Politiche 2013…perle della campagna elettorale…in progress
22 Gennaio 2013 | Inserito da Ombretta T. Rinieri under Nazionale |
La parentopoli di Casini… Il dialogo di Beppe Grillo con i militanti di casapound scatena polemiche nel Movimento 5 Stelle e obbliga Grillo a un distinguo sul suo blog: m5s non é di destra né di sinistra.
Il Pd sollecitato dal Fatto Quotidiano sugli impresentabili, da una lettera aperta di Franca Rame, dal giudice Casson e dalla campagna mediatica della stampa avversa avvia il repulisti degli impresentabili dalle sue liste elettorali, ma non completa il lavoro. Nel frattempo si scontra con Antonio Ingroia di Rivoluzione Civile a causa della richiesta di un patto di desistenza in alcune regioni. E Ingroia alla fine sbatte la porta al Pd. Il repulisti del Pd mette in difficoltà il Pdl sugli impresentabili e Berlusconi é costretto a lasciarne a casa qualcuno come Cosentino e Dell’Utri, ma altri ce la fanno. Così nelle liste, da destra a sinistra, restano condannati, indagati e prescritti.
In casa Lega Nord, nonostante il mal di pancia della base e la propria avversione, Maroni approva l’accordo elettorale con il pdl e per liberarsi della lista civetta ‘Prima il Nord’, che poteva portare via voti al partito, si accorda con il suo titolare Diego Pasini per candidare la moglie Sara Papinutti in cambio del ritiro del simbolo.
Monti, dopo aver guidato il suo governo tecnico con l’appoggio di tutti, ora é contro tutti. Accusa apertamente il Pd per la vicenda del Monte dei Paschi di Siena e dice basta agli incroci tra politica e banche, ma D’Alema gli ricorda di avere nella lista Scelta Civica Alfredo Monaci, ex cda del Mps dal 2009 al 2012 con il presidente Mussari e attuale presidente di Mps Immobiliare. Contro Monti rincara la dose anche il tesoriere del Pd Antonio Misiani dopo aver sentito il premier su Radio nch’io, mentre Bersani é lapidario: ora ogni giorno ci trova un difetto. Ma l’ironia non é sufficiente.
La rottura sul Monte dei Paschi di Siena e sulla Cgil (definita ‘zavorra contro il cambiamento’) da una parte allontana Monti da un possibile accordo elettorale con il Pd, dall’altra lo sta esponendo agli attacchi di Nichi Vendola e ai contrattacchi dei possibili alleati e ultimo, ma non ultimo, a subire gli strali di Silvio Berlusconi. Il quale ne ha anche per il Pd. Il risultato é un Pdl rincalluzzito.
Intanto, sempre per la storia Mps, spunta l’ombra di una maxi tangente che il Monte dei Paschi di Siena avrebbe pagato nel 2007 per l’acquisto di Antonveneta dietro cui si nasconderebbero regali ai partiti. L’ inchiesta giudiziaria piomba in piena campagna elettorale come una vera e propria bomba dirompente i cui sviluppi quotidiani mandano in tilt analisi e pronostici vari.
Cavalcando la tigre, il segretario del Pdl Angelino Alfano, chiede a Monti di giustificare i 4 miliardi di euro che il suo governo ha dato alla banca senese, ‘l’equivalente dell’Imu’.
Tuttavia la questione Mps rompe le uova anche nel paniere di Berlusconi, il quale ha con il Monte dei Paschi di Siena un debito di riconoscenza: nel 1973 gli concesse i mutui per costruire Milano2 e Milano3. Inoltre fino a sei-sette mesi fa il cavaliere teneva il 50 per cento dei suoi depositi in quella banca. Dopodiché li ha spostati. Perché? Dal canto suo sul caso Mps il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco minimizza il ruolo di Bankitalia affermando che la banca centrale italiana ‘non fa un’azione di polizia’ però guarda il caso salta fuori un verbale del 6 agosto 2010 in cui i suoi ispettori rilevano ‘profili di rischio non adeguatamente controllati’ circa le operazioni in pronti contro termine e swap su Btp per 5 mld di euro, stipulate con Nomura e Deutsche Bank.
‘La banca – ricostruisce il sito l’inkiesta.it – fu invitata a rispondere entro trenta giorni, con lettera a firma dei componenti degli organi aziendali (cda e sindaci). All’epoca dei fatti, Mario Draghi era governatore della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola, attuale presidente della Rai, é stata funzionario generale dell’Area Vigilanza bancaria dal febbraio 2007 al 20 gennaio 2009. In taledata viene nominata vicedirettore generale ed entra quindi a fare parte del direttorio dell’istituto, pur restando il punto di riferimento massimo della Vigilanza. Stefano Mieli é stato responsabile dell’area dal 28 febbraio 2009 fino al pensionamento. Dal 1 marzo 2012 il funzionario capo della Vigilanza è Luigi Federico Signorini’. A pagina 6 del verbale degli ispettori di Bankitalia si legge che L’Autorità di Vigilanza si riservava di promuovere eventuali provvedimenti. ‘Fino a questa mattina (26 gennaio 2012) – continua L’inkiesta – sul Bollettino di Vigilanza della Banca d’Italia, aggiornato con dilazioni superiori a 24 mesi, non vi era traccia di sanzioni a Mps successive all’ispezione. Intanto, in serata il direttorio ha dato parere positivo sull’emissione dei Monti bond per 3,9 miliardi di euro in sostegno di Banca Mps’.
E mentre c’è chi distingue tra impresentabili e indesiderabili, chi spiega perchè Monti si é fatto un partito contro tutti obbligandosi a calarsi nei panni del competitore elettorale per difendere i sacrifici degli italiani confidando nel fatto che gli italiani non sono cretini , in realtà, con l’emersione degli intrecci di Siena, si é allargato il fossato tra Monti e Pd, con buona pace di Berlusconi, che a dicembre ha attaccato anche la Chiesa Cattolica e, di Grillo. Che ringrazia.
Una campagna elettorale che più deludente non si può. …(continua)
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