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Alta tensione martedì al centro sportivo: ‘impedito’ l’accesso ai tecnici del Comune

Neppure l’intervento di vigili e Cc ha sbloccato la situazione. Ormai è braccio di ferro

 

CIMG0133ARESE – Alta tensione martedì al centro sportivo. E’ stato infatti bloccato all’ufficio tecnico del Comune e a una squadra di consulenti l’accesso al centro sportivo “Davide Ancilotto”. E’ accaduto martedì 3 aprile quando l’ingegnere Annapaola Menotti per il settore lavori pubblici e manutenzioni e l’architetto Stefano Castronovo con i suoi collaboratori si sono recati in viale Resegone per procedere a “un’analisi dello stato di fatto e alla redazione di un progetto preliminare per rendere agibile e idoneo all’uso il plesso”, così come richiesto in un’ordinanza emessa il 30 marzo dal commissario prefettizio Emilio Chiodi. Ma Intese ne ha impedito l’esecuzione, nonostante la presenza di Guido Grandi del consiglio di gestione di Fondazione Arese Cultura e Sport, l’unico soggetto cui l’Amministrazione Comunale ai tempi della giunta Perferi aveva dato in gestione le strutture sportive.L’accesso è rimasto rigorosamente sbarrato nonostante sul posto siano giunti il comandante della Polizia Municipale Mauro Bindelli e una pattuglia dei carabinieri mandata dal Maresciallo Capo Giulio Vindigni ai quali non è rimasto altro che verbalizzare il diniego. Il procuratore di Intese Alessandro Chiappini, che non era in sede ma è stato raggiunto telefonicamente dal suo collaboratore Paolo Domante, ha impedito il lavoro dei tecnici in quanto a Intese nessuno aveva notificato nulla. Non è cosa da poco conto perché dietro la burocrazia si nasconde un braccio di ferro tra Comune e Intese sulla legittimità o meno della società romana a continuare nella gestione del “Davide Ancilotto”. Chiodi, sorretto dallo studio legale Chiarolanza-Marsico di Milano, ritiene che Intese non abbia titolo e che il Comune abbia quale unico interlocutore la convenzionata fondazione. Per questo il commissario si rapporta unicamente con Facs sia verbalmente che per iscritto. Mentre Intese tende invece a creare e perpetrare una situazione di fatto che potrebbe tornargli utile in futuro nel ricorso promosso avanti al Tar contro il provvedimento di riconsegna del centro sportivo che Facs gli aveva fatto lo scorso dicembre.Per far rientrare in possesso il Comune delle strutture di via Resegone, Chiodi ha fatto costituire autonomamente l’ente avanti al Tar e contemporaneamente ha revocato alla fondazione la convenzione con la quale l’amministrazione comunale ai tempi della giunta Perferi aveva dato a Facs la gestione dell’”Ancilotto”. Si inserisce nel braccio di ferro tra Comune e Intese anche la questione del debito che Facs ha con Amiacque per 91mila euro. Ormai sono infatti decorsi inutilmente i dieci giorni di tempo concessi da Amiacque a fondazione per il pagamento e per evitare la chiusura della presa dell’acqua (e di conseguenza del centro sportivo stesso) Intese ha chiesto all’ente erogatore la voltura del contatore. Amiacque ha chiesto il parere a Chiodi che si è espresso negativamente proprio per mancanza di titolo e sulla stessa linea dovrebbe esprimersi anche Facs. Gli sviluppi nei prossimi giorni.

Ombretta T. Rinieri

(‘Notiziario’ 6 aprile 2012 – pag. 70)

 

Vedi anche ‘Corriere della Sera’ del 10 aprile 2012 – cronaca di Milano pag. 7
‘Negata ai tecnici comunali l’ispezione al centro sportivo’