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Mocf e Sem, due analisi diverse per capire se nella scuola ci sono ancora fibre d’amianto

medie-coldilana-ingressoARESE – Uno dei punti più contrastati riguarda le rilevazioni delle fibre d’amianto effettuate nell’ambiente scolastico con metodo Mocf il cui esito non sarebbe stato tale da giustificare da parte del sindaco Ravelli l’ordinanza di inagibilità della scuola. Da qui l’accusa di allarmismo.

 

“Le misurazioni Mocf e Sem – spiegano le tecniche Asl Marzini e Della Foglia – sono rilevazioni ambientali e sono rispettivamente gli acronomi di microscopia ottica contrasto di fase e microscopia ottica a scansione.

 

Le Mocf misurano la polverosità, ossia le fibre totali nell’area che viene campionata. Non solo quelle di amianto. Ma potrebbe anche essere che quelle tot fibre rilevate possano essere solo di amianto. Le Sem, che sono una rilevazione molto costosa, misurano  esattamente le fibre d’amianto.

La normativa prevede nella prima fase le rilevazioni in Mocf e a bonifica effettuata quelle in Sem per essere sicuri della bonifica andata a buon fine e della possibilità dell’Asl di emettere il certificato di restituibilità dell’area. Ma la necessità della bonifica e quindi dell’inagibilità della scuola per estranei ai lavori non è stata determinata dall’analisi delle fibre nell’aria, ma dall’analisi del materiale che ha riscontrato la presenza dell’amianto nella colla”.

 

“Le rilevazioni Mocf e Sem – prosegue Marina Della Foglia – hanno due significati diversi. Quando inizia il cantiere noi abbiamo l’obbligo di fare la verifica della “prova fumo”, nel senso che escono dei nostri  tecnici ad assistere a questa prova e a seconda dei risultati danno l’ok ai lavori di bonifica. Terminata la bonifica da parte dell’azienda, noi usciamo per una prima verifica visiva e successivamente all’ispezione si esegue un campionamento e le analisi Sem per verificare se le fibre d’amianto sono sotto una certa soglia. Se il valore è più alto vuol dire che l’area non è restituibile e che quindi va pulita ancora”.

 

In altri termini, le Sem che sono quelle più precise come misurazioni e danno un livello fino alle 2 fibre litro, sono quelle ritenute dalla normativa indispensabili per dire: nell’area bonificata non ci sono fibre d’amianto al di sopra di un certo valore che è assolutamente vietato  quindi le persone possono tornarci. Le Mocf, invece,  misurano tutte le fibre e riguardano i lavoratori delle bonifiche perché danno l’idea di quanta polvere si sta muovendo. Quindi sono anche superiori alle Sem.

 

Traducendo, l’ordinanza di inagibilità del sindaco Ravelli ha risposto a un preciso dettato normativo e al principio di precauzione.

 

Perché la commissaria Pavone ha parlato di pulitura e non di bonifica?

La pulitura ha riguardato gli arredi sotto capannina. Per quanto riguarda invece i soffitti – spiega Marzini – quando si allestisce il cantiere di  bonifica l’area viene sigillata con un doppio strato di polietilene per chiudere tutte le uscite possibili (e la prova di sigillatura si fa con il fumo prima della partenza dei lavori, se non esce da alcuna fessura, possono iniziare), per cui se c’è una  controsoffittatura viene smontata e pulita. Quando in seguito si eseguono le Sem, si mettono delle macchine al centro dell’ambiente ogni tot metri quadri e si muove l’aria con dei ventilatori e si aspira. Se qualche fibra rimane viene presa dentro. Per questo si fanno le Sem: per poter dire siamo sicuri che lì non c’è più il rischio amianto e che la gente può entrare. Se le Sem danno un esito sfavorevole noi diciamo: ricominciate a pulire”.

 

Il piano dei lavori è di competenza della società che esegue la bonifica e una volta presentato l’Asl ha tempo trenta giorni per approvarlo. La società deve essere iscritta in un apposito albo che attesta che il suo personale sia appositamente addestrato, formato e informato.

 

La qualifica dell’impresa – specificano Della Foglia e Marzini – è la prima cosa che verifichiamo. Nell’albo vi sono categorie diverse cui devono essere iscritte le imprese se bonificano amianto  soltanto compatto o anche friabile. In questo caso specifico trattandosi di un lavoro di bonifica di amianto in matrice friabile non compatta sono previsti alcuni controlli da parte nostra all’inizio, prima dell’inizio della coimbientazione (la prova fumo una volta allestito il cantiere) per verificare che l’area è stata confinata perfettamente. Poi lavorano in  depressione. Serve per fare in modo che non esca nulla all’esterno”.

 

Un’ultima nota sui laboratori che eseguono le rilevazioni: da un paio danni i rilievi non vengono più eseguiti dall’Arpa (pare a causa del fatto che non abbia molto personale, ndr),  ma da strutture iscritte anch’esse in un registro accreditato. Le rilevazioni non sono a carico del committente (cioè del comune di Arese), ma sono responsabilità della società che ha eseguito i lavori.

Ombretta T. Rinieri

(‘Il Notiziario’ 30 novembre 2012 – pag. 71)