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Il commissario: ‘Se dirò sì al centro commerciale sarà solo per evitare richieste di danni al Comune’

“E’ vero che gli aresini hanno votato un sindaco che non lo voleva, ma io non sono qui ad attuare il programma dio Ravelli”

 

Il commissario prefettizio Anna Pavone, giunta ad Arese dopo la caduta della giunta Ravelli

Il commissario prefettizio Anna Pavone, giunta ad Arese dopo la caduta della giunta Ravelli

ARESE – La giunta Ravelli è implosa. Oppure, viene il sospetto mettendo insieme le tessere di un puzzle, che fosse già nel suo dna che dovesse cadere. Fatto sta che da metà agosto in municipio siede un altro commissario che dovrà traghettare nuovamente il comune alle prossime elezioni amministrative. Nel frattempo Anna Pavone, che ha già dato prova di professionalità e tempismo con la vicenda della scuola media di via Col di Lana, sta incontrando associazioni, politici  vecchi e nuovi e affrontando altri temi caldi. Il principale riguarda l’accordo di programma per l’ex Alfa Romeo che avrebbe dovuto arrivare in consiglio comunale per la variante urbanistica da industriale a commerciale residenziale entro il 30 settembre o al più tardi entro dicembre. E pare sia proprio questo il termine cui dovrà attenersi Pavone, nelle cui mansioni ora si radunano insieme i poteri di sindaco, giunta e assemblea cittadina.

Una grande responsabilità perché la sua sigla sull’adp darebbe avvio alla più grande trasformazione urbanistica territoriale degli ultimi anni. Non solo per Arese, ma anche per buona parte dei comuni limitrofi.Come noto, l’ipotesi della costruzione nell’area del più grande centro commerciale d’Europa (77mila mq) ha fatto capolino soltanto nel luglio 2010, a elezioni amministrative appena concluse. Arrivò il sindaco Gianluigi Fornaro e si ritrovò sul tavolo un progetto con le linee di massima ipotetiche già avviate dal suo predecessore Gino Perferi che nel maggio dello stesso anno (a campagna elettorale in corso) firmò con Regione, Provincia, comuni di Rho e Lainate e i proprietari dell’area un documento che gettava le basi per l’avvio di un  iter tecnico. Ne nacque un grosso movimento d’opinione che portò il consiglio comunale di Rho a bocciarlo decretandone l’uscita.

Oggi il Comitato Difendiamo Arese formato da cittadini dissidenti al progetto siede in Regione al tavolo di lavoro e ha presentato le sue osservazioni contro l’adp in discussione. Nel frattempo il collega di Anna Pavone, Emilio Chiodi, ha firmato un protocollo con Lainate che regola i rapporti con questo comune per quanto attiene agli oneri di urbanizzazione qualora l’adp dovesse passare. La firma di Chiodi sul documento è stata fortemente contestata da forze politiche e cittadini e ora si teme che la nuova commissaria licenzi l’adp in nome e per conto del comune. La domanda è: Si è aspettato diciassette anni per avere un nuovo accordo di programma, non si possono aspettare altri sette mesi, fino alle prossime elezioni?  “Io non sono arrivata qui per dire sì al centro commerciale ma perché il sindaco si è dimesso, il consiglio comunale è stato sospeso e il comune è stato commissariato – esordisce Anna Pavone – tra l’amministrazione politica e l’amministrazione del commissario non vi è alcun contatto. Ma dovrò tener conto dello stato avanzato della procedura cui è arrivato l’accordo di programma. Perciò le cose non dipendono da me, ma dalla situazione reale. Inoltre il problema della gestione di Arese non è soltanto e unicamente l’area dell’Alfa. L’area è solo uno dei problemi”. Pavone sta guardando ora le carte dell’Adp e sta cercando di capirci qualcosa dal punto di vista tecnico. “Si deve tener conto –continua la commissaria – che all’adp non concorre solo Arese, ma concorrono anche altre parti. In primis la Regione Lombardia, poi la Provincia, altri comuni (oltre a Lainate sembra che rientrerà anche Garbagnate sul cui territorio dovrebbe sorgere una parte di residenziale) e le proprietà. Io dovrò valutare lo stato della procedura amministrativa per la parte della mia gestione e valutare se esistano degli obblighi cui non mi posso sottrarre. E ciò vale per tutti i procedimenti, perché altrimenti non ci sarebbe necessità di un commissario. Si potrebbe congelare il comune e dire “non si fa nulla” fino alla prossima amministrazione. Pertanto laddove vi siano dei termini di legge il commissario deve adempiere a quell’obbligo”.

E la volontà dei cittadini espressa con l’elezione di Ravelli? “Il commissario non è qui per attuare il programma elettorale dell’amministrazione che è caduta. La volontà dei cittadini è sovrana, ma io dovrò valutare se il non firmare provocherà danni all’amministrazione comunale. Non basta dire “non voglio il centro commerciale”. Bisognerà capire se sia possibile tornare indietro senza far danno alla cittadinanza stessa. Purtroppo una cosa è fare promesse e programmi elettorali. Un’altra è amministrare vedendo veramente come stanno le cose”. Se la commissaria firmerà, quindi, sarà solo per evitare richieste di danni al Comune.  

Ombretta T. Rinieri

(‘Il Notiziario’ 28 settembre 2012 – pag.71)