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Don Riccardo ci illustra i restauri nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo

sspietropaoloPulitura di un affresco dell’Altare
ARESE – “Senzal’incontro con il Signore la domenica non possiamo vivere da cristiani. Qui c’èGesù – insiste Don Riccardo Respini, parroco della chiesa Santi Pietro e Paolodi Arese, che ci accoglie per spiegarci le ragioni di un restauro i cui lavori iniziati nel 2011 si concluderanno l’anno prossimo, si spera, in tempo per la Festa Patronale di giugno – Qui c’è la presenza vera, reale, concreta di Dio. Questoè il punto d’incontro della nostra comunità. E’ qui che ci sentiamo accolti,perdonati, uniti”. Ma un ambiente freddo e umido per definizione non èaccogliente. Dopo tanti anni (la chiesa risale all’800 e l’ultimo intervento chela riguarda è degli anni 60) pavimenti, pareti e dipinti portavano i segni deltempo e il restauro conservativo del tempio non era più procrastinabile. Delle tre chiese aresine, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo è l’ultima cui ci simette mano, dopo “Maria Aiuto dei Cristiani” e “San Bernardino”. Nella prima si è completato l’oratorio dei piccoli. Nella seconda la conservazione del tetto e la pulitura che erano divenuti urgenti. Ora tocca l’interno della chiesa del centro storico della quale l’esterno e il tetto erano sono stati rifatti insieme con la realizzazione della cappella feriale all’epoca del parroco  don Agostino Sosio.

 

sspietropaolocappellaCappella Madonna del Rosario le donne della Bibbia: Ester; Rebecca; Giuditta; Ruth

 

L’attuale restauro conservativo è suddiviso in tre lotti. Il primo e il secondo riguardano lepareti, il terzo la pavimentazione, l’impianto di riscaldamento oltre alrifacimento dell’impianto elettrico. Si è partito dalla fine. Cioè dalpavimento. “Era fatto in gramiglia che si è sbriciolata tutta – racconta donRiccardo – perché poggiando direttamente sul terreno assorbiva l’acqua di cui èricco il sottosuolo di questa zona di Arese. Per ovviare al problema ora èstato fatto un primo massetto  su cui èstato appoggiato un vespaio di camere d’aria che convoglieranno all’esternodella chiesa l’umidità. Sul vespaio sarà appoggiato un telo di celophan elastre di polistirolo che faranno da isolante. A questa altezza saranno posizionati i tubi del riscaldamento apavimento entro i quali l’acqua calda, generata da pannelli solari posizionatisul tetto della cappella feriale, scorrendo a una temperatura di circa 20-30%garantiranno un calore ambientale sui 18 gradi. Insieme con l’installazione delriscaldamento è in corso di rifacimento tutto l’impianto elettrico, divideosorveglianza e acustico”. I tubi delriscaldamento sono collegati a vari collettori posizionati in vari punti dellachiesa. Il locale caldaia cui arriva l’energia pulita del sole è dotato di dueautoclave a cascata. Per quanto riguarda gli affreschi sono stati puliti almomento  quelli delle cappelle lateralidel presbiterio  rivelando pitture dibuon livello come quelle della Madonna del Rosario la cui volta raffigura lequattro figure femminili della Bibbia: Ester, Rebecca, Giuditta e Ruth. Illavoro è condotto dalla ditta Marcato, una scuola d’arte impegnati in grossirestauri anche a Milano e in tutta la regione. L’altare sarà in marmo bianco diCarrara e i gradini in marmo rosso di Verona, mentre invece il pavimento dellanavata e delle  arcate saranno in granitodi Montorfano o in bianco sardo, che sono più  resistenti ai camminamenti. Dallo scultore trentino Moroder sono attese le statue dei santi Pietro e Paolo da posizionare ai lati dei piedi dell’altare.

 

 

spietropaolo1I pannelli solari sul tetto della cappella feriale

Il costo complessivo del restauro della parrocchia aresina si aggira intorno agli 800mila euro. Di questa cifra ne mancano all’appello circa 250mila. “Il progetto è stato approvato circa tre anni fa – spiega don Riccardo – e si stava giusto cominciando a percepire la crisi e siamo stati in sospeso per del tempo. Ma non potevamo più rinviare. Ora la crisi è entrata nel vivo anche ad Arese. Le famiglie la sentono e stringono dove possono. Le offerte sono diminuite equindi anche noi se non ce la faremo procederemo a passi. Non è necessario che il pavimento sia già piastrellato. Una volta che abbiamo il pavimento incemento la chiesa la possiamo usare lo stesso. Una volta che abbiamo pulito ilpresbitero e le cappelle possiamo pulire la volta. Se ci sono soldi andiamoavanti a pulire la navata e le arcate laterali. Altrimenti aspetteremo. Delresto abbiamo dovuto attivare la Caritas per aiutare le emergenze che aumentanosempre più”. 

sspietropaolo2I lavori in corso nella chiesa SS Pietro Paolo
Le entrate della  parrocchia sono determinate solo dalle offerte dei fedeli. Non dal Vaticano. Non dai Beni culturali la cui soprintendenza, eppure, segue  che i lavori siano fatti a regola d’arte rispettando il bene. Un organo di controllo e nulla più. Eppure la chiesa è vincolatae per essere restaurata ha bisogno dei permessi dello Stato. Con il restauro della chiesa dei santi Pietro e Paolo i Salesiani stanno facendo lavorare otto società. In tempi di crisi non è poco.

Ombretta T. Rinieri
(‘Il Notiziario’ – 30 novembre 2012 – pag.71)