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La tribolata gestione del Bar del centro sportivo nel racconto di chi ci ha lavorato

centrosportivo-vle resegoneARESE – Sotto le feste natalizie il bar del centro sportivo è stato chiuso. E il personale, stando alle fughe di notizie, licenziato detto e fatto insieme a quello della segreteria. Il bar è da sempre uno dei punti critici della vicenda del centro sportivo da quando è in corso la gestione della struttura da parte della società romana Intese. Al punto che nel settembre 2011 un’interrogazione del Pd e del consigliere indipendente Carlo Delmonte (ex capogruppo leghista) avevano presentato un’interrogazione per chiedere lumi sul contratto tra Facs e Arese Sport sulla macroscopica differenza della rendita da locazione passata da 24mila euro all’anno a 4mila sottoscritta dal vecchio cda presieduto da Pogliani. Toccherà al nuovo presidente Stefano Carli chiarire che tale affitto era stato concesso in virtù della ristrutturazione e messa a norma dei locali. Ma dietro le quinte di una vicenda nebulosa ora spuntano le persone e il loro racconto di quanto accaduto non è edificante dai punti di vista umano ed economico.
“Quando nel luglio 2010 Intese ha fatto il suo ingresso nel centro sportivo – racconta Doriana Ottolini, socia di Andrea Cordioli, che dal 2006 gestivano il bar del “Davide Ancilotto” – avevamo un contratto in essere che aveva ancora una durata di due anni. La Facs di Pogliani ce lo ha ridotto a sei mesi con motivazioni pretestuose. In quel momento ci è caduto il mondo addosso, perché eravamo lì da quattro anni e ci avevamo messo l’anima in quel locale. Pagavamo un affitto di 2mila euro al mese, ma eravamo contenti perché dopo tanti sacrifici il cassetto si ripagava”.
Il bar era molto frequentato e lavorava parecchio. Ma dal luglio 2010 le cose cominciano a cambiare. “Non siamo arrivati a gennaio – spiega Ottolini – perché immediatamente abbiamo trovato un altro locale in città e grazie all’aiuto anche economico delle nostre famiglie abbiamo sottoscritto il contratto. Intanto continuare a stare al centro per noi era diventata una spesa perché era sempre meno frequentato. Scarseggiando il movimento il cassetto non era più quello abituale. Inoltre avendo avviato quello in città ci costava avere del personale al “Cicci”. Siamo riusciti ad andarcene il 23 dicembre 2010. Alla fine è stata una liberazione”.
Per alcuni mesi la gestione del bar è sospesa, mentre vengono avviati i lavori di ristrutturazione. Nel frattempo, il 13 gennaio 2011 Intese firma una “lettera d’intenti” a Ennio Guarnieri, con la promessa di assumerlo come barman entro la fine dello stesso mese con la previsione di un contratto indeterminato del settore commercio. Periodo di prova sessanta giorni. Orario di lavoro quaranta ore settimanali, dal lunedì al sabato. Viene montato un baretto provvisorio nel parco e Guarnieri, in realtà, inizia a lavorare solo a marzo e senza che alla lettera d’intenti sia seguito un vero e proprio contratto di lavoro. Con lui inizia a lavorare a ore anche Jessica Bisceglia. E’ lei che racconta e spiega cosa è successo. “Era desolante arrivare là la mattina alle sei – afferma – e stare fino al pomeriggio. Eravamo arrivati al punto di chiedere a Chiappini di fare la pausa pranzo perché non serviva stare aperti”. Jessica smette di collaborare, ma Ennio il cui orario nel frattempo si era dilatato a costo zero vuole il suo contratto. Chiede spiegazioni e salta fuori che Intese non può sottoscriverlo perché priva dei permessi necessari. E il 13 maggio la cosa salta fuori in seguito a un sopraluogo della polizia municipale che stende un verbale e chiude il baretto. Qualche tempo dopo i permessi verranno rilasciati ad Arese Sport che può così sottoscrivere il contratto al barman con decorrenza dal 20 maggio. Riparte un periodo di prova di 45 giorni. Nello stesso mese Guarnieri viene affiancato da un altro barman, Ruben Crippa. E’ il periodo della fine della scuola e dei saggi al centro sportivo, che finalmente si anima un po’ nei fine settimana. A giugno Guarnieri si ammala e tra ricovero ospedaliero e riabilitazione passano due settimane. Rientra ai primi di luglio. Ma il giorno che gli scade il periodo di prova per convertire il contratto da determinato a indeterminato Chiappini gli dice che lo lascia a casa per mancato superamento della prova. E’ il 17 luglio 2011.
Ombretta T. Rinieri
‘Il Notiziario’ 6 gennaio 2012 – pag. 62