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Per Ravelli più che un sogno di mezza estate é stato un incubo di mezza estate

ravelli-auditoriumARESE – “Oggi ho rassegnato le mie dimissioni dalla carica di sindaco. Questa decisione sorge dalla constatazione di una crisi profonda e irreparabile nella maggioranza che mi sostiene. Per questo motivo devo prendere atto di non essere in grado di assicurare uno stabile ed efficace governo della città. D’altra parte non è mia intenzione sottomettermi a pressioni e condizionamenti di ogni sorta. E questo in considerazione del rispetto per la fiducia di tutti i cittadini che mi hanno votato, e di quelli che mi incoraggiano tuttora a proseguire e anche del rispetto della mia coscienza. Ringrazio gli assessori e quei consiglieri che mi hanno sostenuto in modo incondizionato e tutti i concittadini che con tanta passione mi hanno dato il loro contributo e collaborato con me in questi mesi”.

 

Questo lo scarno comunicato con cui il 27 luglio scorso Pietro Ravelli ha gettato la spugna e spento il sogno di mezza estate della sua esperienza da primo cittadino aresino. Mentre quello stesso giorno si scatenavano le segreterie dei partiti che avevano perso le elezioni con una serie di comunicati stampa Ravelli,  che ricordiamo, prima di accettare la candidatura della lista civica Arese Futuro era stato corteggiato da destra a sinistra passando per il centro, faceva armi e bagagli e partiva per le “vacanze”, ma   lasciando in città gli assessori a proseguire fino al 16 agosto (data entro la quale poteva ancora ripensarci) un febbrile lavoro in cerca di una soluzione alla chiusura della scuola media di via Col di Lana per l’emergenza amianto. L’ennesima,  dopo il centro sportivo, l’ex Alfa Romeo, l’Expo in arrivo,  il cimitero, l’area Sud, le case in edilizia convenzionata che cadono a pezzi e chissà cos’altro il vaso di Pandora aresino riserverà in futuro.

 

Dunque Ravelli ha lasciato. Ma affermando di volersi sottrarre a  “pressioni e condizionamenti di ogni sorta” ha lanciato un pesante sasso nello stagno. Quali sono questi condizionamenti cui è stato sottoposto? E da parte di chi? E per quali ragioni o fini?

 

Domande che meriterebbero l’interessamento della magistratura, anche in virtù del successivo comunicato stampa del 16 agosto con il quale Maria Turconi, Serena Manzin, Massimiliano Cattaneo e Patrizia Di Girolamo accusano, senza fare nomi, dirigenti comunali di inerzia su importanti questioni. In pratica gli stessi avrebbero fatto ostruzionismo contro la nuova giunta attraverso un atteggiamento poco collaborativo se non addirittura teso a celare procedure avviate e documenti inerenti.

 

Ma perché? Per coprire qualcuno?

 

Che del resto in Municipio vi siano “amicizie” tra dipendenti comunali e politici e amici dei politici é quanto denunciato pure dal Movimento 5 Stelle, che il 25 luglio  sul proprio blog si è detto nauseato dalla “politica dei corridoi” domandandosi come facevano i consiglieri del Pd a sapere la mattina del 24 (a sera si era tenuto il consiglio comunale) che nell’assemblea cittadina non vi sarebbero stati tutti i consiglieri di maggioranza.

 

Ma come fanno?”,  si domandavano rivelando di ricevere ogni giorno telefonate dai politici navigati sia rappresentati in consiglio comunale che dai “trombati” delle precedenti giunte e ammettendo di essere inesperti e di “non avere amici nelle stanze comunali, finanziamenti statali, rimborsi elettorali, sedi, giornali e referenti economici e politici” denunciavano sotterfugi, spie e una politica fumosa dietro mille cavilli, leggine e  regolamenti. 

 

Turconi, Manzin, Cattaneo e Di Girolamo non hanno fatto nomi e cognomi ma sono stati ugualmente molto espliciti. “Abbiamo trovato da una parte un pesante ostruzionismo operativo celato dietro un’apparente disponibilità a collaborare – hanno scritto nel loro comunicato d’addio – e, dall’altra, un crescente clima di sospetto e di denigrazione degli assessori attivato ed alimentato da esponenti della maggioranza ed addirittura della Giunta stessa. Ci siamo trovati a lavorare senza la più elementare dotazione strumentale atta a garantire il dovuto presidio istituzionale. La voglia di cambiamento e di “aria nuova” sottesa alla nomina di una giunta tecnica…si sono purtroppo scontrate con la voglia di “mantenimento in essere” della situazione precedente evidentemente più gradita ai pochi a discapito dei più. Abbiamo cercato di approfondire argomenti di varia natura e spesso i processi attivati e le richieste informative di merito sono state ostacolate senza motivazioni condivisibili o risposte esaurienti.

 

La sgradevole sensazione percepita è stata quella di voler prendere tempo in attesa di “stroncare lo scomodo avversario” con accadimenti diversi. La situazione è velocemente degenerata nel giro di tre settimane quando l’attenzione degli Assessori si è focalizzata su alcune tematiche storiche di maggior interesse per la città in conformità al programma elettorale che possiamo sintetizzare nel piano di Gestione del Territorio con progettazione interna connessa ad incentivi economici (la cui procedura avviata nel settembre 2005 non è stata ancora completata e neanche partecipata nelle linee generali di indirizzo, mentre in tale inerzia e vuoto regolamentare, hanno trovato spazio di attuazione i Piani Integrati di Intervento in variante al vecchio Piano Regolatore Generale, senza una visione strategica d’insieme).

 

Nell’area ex Alfa Romeo con accordi formali già sottoscritti nei confronti di altri Enti Locali, Istituzionali ed operatori privati che necessitava di una corretta condivisione d’intenti tra tutti i soggetti coinvolti al fine di non esporre avventatamente il Comune di Arese a richieste di risarcimento danni nonché all‘immediata istanza di restituzione degli oneri di urbanizzazione pari a diversi milioni di euro già versati nelle casse comunali con conseguenze pesanti sul patto di stabilità.

 

Nel Centro Sportivo che nonostante gli evidenti rischi per gli utilizzatori continuava ad essere aperto ai cittadini. Le anomalie nell’affidamento e la questione del danno al patrimonio pubblico erano inoltre ben note a tanti.

 

Nell’amianto con un monitoraggio degli edifici pubblici risalente alla fine degli anni ’90 mai attualizzato nonostante le intervenute nuove normative in materia e mai trasmesso dagli uffici competenti in modo esaustivo alla Giunta. Ciò come è noto è stato all’origine del problema della scuola di via Col di Lana le cui responsabilità d’azione saranno appurate. Di conseguenza, è stata individuata la scuola di Pero quale unica soluzione perseguibile per garantire l’avvio dell’anno scolastico e il relativo programma educativo.

 

Nella Casa di Riposo per cui questa Amministrazione è stata costretta ad attivare procedure d’urgenza di rinnovo convenzionale per garantire la continuità dei servizi, nonostante la scadenza del 31 luglio 2012 avrebbe dovuto indurre gli uffici competenti ad agire in tempo utile. Nei controlli Impianti Termici per i quali non sono ancora stati emessi i connessi e obbligatori provvedimenti finalizzati alla messa in sicurezza, nonostante le segnalazioni di gravi anomalie rilevate sin dal 2010 su decine di impianti sia autonomi che centralizzati. 

 

Nella gestione Integrata del Verde Pubblico con gara di durata triennale con decorrenza 1°luglio 2012, perfezionata durante il Commissariamento, il cui esito è stato messo in discussione mediante deposito di ricorso amministrativo avanti il Tar, causando una modalità provvisoria di affidamento diretto del Servizio con periodicità mensile. Sono state contestualmente affrontate anche altre tematiche “difficili”, come l’avvenuta acquisizione al patrimonio pubblico della residenza di via Repubblica 29, nonostante il grave degrado dell’edificio e l’inagibilità degli appartamenti. Nelle singolari modalità di utilizzo del parcheggio di via degli Orti, visti i pesanti costi d’intervento sostenuti dall’Amministrazione Comunale”.

 

Insomma quello di Ravelli più che un sogno di mezza estate è stato un incubo nel quale qualche pubblico ministero di buona volontà avrebbe più di qualche elemento per inoltrarvisi e schiarire il panorama aresino e non solo. Mi pare.

Ombretta T. Rinieri
(Il Notiziario – 31 agosto 2012 – pag. 57)

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