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1 – Salvatore Borsellino

Movimento Agende Rosse

 

Il giudice Paolo Borsellino custodiva un’agenda rossa dalla quale non si separava mai e nella quale annotava scrupolosamente incontri, dichiarazioni di pentiti (come quelle di Gaspare Mutolo) e appunti personali su quanto andava scoprendo sulla morte dell’amico Giovanni Falcone. Quando viene ucciso nella strage di via D’Amelio sotto casa della madre con la sua scorta l’agenda, che si trovava nella sua valigetta in macchina, sparisce. Dopo anni di sostanziale silenzio e indagini a vuoto il pentito Spatuzza inizia a parlare e racconta di una trattativa segreta tra Stato e Mafia della quale Borsellino era venuto a conoscenza e che sarebbe stata questa il vero motivo per il quale il giudice venne ucciso. Ma all’inizio dell’inchiesta delle Procure di Palermo e di Caltanissetta la stampa se ne occupa poco.
Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, inizia allora a girare l’Italia in lungo e in largo incontrando i giovani nelle scuole, la gente negli auditorium, nelle biblioteche e in tutti i posti dove ottiene uno spazio pubblico rivelando quanto i magistrati andavano scoprendo sulla collusione tra politica e mafia. Contemporaneamente apre un sito e tiene al corrente il popolo della Rete sulle indagini in corso. Particolarmente vicini a Salvatore Borsellino risultano essere gli aderenti al movimento di Beppe Grillo, che cominciano ad affiancarlo nei suoi spostamenti per il Paese. Nel 2009, in occasione del 17esimo dell’anniversario della strage avvenuta il 19 luglio 1992, organizza a Palermo la prima Marcia delle Agende Rosse da cui nascerà l’omonimo Movimento intenzionato a difendere la legalità, il lavoro della Magistratura, ad approfondire le infiltrazioni mafiose in politica e a difendere la ricerca della verità sulle stragi del ’92 e del ’93. Intanto contro Salvatore Borsellino si scatena una campagna denigratoria da parte tesa a tacciarlo di essere un “pazzo” per quanto andava sostenendo. Ora arrivano i primi arresti.
O.T.R.