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La metrotranvia è stata persa nel 2010 e l’allacciamento alle Nord non si farà mai

Pasquarelli spiega che non è realistico pensare al collegamento con la ferrovia

 

Il plastico dello stabilimento dell’Alfa Romeo di Arese dove è visibile il binario ferroviario di collegamento interno alla stazione di Garbagnate Milanese

ARESEI 40 milioni per la metrotranvia di Arese sarebbero stati persi nel 2010 la sera della bocciatura a Rho dell’accordo di programma ex Alfa Romeo da parte del consiglio comunale. E’ quanto si appreso lunedì 11 febbraio dalla voce di Fabio Altitonante, assessore provinciale e candidato alle elezioni regionali per Pdl-Lega Nord, che ha partecipato ad Arese a un confronto organizzato dal Laboratorio per la politica con gli altri candidati in corsa per la Lombardia: Laura Antimiani (Movimento 5 Stelle-Carcano); Gianluca  Giorgetti (Movimento Lombardia Civica-Albertini); Carlo Maria Pinardi (fare per fermare il declino-Pinardi); Fabio Pizzul (Patto Civico per la Lombardia-Ambrosoli).

La dichiarazione di Altitonante avrebbe meritato un approfondimento con domande pertinenti, anche considerando che in provincia si è occupato dei trasporti, ma la formula della serata non lo ha permesso.  Dichiarazioni che si innescano nelle polemiche di questi giorni sul piano urbano del traffico, che ha seguito dello stralcio della tangenzialina, prevede una rivisitazione della viabilità d’attraversamento di Arese.

 

Il piano – ha osservato la commissaria Anna Pavone in una nota ufficiale –  è stato licenziato nel marzo 2012 dal commissario Emilio Chiodi e osservato nei trenta giorni successivi solo da due cittadini divenendo definitivo nel maggio successivo, senza che alcun partito avesse avuto alcunché da dire.

 

La campagna elettorale e le successive elezioni amministrative di quel periodo si focalizzarono infatti su centro sportivo, centro commerciale,  tangenzialina e metrotranvia. A distanza di quasi un anno la giunta è nata e morta nel giro di sessanta giorni, la tangenzialina non si fa più, il centro sportivo è stato recuperato dal commissario e verrà ristrutturato con il soldi dell’adp, il centro commerciale volente o nolente di farà e la metro tranvia, forse, non era mai stata realmente un’ipotesi fattibile.   

 

Alessandro Pasquarelli di Euromilano l’ha ritiene infatti una soluzione inidonea per la città. “La metrotranvia – spiega da tecnico –  richiede investimenti pubblici di grandi dimensioni e  un’infrastruttura fissa che se poi non funziona pagano tutti i cittadini. Quando si installa la strada ferrata all’inizio le persone vanno abituate al mezzo e perciò si è obbligati a prendere da subito un certo numero di tram. Un’alternativa valida, invece, potrebbe essere quella di lavorare sul piano del traffico di Arese, realizzare delle corsie protette, allargare le rotonde e far circolare dei mezzi su gomma ecologici alfabetizzando infine le persone, ossia dicendo loro: da domani vai in metropolitana e fai questo percorso”. 

 

Continuando sulle infrastrutture, Pasquarelli scarta di netto l’allacciamento del  binario ferroviario interno all’Alfa Romeo con la stazione “Serenella” delle Nord.  Ipotesi che era circolata qualche anno or sono. “Il binario è dismesso – spiega Pasquarelli – e in parte diventerà una pista ciclabile perché concluderemo tutto il percorso. L’analisi sui flussi del pendolarismo scoraggia un’ipotesi del collegamento con le Nord. La maggior parte dei cittadini si dirige verso la metropolitana, perché ha più stazioni ed è più veloce. Quindi il tema è creare un sistema di trasporti vicino ad Arese che colleghi al metrò. Inoltre la metropolitana ha una dorsale che le consente in due stazioni di intercettare tutte le altre linee, mentre le Nord hanno solo Cadorna. Prende l’M1 a Rho si ha passante, Ferrovie dello Stato, linea gialla, verde e la 5. Il metrò ha inoltre una frequenza temporale molto più veloce dei treni della Ferrovia. Per i trasporti pubblici nei prossimi tre anni noi metteremo a disposizione tre milioni di euro. Arese potrebbe fare la messa a punto di non so quante rotonde di viabilità per sveltire i mezzi”.

 

Una nota riguarda la centrale termica all’interno dell’Alfa. “L’abbiamo tenuta in attività – rivela Pasquarelli – per due motivi: il primo per dare energia e calore alle attività che vi si instauravano, come le imprese industriali che ci sono oggi, e inizialmente per la Fiat, che poi si è voluta staccare.  Ma ha una grandissima potenzialità che se si dovesse ricondurre esclusivamente al comparto che andiamo a costruire sarebbe un peccato. La centrale, una volta che sarà tecnologicamente rimodernata,  potrà distribuire teleriscaldamento non a quattro ma a dieci comuni. Noi possiamo mettere sul piatto queste idee e lavorarci sopra. Ma sarà necessario che chi si siederà al tavolo non si limiti a dire sempre no”.

 

Ombretta T. Rinieri

(“Il Notiziario” 22 febbraio  2013 – pag.73)