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La riforma incrocia la vita quotidiana

Sei mesi perlomeno di apprendistato, poi i primi contratti verso la stabilizzazione. E quindi la trafila classica attraverso il contratto a progetto (occhio che si tratti di «vero» progetto), l’associazione in partecipazione (da domani solo in famiglia) oppure la partita Iva (oltre sei mesi c’è il fumus dell’abuso). Magari poi l’approdo verso un rapporto a tempo indeterminato. Nel frattempo, una pausa dalla vita lavorativa per un congedo parentale. Quindi la doccia fredda di una crisi d’azienda e di un licenziamento per motivi economici con il passaggio intermedio della conciliazione prima di passare al calvario del ricorso giurisdizionale (e dei tempi biblici della macchina giustizia) dove magari emerge che il licenziamento era discriminatorio. Poi la vittoria in giudizi0 con il reintegro (o con l’indennità), ma nel frattempo si è provato l’angoscia della disoccupazione e dei sussidi che con la nuova Aspi si estenderanno a categorie che ne erano finora sprovviste.
Quante volte la vita di ciascun lavoratore si imbatte con una delle misure che trovano oggi spazio nel cantiere della riforma del mercato del lavoro? Tante, probabilmente troppe. In queste pagine ipotizziamo un cursus honorum speciale, di un individuo che entra nel mondo dell’impiego (a 18 anni) attraverso uno dei canali che lo stesso ministro del Welfare Elsa Fornero ha definito «forma prevalente», cioè l’apprendistato per finire con i nuovi sussidi per i lavoratori anziani…
(sabato 24 marzo 2012)

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http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Norme%20e%20Tributi/2009/casse-previdenza-bilanci/cassa-commercialisti/2012/03/27/14_A_2.shtml