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Centro sportivo: il doppio binario dell’Amministrazione

centrosportivo-vle resegoneARESE – I problemi del centro sportivo “Davide Ancilotto” non nascono con la gestione di Intese, anche se la società romana gli ha dato nell’ultimo anno il colpo di grazia. Nascono con la decisione delle amministrazioni Ronchi e Perferi di non pagarne più i costi a pié di lista avviando l’era degli affitti delle strutture e della progressiva riduzione dei finanziamenti pubblici allo sport attraverso lo strumento delle convenzioni con la Polisportiva Ccsa, i cui accreditamenti presso il Coni e la lunga esperienza della pratica sportiva avevano per quarant’anni consentito la gestione del centro.

Il Ccsa era ed è accusato di essere stato sempre poco trasparente nella gestione dei conti e di non aver mai presentato bilanci chiari. Perciò le frizioni tra i vertici del Ccsa e i politici locali sono state l’humus sul quale è cresciuto lo scontento reciproco di una coabitazione forzata che non trovava via d’uscita, mentre le strutture carenti di manutenzioni straordinarie e o sofferenti per lavori eseguiti male e rifatti più volte diventavano diseconomiche perdendo utenti. Non è un mistero per nessuno che la Fondazione Arese Cultura e Sport sia nata proprio con l’intento di rompere il rapporto diretto Comune-Ccsa. Poi come siano in realtà andate le cose dal 2005 a oggi è cronaca di questi giorni. Quello che in pochi sanno, invece, è la strategia del doppio binario che tra l’inverno 2009 e l’estate 2010 l’amministrazione comunale e Facs hanno tenuto con il Ccsa.
Come per la vicenda del gas, anche per quella del centro sportivo è la cronologia a raccontare lo svolgimento dei fatti. Il 9 dicembre 2009 Facs e Ccsa firmano un “atto di transazione” in base al quale oltre a stabilire la risoluzione della convenzione al 31 agosto 2010 stabiliscono un debito pregresso del Ccsa nei confronti di Facs pari a 90.883,70 euro che il Ccsa dovrà versare entro il febbraio 2010 e si accordano per un canone mensile di 7mila euro nette da gennaio ad agosto 2010 per l’affitto degli impianti.
Il colpo di scena lo si legge in una lettera dell’8 aprile 2010 protocollata con il n.4757 indirizzata al Ccsa e per conoscenza a Facs con la quale l’assessore allo sport Domenico Congedo, su mandato della Giunta, formalizzava “future linee guida in ordine alla gestione del centro sportivo” individuando nel Ccsa l’interlocutore privilegiato nella gestione dello sport ad Arese. Menzionando incontri tenutisi in Comune, Congedo annuncia la “Gestione in capo al Comune di tutta l’attività economica e amministrativa delle attività sportive con riconoscimento a favore del soggetto individuato per la promozione e lo sviluppo dell’attività sportiva dei costi a tale titolo sostenuti (…costo degli istruttori, assistenti nuoto, preparatore atletico e corsi di aggiornamento); resta inteso che al Comune spettano tutti gli introiti, il pagamento delle utenze e l’onere delle manutenzioni e dei servizi”. A questa lettera seguirà il 18 maggio una proposta di gestione inviata dal presidente di Facs Pierluigi Pogliani al direttore del Ccsa Malingambi che verrà presentata all’assemblea dei soci il 27 dello stesso mese (e di cui racconteremo la prossima settimana). Il 9 luglio una lettera firmata da Congedo e dal sindaco Gianluigi Fornaro al Ccsa afferma la disponibilità del Comune a consentire alla polisportiva lo svolgimento del’attività programmata nel “Davide Ancilotto” a fronte del pagamento di un canone netto di complessive 140mila euro, lasciando al Ccsa gli introiti della Provincia per l’affitto della palestra e quelli per l’affitto del bar.
Non sapeva il Ccsa che il 6 luglio 2010 Facs aveva pubblicato l’avviso per ricercare il partner a progetto speciale. Il 22 luglio riceverà da Fondazione la notizia del passaggio della gestione a Intese. Dopo che sulla base degli accordi presi con il Comune e in vista dell’anno sportivo 2010-1011 aveva già versato per alcune società agonistiche i diritti al Coni. Ma questa è un’altra storia.
Ombretta T. Rinieri
(‘Il Notiziario’ – 8 dicembre 2011 – pag. 79)