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Amianto nella scuola Pellico di via Col di Lana: ‘Perché non s’é esaminato prima il pavimento?

Lo sfogo dell’ex assessore Cattaneo, che ricostruisce la vicenda

 

ravelli-giunta7ARESE – La giunta Ravelli è rimasta in carica dal 31 maggio al 16 agosto, giorno nel quale sono divenute effettive le dimissioni del sindaco presentate il 27 luglio. Due mesi e mezzo in cui è successo di tutto. Fra l’altro l’emergenza amianto nella scuola di via Col di Lana.

Iniziamo con questo numero un’intervista a puntate con gli assessori della giunta decaduta che andrà a toccare in particolare i punti stonati da loro riscontrati nella macchina amministrativa e resi pubblici già con il comunicato stampa proprio del 16 agosto scorso. Iniziamo con l’emergenza amianto nella scuola media “SilvioPellico” di via Col di Lana. Ne parlano Massimiliano Cattaneo e Patrizia Di Girolamo, entrambi architetti, rispettivamente ex assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti ed ex assessore all’urbanistica, edilizia e centro storico.

“Tutto nasce a monte  – racconta Massimiliano Cattaneo – quando il governo con la legge finanziaria 2007 finanzia un bando triennale Inail per la messa in sicurezza e contro l’abbattimento delle barriere architettoniche negli istituti scolastici. Nel 2009 il Comune di Arese decide di partecipare e nel luglio 2011 riceve la comunicazione dall’istituto di essere stato ammesso al finanziamento. Il problema nasce nel dicembre 2011 quando la responsabile del settore lavori pubblici avvia la procedura del bando. In quel momento avrebbe dovuto effettuare un campionamento del materiale da rimuovere e a seconda del suo contenuto procedere di conseguenza.  Dando invece per scontata l’assenza di amianto in quanto, stando in una sua relazione all’Asl del 27 giugno, le schede del 1997 agli atti nel suo ufficio citavano la presenza di amianto unicamente nel manto della copertura della palestra, ha appaltato i lavori con una normale procedura”.

I lavori vengono assegnati alla società milanese Sit (Società impianti tecnologici)  per un totale di oltre 198mila euro al netto dell’Iva. “La cosa buffa – continua Cattaneo – è che il lavoro viene preso incarico il 23 gennaio e già sospeso il 30 senza che in quegli otto giorni la ditta abbia messo mano ai lavori”.   In quel periodo la scuola era stata chiusa perché si disse che durante le verifiche effettuate dopo le scosse di terremoto era stata rilevata una situazione potenzialmente pericolosa nella controsoffittatura delle aule dell’ingresso.  “Sta di fatto – continua Cattaneo –  che la Sit si ritira dopo tre mesi senza alcuna motivazioni e che il 23 maggio il lavoro viene assegnato all’Aima di Pogliano Milanese, piazzatasi al secondo posto nel bando.  Il 6 giugno (la giunta Ravelli si era insediata il 31 maggio, ndr) viene fatta la notifica preliminare all’Asl e il 9 giugno partono i lavori. I pavimenti vengono staccati e portati in discarica dove viene richiesta la documentazione del materiale. A quel punto l’ufficio provvede al controllo ed emergono le tracce di amianto. Solo in quel momento sono stato interpellato dall’ufficio tecnico per conoscere il da farsi. Riscontrata l’incapacità a gestire l’emergenza ho dato indicazione di avvertire l’Asl e richiesto al Sindaco un’ordinanza di chiusura della scuola per ragioni di sicurezza”.

L’Asl provvede immediatamente ad attivare il protocollo di sicurezza previsto in questi casi e a far effettuare le analisi dell’aria dentro e fuori l’edificio che daranno un esito “superiore ai limiti”, afferma Cattaneo. “Valori  – continua l’ex assessore – che  mi sono parsi così alti da aver pensato che non potessero essere riconducibili solo al pavimento.  Perciò spingevo affinché venissero fatti  campioni anche sugli altri materiali presenti nella scuola come le controsoffittature in modo tale che se fosse stata riscontrata la presenza dell’amianto anche in altre parti si sarebbe proceduto alla bonifica complessiva del plesso e non solo parziale. Ritenevo che non avesse senso dire che l’operazione si sarebbe risolta in un mesetto, perché se si scopre che l’amianto è solo nel pavimento siamo tutti contenti. Ma a oggi non si può dire.Un dubbio, per esempio, viene dai controsoffitti appena installati perché sono microforati in quanto fonoassorbenti. Le polveri potrebbero essersi infilate nei fori e allora come si può avere la certezza di pulire i controsoffitti?”. Ma viene da chiedersi non si poteva rintracciare la pratica edilizia della scuola con il capitolato dei materiali utilizzati?  “Non è stato possibile avere tale documentazione”, è la risposta di Massimiliano Cattaneo.

Ombretta T. Rinieri 

(Il Notiziario 14 settembre 2012 pag. 64)