – spiega l’avvocato degli ex alfisti – è immediatamente esecutivo, anche se la controparte, a partire dalla pubblicazione delle motivazioni,  avrà sessanta giorni di tempo per ricorrere in Cassazione. Nel frattempo Abp deve continuare l’appalto e reinserire i lavoratori. E’ impensabile che in un’area così grande non si continuino a svolgere manutenzioni e servizi di giardinaggio e guardiania”.

Secondo la tesi portata in giudizio dallo studio Rizzoglio, quello tra l’Abp (la multinazionale americana fra i proprietari dell’area) e l’Innova Service è stato un appalto simulato, sicché il reale datore di lavoro degli operai non sarebbe stata Innova Service ma, appunto, l’Abp.

 

Su quali presupposti si basa questa tesi?

“In giudizio – racconta Rizzoglio –  abbiamo prodotto diverse prove relativamente a questa situazione, peraltro durante il dibattimento l’amministratore di Innova Service, Cosimo Di Marzo, ha risposto alla Corte affermando di non conoscere Abp. Perciò come si può sostenere che l’appalto tra Abp e Innova Service fosse serio e genuino quando l’amministratore della società appaltatrice  dichiara di non conoscere la società appaltante?”.

 

La decorrenza dell’appalto tra Abp e Innova Service aveva una durata di cinque anni, dal 2009 al 2014. I lavoratori sono stati lasciati a casa nel febbraio 2011. Non prima di aver subito anche una serie di vessazioni. Con il reintegro si porrà pure il problema della restituzione all’Inps delle indennità di disoccupazione  percepite in un primo momento dall’Inps, dato che la sentenza stabilisce anche l’erogazione di tutte le retribuzioni a partire dal licenziamento fino al reintegro.

“Quando prenderanno gli arretrati  – spiega l’avvocato – restituiranno all’Inps l’indennità che avevano percepito”.

 

Intanto il neo assessore aresino Giuseppe Augurusa ha condiviso con gli ex Alfisti la gioia per la pronuncia della Corte d’Appello e ha fissato con loro un incontro in municipio per il 15 luglio prossimo. Augurusa proviene dalla dirigenza sindacale Cgil. Chissà che per gli operai non sia finalmente arrivato l’interlocutore politico capace di portare avanti le loro ragioni.

Ombretta T. Rinieri

(“Il Notiziario” 5 luglio 2013 – pag. 65)