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“Cacciati dalla Gallazzi in modo ingiurioso”

Piana annuncia un’azione legale contro il nuovo Cda della Casa per anziani

2013-03-26 11.07.41ARESE – L’ex direttore generale della rsa “Gallazzi Vismara” Luigi Piana ha denunciato al Tribunale di Milano il nuovo cda della casa di riposo composto dai funzionari aresini Stella Berton, Rosella Paganini e Sergio Milani  per avergli sciolto il contratto con un anno d’anticipo e per aver avviato nei suoi confronti il recupero del dieci per cento sul suo emolumento per gli anni dal 2010 al 2012.

La notizia, resa nota martedì scorso nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme con Fabio Cundari, ex presidente del consiglio d’amministrazione della rsa, ha tutta  l’aria di soffiare sul fuoco delle polemiche che nel corso dell’ultimo mese si sono scatenate dentro e fuori la casa aresina degli anziani.

“Ho agito contro i funzionari e in particolare contro la presidente Stella Berton e non contro la commissaria Anna Pavone, anche se è lei che teoricamente ha disposto il provvedimento – ha argomentato Luigi Piana – in quanto la comunicazione sull’interruzione del rapporto è stata firmata dal cda in essere. Ufficialmente la commissaria non risulta. Comunque, se su questo deciderà il giudice, ma già da ora, in virtù di una giurisprudenza affermata, posso affermare che la motivazione con cui mi vengono trattenuti gli stipendi degli ultimi tre mesi a pareggio della restituzione del 10% non ha fondamento”.

Piana, che percepiva un emolumento di 2,7mila euro al mese (già ridotto in origine del 10% rispetto al predecessore Roberto Bassi) ne dovrebbe restituire circa 8mila in applicazione della spending review in quanto avrebbe dovuto percepire più correttamente 2,4mila euro al mese. Ma siccome è il Comune che non ha applicato la riduzione, Piana eccepisce ora con i suoi legali l’illegittimità della richiesta di restituzione. “La nuova riduzione – spiega Piana – mi è stata comunicata e applicata solo lo scorso dicembre. Prima assolutamente no. Per me diventa ora anche una questione di principio”.

Piana è un fiume in piena e non si ferma soltanto alla questione dell’emolumento. “I funzionari si dovranno prendere la responsabilità di quanto hanno fatto – asserisce – tenuto anche conto che attualmente stanno svolgendo un ruolo extra non coperto dall’assicurazione comunale. Pertanto se dovessi decidere di richiedere anche i danni sarebbero costi loro”.

Le decisioni del commissario Anna Pavone, come è noto, hanno riguardato, prima ancora che la risoluzione del contratto con Piana, lo scioglimento del cda presieduto da Fabio Cundari, nominato a luglio 2012 dal neo sindaco Pietro Ravelli. A riguardo interviene quindi lo stesso Cundari, che comunque premette di essere estraneo all’azione legale avviata da Piana:  “Per quanto riguarda il nostro  cda – dice – ricordo che abbiamo lavorato in una situazione abbastanza complessa perché dopo una ventina di giorni, dimettendosi Ravelli, siamo stati obbligati a svolgere soltanto la gestione ordinaria, mentre tutte le decisioni importanti venivano prese in comune. Sono stati comunque mesi intensi in quanto si era impegnati alla stesura del bilancio. Essere mandati a casa detto e fatto ci ha sorpreso considerando che a differenza di Pavone, il commissario Emilio Chiodi, quando è caduta la giunta Fornaro, ha lasciato in carica il cda presieduto da Di Clemente fino all’insediamento di Ravelli”.

Cundari nota un’incongruenza anche sui costi. “Se ha dismesso il cda per risparmiare – afferma – dovrebbe spiegare di quale risparmio parla visto che il sottoscritto ha percepito solo 490 euro per il mese di luglio e poi più nulla (compenso già ridotto del 50% rispetto alle quasi mille di Di Clemente, ndr) e la stessa cosa vale anche per gli altri consiglieri, il cui compenso era ancora inferiore”.

E’ comunque emerso che  all’epoca del segretario Locandro, il Comune ha richiesto ai cda di Rocco Di Clemente  tutti gli emolumenti percepiti durante il suo periodo. Circa 30mila euro.  “Si parla tanto di risparmio – si inserisce Piana  con ironia – e intanto l’azienda fino a marzo sta pagando due direttore contemporaneamente: me e quello nuovo. Forse sul punto la Corte dei Conti potrebbe avere qualcosa da ridire”.

Sulla questione dei conti della Gallazzi-Vismara, anche non volendo,  Piana e Cundari danno un’interpretazione differente.  “Vi era buco di circa 100mila euro – spiega Cundari – e alla luce della spending review e in vista del bilancio preventivo 2013 stavamo rivedendo tutti i contratti eccessivamente onerosi per la rsa, anche se non potevamo modificarli, perché già approvati dal cda precedente.  Solo il contratto con la cooperativa Kcs ammonta a circa 2 milioni di euro! Vi è poi quello con il fornitore dei farmaci e quello con la Tema che fornisce tutti i presidi di incontinenza che vale una montagna di quattrini”.

Il bilancio 2013 è esattamente in linea con quello del 2012 – dice Pianasenza toccare le rette. Quando sono arrivato nel 2010 il comune dava finanziava la casa di riposo per 140mila euro. Al termine dei due anni della mia gestione è sceso a 60mila con un risparmio di 80mila euro per quanto riguarda la spesa corrente. Il problema è che nel frattempo la rsa aveva  bisogno di interventi di ristrutturazione del centro diurno per una spesa superiore ai 100mila euro una tantum che chiedevamo. Abbiamo più volte invitato la commissaria Pavone in casa di riposo per mostrarle la gestione. Ma lei non è mai venuta. E’ venuta la sub commissaria Grigolato. Una per parlare e l’altra per dire di andare via con metodi e parole molto ingiuriose nei miei confronti e di Cundari. Noi sui conti siamo disponibili  a un confronto con la commissaria, anche pubblico”.

Ombretta T. Rinieri

(“Il Notiziario” 29 marzo 2013 – pag.64)